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Mi ripresi un attimo dopo che tutto cessó.
Scott era sceso dalla macchina e mi stava raggiungendo, mentre girandomi attorno notai che molte persone erano uscite di casa e si guardavano tra loro spaventate.
"Cosa è successo?" mi chiese il mio amico.
"Questo non era solo un terremoto Scott, Sarah è in pericolo" gli dissi e mi teletrasportai a casa dopo che Scott annuii per dirmi che potevo andare.
"Sarah! Sarah che succede?" stava chiedendo Lydia impanicata a mia figlia "Jey! O mio dio, menomale sei qui" mi disse la mia amica vedendomi.
Raggiunsi immediatamente Sarah che era stesa a terra, la sua mano aggrappata al braccio di Lydia.
"Mamma..." mi disse lentamente appena mi vide.
"Shh silenzio, ora vedremo cosa fare" le dissi prendendola in braccio e mettendola delicatamente sul divano "chiama un'ambulanza" dissi poi velocemente alla mia amica.
"Mamma mi sento male" mi disse Sarah e mi girai nuovamente verso di lei, il suo viso era imperlato di sudore e la sua pelle era molto più pallida di quanto già non lo fosse.
Il tempo che passò dalla chiamata di Lydia all'arrivo di qualcuno fu un'agonia, soprattutto dopo che vidi gli occhi di mia figlia chiudersi e sentirla spirare. Allora le tolsi del dolore, tutto quello che potevo sopportare, almeno per farla respirare.
Quando quelli dell'ambulanza la strapparono via da me per portarla via, per un momento sentii un dolore ancora più forte di tutto quello che avevo prosciugato da lei, dicono sempre che togliere una figlia dalla madre non è mai una cosa buona, e per la prima volta ho provato quella sensazione.
Vidi solo un'ambulanza che se ne andava e Lydia che veniva correndo verso di me, in lacrime, ma in quel momento io non capii più niente di quel che stava succedendo.

Andai a trovare Sarah in ospedale in giorno seguente, non riuscivo proprio a immaginarmi lei senza pensare che avrebbe potuto fare una brutta fine.
È andata Lydia ieri per me, per assicurarsi che stesse bene, o almeno stabile.
Mi teletrasportai davanti l'ospedale dove Sarah era stata trasferita e chiesi di vederla.
"Vorrei vedere Sarah Hale, sono sua madre" dissi all'infermiere della segreteria. Sapevo che Lydia l'aveva fatta registrare così, cosa di cui ancora non l'ho ringraziata ma che dovró fare in futuro. L'uomo poi mi diede un pass elettronico insieme alle indicazioni per raggiungerla.
"Prego, secondo piano, ala nord, stanza 305" mi disse poi accennandomi un sorriso.
Seguii le indicazioni che mi aveva dato e, trovata la stanza, aprii la porta.
Sarah era sdraiata su un letto, gli occhi chiusi e i capelli messi in disordine, vari tubi e fili la collegavano ad alcune macchine presenti nella stanza.
"Salve, lei è?" mi chiese un'infermiera da un angolo della stanza con un registro e una penna in mano.
"Sono la madre di Sarah" dissi, un poco impacciata e vidi l'infermiera scrivere su un pezzo di carta volante.
"Mi dispiace darle questa brutta notizia signorina Hale" incominció la donna "ma le condizioni di sua figlia sono piuttosto instabili e i medici non sono ancora riusciti a capire cosa sta succedendo nel suo corpo"
"Immaginavo" dissi a voce bassa fissando Sarah immobile su quel letto "potrebbe lasciarmi sola con mia figlia per un po'?"
"Certamente" mi disse l'infermiera sorridendomi.
"Ah e un'altra cosa" dissi bloccandola prima che uscisse "non credo venga qualcuno, ma se venisse, potrebbe non farlo entrare?" chiesi e lei sorrise annuendo.
Appena la donna uscì presi una sedia e mi sedetti accanto al letto, poi presi la mano di Sarah e la accarezzai piano.
"Cosa ti sta succedendo?" le chiesi stringendo più forte la mano e provando a rifare ció che anche il giorno precedente avevo fatto, ma non funzionava.
"Anche se debole e priva di forze e sensi, lei in questo momento è in una sorta di trance in cui si sente bene, non c'è modo di toglierle il dolore" disse una voce nella mia testa.
"Lorace?" chiesi insicura in un sussurro.
"Sempre presente" mi rispose lui, sempre telepaticamente "mi dispiace Jey, ma per ora dobbiamo solo aspettare"
Sorrisi leggermente e annuii piano, non sapendo se il mio guardiano potesse o meno vedermi.
"Joyrah come sta?" chiesi attraverso il pensiero a Lorace.
"Stessa condizione di Sarah" mi rispose e sentii che stava per dirmi altro, ma qualcosa disconnettè il nostro contatto.
Una voce per la precisione, al di fuori della stanza.
"La prego mi faccia entrare" diceva quella voce.
"Mi dispiace, mi è stata fatta una richiesta e la sto rispettando" rispose la seconda voce, quella dell'infermiera.
"La prego, sono suo padre" disse ancorala prima e allora capii.
Stiles, era qui. E sapeva tutto.

