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"Stiamo arrivando" concluse Stiles prima di chiudere la telefonata con Derek e guardarmi confuso "chi è Nathan?" mi chiese.
"È un ragazzo che ho conosciuto questo pomeriggio" gli dissi semplicemente prima di lasciare un bacio sulla fronte a Sarah e fare un cenno di saluto a Lorace, poi porsi la mano a Stiles e lo guardai "andiamo?"
"Andiamo" mi rispose stringendo la sua mano con la mia, e come eravamo venuti, tornammo.

Mentre Stiles raggiunse gli altri a tavola per cena, io mi recai fuori dall'hotel dove intravidi Derek e Nathan.
Salutai entrambi con un cenno della mano e li raggiunsi.
"Ciao Jey" mi salutó Nathan con un sorriso.
"Come mai da queste parti?" gli chiesi sotto lo sguardo attento di Derek.
"Oh, giusto" continuó infilandosi una mano in tasca per poi tirare da essa un piccolo dischetto di pietra che, a malincuore, riconobbi subito "sono venuto a riportarti questo, penso ti sia caduto nel parco"
"Grazie..." gli dissi prendendolo dalle sue mani per poi infilarlo nella mia di tasca
Derek, che non aveva ancora detto una parola fino a quel momento, mi guardò come se avessi commesso il crimine più grande.
"Come mi hai trovata?" chiesi a Nathan con un sorriso, più che altro per sdrammatizzare il fatto che sembrasse uno stalker e per dimenticare per un momento l'espressione sul volto di Derek.
"Oh semplicemente avevo un appuntamento con una persona al parco, dopo averti conosciuta, e ti ho visto andar via con questo tuo amico" inizió, ma improvvisamente Derek lo interruppe.
"Cugino" disse duro incrociando le braccia al petto.
"Mi dispiace" continuó velocemente Nathan, con fare leggermente spaventato "ti ho vista andar via con tuo cugino. Poi ho trovato il dischetto in mezzo al parco e verso sera ho rivisto lui entrare qui dentro con altri ragazzi, così li ho seguiti e ho chiesto ai signori all'ingresso se un ragazzo alto e bruno dall'aria arrabbiata risiedesse qui. Il resto è venuto da sè"
"Io non ho... l'aria arrabbiata" disse Derek guardando il ragazzo di fronte a lui con uno strano sguardo.
"Un pochino" mi intromisi ridendo e il più grande mi diede una gomitata, ridendo poi di poco a sua volta.

Io e Derek ce ne stavamo per andare, quando Nathan ci bloccó e ci guardó serio.
"Io non voglio fare il ficcanaso e ne tantomeno disturbarvi" inizió "ma, come dire, ho visto ció che sai fare, Jey, ed è a dir poco fantastico"
Derek alzó gli occhi al cielo prima di tornarmi a guardare con aria colpevole.
"Non è stata colpa mia, è spuntato da dietro proprio mentre creavo questo dannato coso" dissi di rimando al moro toccandomi la tasca dove era presente il dischetto di pietra.
"Non preoccupatevi, non diró niente a nessuno, non l'ho mai fatto" continuó Nathan parandosi con le mani in avanti facendoci segno di stare tranquilli e dallo sguardo di Derek capii che una domanda balenava in entrambe le nostre menti.
"Cosa intendi dire quando dici che non l'hai mai fatto?" chiese infatti al mio posto e guardai a mia volta con le sopracciglia leggermente corrugate Nathan che sospiró.
"Dieci anni fa ho conosciuto un ragazzo ed una ragazza, credo fossero gemelli, ed entrambi avevano delle abilità speciali, dicevano di chiamarsi un modi strani, differenti, ma che alla fine stavano a significare la stessa cosa" spiegó il ragazzo davanti a noi.
"Ricordi parte del nome di cosa erano?" gli chiesi e lui sembró pensarci un po'.
"Come ho detto, erano nomi strani... lei mi sembra fosse una Katr... Kasr... Kamr.."
"Kamrow?" chiesi sicura, ma ricevetti ugualmente una gomitata da Derek.
"Esatto! E lui qualcosa con la N... finiva anche lui in modo strano" continó Nathan e questa volta gli rispose il moro al mio fianco.
"Naneshe..." disse, ma questa volta lo guardai io in modo strano ma lui mi rispose con un semplice "tanto vale"
"Sì, si chiamavano proprio così. E mi avevano raccontato anche delle loro abilità soprannaturali e di come i loro poteri si classificavano per livelli" continuó e sospirai.
"Scusami se ti faccio questa domanda, ma perchè mai avrebbero dovuto dirti tutto questo?" gli chiesi, ma Nathan non fece in tempo a rispondere che fu interrotto da una voce dietro di noi che lo chiamava.