Mi alzai velocemente e aprii la porta, trovandomi faccia a faccia sia con il ragazzo che con l'infermiera.
"Può entrare" dissi solamente accennando un sorriso, che peró sembró più un ghigno.
Mentre la donna si spostava dalla porta, io iniziai a risedermi accanto a Sarah.
Stiles entró e chiuse dietro di lui la porta della stanza, poi prese un'altra sedia presente nella stanza e si mise seduto accanto a me.
"Così lo sai allora?" gli chiesi lentamente, aspettandomi chissà cosa dal ragazzo accanto, ma non successe nulla di tutto ció.
Stiles mi prese la mano e me la accarezzó lentamente, mi girai verso di lui e notai che stava piangendo, lentamente, ma lo stava facendo.
"Sapevo che Sarah era una Stilinski, Jey. L'ho sempre saputo infondo" mi disse ridendo e guardando la bambina, la nostra bambina, priva di sensi su quel letto.
"Cosa o chi ti ha dato la conferma di questa cosa?" gli chiesi accennando un sorriso e sentendo i miei occhi inumidirsi.
"Ieri sera, Theo è venuto a casa mia, sembrava distrutto e leggermente triste" mi disse e corrugai le sopracciglia "mi ha confermato tutto lui, e mi ha anche detto del bacio che ti ha dato ma che tu non hai ricambiato fino in fondo a causa sua" continuó abbassando di poco lo sguardo "forse anche un po' a causa mia"
Sospirai e poi Stiles mi abbracció, entrambi in preda alle lacrime che uscivano lente dai nostri occhi completamente umidi.
"Abbiamo una figlia Jey" mi disse in un sussurro "ed è la cosa più bella che si possa avere" continuó e sorrisi piano lasciandomi cullare tra le sue braccia.
"Mi dispiace non avertelo detto prima Stiles" gli dissi anche io a mia volta staccandomi da lui dopo un po' e asciugandomi le lacrime.
"Capisco perchè l'hai fatto Jey, avevi paura del mio giudizio, di come ne avrei potuto rispondere..." mi disse e poi guardó Sarah e sorrise nuovamente "è bellissima" continuó alzandosi e andando dalla parte opposta del letto.
Lì si fermó a guardarla, poi le spostó i capelli dal viso e le lasciò un bacio sulla fronte.
Sorrisi a quella visione e pensai che finalmente tutto era perfetto, o almeno se Sarah non fosse stata sull'orlo di morire.

"Jey" sentii e mi girai verso Stiles.
"Hai detto qualcosa?" chiesi al ragazzo che, confuso, scosse la testa.
"Jey, mi senti?" sentii nuovamente e capii che quella voce proveniva dalla mia testa.
"Cosa succede?" mi chiese Stiles vedendomi leggermente stranita, ma gli feci segno di tacere.
La voce nella mia testa era familiare ma molto bassa e ci misi un po' per capire di chi si trattasse.
"Lucas? Lucas sei tu?" chiesi telepaticamente e sentii il ragazzo sospirare.
"Oh finalmente Jey, mi senti, ho provato in tutti i modi a contattarti ma non ci sono riuscito" mi disse infine.
"È Lucas" dissi a Stiles e poi tornai al contatto telepatico "Cosa succede? Perchè volevi sentirmi?"
"Ho delle novità, su Sarah e su tutto quello che sta succedendo, dobbiamo incontrarci subito" continuó.
"Come fai a sapere di Sarah?"
"Non ha importanza ora, vediamoci alla clinica veterinaria di Beacon Hills, avvisa anche i tuoi amici e tutti quelli che credi possano aiutarci" mi disse "fate in fretta"
Il contatto finì e guardai il ragazzo presente nella stanza.
"Lucas dice che ha delle novità su ciò che sta accadendo qui a Beacon Hills, ha anche detto di incontrarci al più presto" gli spiegai e lui annuì.
"Resto io con Sarah, non preoccuparti" mi disse "mi spiegherai tutto dopo"
Stavo per uscire, ma sentii un'ondata di vento dietro di me e mi girai velocemente.
"Lorace?" chiesi al ragazzo che si era materializzato improvvisamente.
"Ha bisogno di qualcuno con dei poteri che possa proteggerla, va Jey, mia signora, resteró io con il padre di tua figlia a vegliarla" mi disse, sotto gli occhi stupiti di Stiles.
"Ti spiego tutto dopo" dissi a Stiles che aveva la bocca semi aperta e le sopracciglia corrugate "grazie Lorace" continuai e poi uscì senza ricevere risposta.

Sospirai e poi mi teletrasportai al posto stabilito da Lucas. Una volta arrivata chiamai Lydia che, fortunatamente, mi rispose subito.
"Jey? Che succede?" mi chiese allarmata.
"Chiama Scott, digli di venire alla clinica veterinaria di Deaton il prima possibile e di portare con se il suo beta e gli altri due" le dissi velocemente "vieni anche tu e porta con te Derek e Peter"
"Va tutto bene Jey? Mi stai spaventando. Cosa succede?" mi chiese ancora.
"Non credo ci dobbiamo aspettare buone cose" le risposi sincera "ma ho sentito Lucas e ha delle novità"
"Arriviamo subito" mi disse senza chiedere altro e attaccai.
Entrai nella clinica appena un attimo dopo e appoggiato ad un muro trovai Lucas. Era cambiato, non capii precisamente in cosa, ma percepii un cambiamento in lui.
Appena mi vide, mi sorrise e venne verso di me.
"Ciao sorellina"

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