"Nathan?" sentimmo da una voce dietro di noi che ci portó a girarsi.
Nel buio una figura si fece avanti e sia io che Derek la riconoscemmo subito.
"Axel? Cosa ci fai qui?" gli chiese il moro e a quel nome Nathan quasi brillò.
"Axel..." ripetè e il mio vero cugino ci oltrepassó per poi stringere in modo amichevole il ragazzo davanti a lui.
"Caspita ne è passato di tempo" commentó Axel sorridendogli, sotto lo sguardo a dir poco confuso mio e di Derek.
"Tua sorella come sta?" gli chiese Nathan, e solo allora, forse, riuscii a capire.
"Non ci posso credere" dissi piano attirando l'attenzione di tutti "erano loro due i gemelli di cui mi parlavi?" chiesi sconvolta e, facendo due più due, immaginai anche che Nathan e Mioua fossero stati insieme.
È possibile che non si riesce ad incontrare una persona che qualcuno non conosca?
"Gli hai raccontato di noi?" chiese Axel a bassa voce, rivolto verso Nathan.
"Certo che no, te l'ho promesso" gli rispose il ragazzo e rimasi più sconvolta di prima.
"O mio dio..." disse piano Derek, precedendomi, probabilmente leggermente sconvolto anche lui da ció che avevamo appena scoperto.
Entrambi i ragazzi di fronte a noi si girarono, forse imbarazzati.
"Voi due...?" chiesi lentamente, non riuscendo nemmeno a parlare, indicandone prima uno e poi l'altro.
Alla fine sia io che Derek capimmo tutto e anche nel buio riuscii a vedere Axel arrossire.
"Io non sapevo tu fossi..." iniziai ma Axel continuó al mio posto.
"Gay?" disse e sorrise piano "Si beh, non lo do molto a vedere"
Anche Derek per un momento sorrise e penso che ormai chiunque potesse capire che c'era un momento di disagio tra noi quattro.
"Che ne dite se entriamo?" chiesi, per spezzare la tensione, e tutti annuirono.
"Possiamo... tenere questa cosa per noi quattro?" ci chiese Axel prima di entrare nella sala ristorante e tutti noi annuimmo.

Dopo aver procurato un posto nel ristorante anche per Nathan e dopo aver mangiato, ci ritirammo nuovamente nella camera dei ragazzi più grande per stare tutti insieme.
"Quindi... hai studiato la nostra specie per tutto questo tempo?" gli chiese Lucas a braccia conserte, scrutandolo per bene. Nathan annuí.
"E non solo. Ho studiato Kamrow e Naneshe, anche se mi risulta sempre molto difficile pronunciare e ricordare i loro nomi, e tutti i generi di licantropi, banshee, wendigo, vampiri... ce ne sono milioni di milioni, ma ció che mi affascina di più è la magia vera e propria e chi la possiede" continuó Nathan e improvvisamente tutti ci guardammo "qualcosa non va?" ci chiese ancora.
"Cosa sai sulla magia?" gli chiese Theo che, devo dire, in questi giorni è piuttosto silenzioso.
"Per esempio so che con la magia non si nasce" gli rispose cautamente "chiunque, se ha dei buoni insegnanti o riesce ad apprendere bene puó studiare l'arte della magia. Qualunque persona che possiede la vera magia e dice di essere nato così perchè magari ha ereditato la magia dai suoi antenati, o si sbaglia o mente"
"Quindi una persona qualunque puó imparare ad essere un mago, o uno stregone?" chiese Lydia e Nathan annuì.
"Sai se esistono cose che possono conferire un potere maggiore?" chiese ancora Malia "Intendo come qualcosa che ti sta a cuore o che magari possiedi da tanto tempo..."
"Sì, si chiamano amuleti" gli rispose ancora il ragazzo, ormai al centro dell'attenzione di tutti "non amuleti in senso figurato come ciondoli per collane, prende solo il nome da quelle. Gli amuleti variano da persona a persona e solitamente sono una cosa alle quali le persone sono legate"
"Mettiamo caso che ci sia una strega molto potente e che abbia il suo amuleto..." lo interruppe Derek "se alla strega esso viene tolto, lei perde i suoi poteri?"
"È molto più che probabile" continuó, ma non feci altro che sospirare.
Mi guardai attorno e mi accorsi che mancava qualcuno.
"Dov'è la mamma?" chiesi spostando l'attenzione di tutti da Nathan a me.
"È andata a dormire, le abbiamo preso una camera singola" mi rispose Lagoona e annuii piano.
"Forse dovremmo imitarla, è stato un lungo viaggio anche per noi" si intromise Lucas e tutti gli diedero ragione.
Nathan avrebbe potuto aiutarci molto con Jockoto e decidemmo di farlo unire alla squadra come fonte di informazioni, sotto accordo di tutti peró decidemmo di non fargli sapere direttamente di cosa trattava la nostra "missione" per evitare qualsiasi malinteso.

Dopo aver dato la buonanotte a Stiles con un leggero bacio sulla guancia mi ritirai in camera. Le altre si addormentarono subito mentre io restai sveglia per un bel po', tanto da poter sentir parlare i quattro ragazzi nella stanza accanto alla nostra, grazie al mio udito super sviluppato.
"A me quel Nathan non convince per niente" disse Theo e sentii uno scricchiolio, molto probabilmente dovuto al fatto che si era messo sul letto.
"Sai quanto mi dia fastidio, ma questa volta credo proprio di essere della tua stessa opinione..." confermó Scott.
"Magari se Jey si fida dovremmo provare a fidarci anche noi" propose Liam, ma sentii uno sbuffo da parte di Theo.
"Chi dice che anche lei si fida?" continuó il ragazzo e non fece altro che farmi sorgere altri dubbi in testa.
"Mi fido?" dissi nella mia mente pensando a Stiles e poco dopo quasi non mi spaventai.
"Avete sentito?" disse spaventato a sua volta il ragazzo a cui stavo pensando.
"No, cosa?" gli chiese Scott, forse con una nota di preoccupazione nella sua voce.
"Mi era parso di sentire la voce di Jey" ricominció Stiles "ma forse era solo nella mia testa"
Si Stiles, credo proprio fosse così.
Non sapevo potessi connettermi telepaticamente anche con una persona non della nostra specie, e probabilmente nemmeno Lucas, Axel o Lagoona lo sanno...

Ma quella sera mi addormentai con un unico pensiero in testa: possiamo fidarci di Nathan?

Own Mind 2 || Teen WolfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora