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"Aiutami"

Restai per un momento immobile a fissare ció che succedeva davanti a me prima di distaccarmi dal gruppo e andare a cercare Lucas.
Lo trovai nella sua camera, seduto sul suo letto, con le sopracciglia corrugate e le mani strette a pugno.
"Dov'è?" gli chiesi immediatamente, ma lui non fece altro che alzare lo sguardo e capire che, molto probabilmente, avevo avuto la sua stessa sensazione.
Lucas si alzó velocemente dal letto uscendo dalla stanza, facendomi segno di seguirlo. Iniziammo a correre per i corridoi stretti di quell'enorme casa fino ad arrivare alla porta di una camera. Le sensazioni che entrambi stavamo provando non portavano a niente di buono, il cuore ci batteva a mille, ma nonostante quei fattori spingemmo la porta ed entrammo nella stanza.
Lei era lì, distesa a terra in modo strano, con Nathan che la guardava dall'alto. Per un momento mi parve di vedere una lieve luce nei suoi occhi, ma scomparve subito.
Subito una morsa di dolore, paura e rabbia prese vita dentro di me, e per colpa di questi non riuscii a compiere alcuna azione, restai paralizzato.
"Cosa le hai fatto?!" gli gridó contro Lucas buttandosi a terra accanto al suo corpo.
"Non le ho fatto nulla, lo giuro" si difese immediatamente Nathan mettendo le mani di fronte a sé.
Seguii ogni movimento che fece Lucas, a partire dal tastarle il polso e il collo fino a sentirle il rispiro, alla fine sembrava piuttosto preoccupato.
"Quindi...?" gli chiesi lentamente e con un filo di voce non appena finí. Il ragazzo non potè far altro che sospirare e questo mi portó ad aver ancora più paura della risposta che avrebbe potuto darmi. Piano mi avvicinai a lui e notai che i suoi occhi brillavano per quelle leggere lacrime che iniziavano a formarvisi.
"È... come se stesse in coma" affermó a voce bassa mettendosi una mano sul volto per poi iniziare a strofinarla "si puó sapere che cosa stavate facendo voi qui? Cosa le è successo?" ricominciò Lucas rialzandosi e avvicinandosi furioso a Nathan che sembrava piuttosto preoccupato e scosso anche lui.
"Io... io le stavo facendo vedere cosa avevo trovato" inizió il ragazzo balbettando e avvicinando una mano tremante al letto dal quale prese un libro che poi passó a Lucas.
"Quello cos'è?" gli chiesi avvicinandomi al corpo a terra e iniziando a fare le stesse manovre che poco prima anche Lucas aveva fatto, giusto per dare la conferma a me stesso che ciò che stava succedendo era reale.

"È il diario di Jockoto Halkajizy" rispose Nathan e sia io che il mio amico scattammo con lo sguardo verso il ragazzo che aveva appena parlato, probabilmente così come me anche Lucas si stava chiedendo in che modo lui potesse conoscere Jockoto dal momento che non gliene avevamo mai parlato. La risposta a questa domanda arrivó rapidamente da parte di Nathan.
"Vi ho sentiti parlarne, volevo solo rendermi utile" ci disse difendendosi ancora una volta "non so cosa sia successo a Jey, appena ha toccato il diario è svenuta davanti ai miei occhi. Quando siete entrati stavo giusto per venirvi a chiamare"
"Perchè anche io sto toccando il diario e non mi sta succedendo nulla?" gli chiese appena pochi attimi dopo Lucas, sempre con uno sguardo in un misto tra il furioso e il preoccupato.
"Intanto spostiamola da qui, poi ci occuperemo di capire cosa le è successo" dissi prendendole il viso fra le mani e accarezzarle piano la guancia.
La spostammo lentamente sul letto di Nathan e mentre Lucas e l'altro ragazzo avvisavano gli altri su ció che era appena successo, io cercai di mettermi in contatto con l'unica persona che in quel momento poteva davvero aiutarmi.
"Lorace?" lo chiamai "Lorace mi senti?" riprovai, ma a mia sfortuna non successe nulla.
Provai allora con un altro metodo: presi la sua mano e lo richiamai, e fortunatamente, questa volta ebbe successo.
"Stiles..." mi disse il ragazzo ormai lì di fronte "cosa...?" iniziò, ma una volta spostato lo sguardo da me al corpo di Jey senza sensi sul letto, si bloccó.
"Perchè lei è in questo stato e tu stai bene? Non dovreste essere collegati?" gli chiesi immediatamente e sentii un calore improvviso propagarsi per tutto il mio volto, susseguito poi dal lieve inumidirsi dei miei occhi.
"Io non..." provó, ma anche lui come me crolló. Si mise seduto appena accanto a me e prese quella sua mano che prima stringevo nella mia.
Gli spiegai brevemente ció che era appena successo e lui mi ascoltó in silenzio, ma poi non parlammo più, restammo solamente così, a guardarla con i nostri occhi umidi.

Per un momento mi parve di sentire del vero dolore in me, mi sembró di provare i suoi stessi sentimenti, come quando perse Jackson.
L'unica differenza è che io non l'ho persa, a mio parere la sorte a me toccata è peggio di quella che provó lei. È come essere consapevoli che lei sia viva ma allo stesso tempo assente, come se il suo destino non fosse stato ancora scelto.
Per un momento mi resi conto di quanto dolore portasse addosso ogni giorno senza metterlo in mostra.
Jackson, Sarah, la sua famiglia, me... tutti problemi ai quali non riusciva a star dietro. Ma almeno ci provava, ed era questo che la rendeva forte.
Ma forse non abbastanza.

"È davvero bellissima" disse Lorace risvegliandomi dai miei tristi pensieri. Inizialmente non capii, ci riuscii solo quando continuó "sin da quando era piccola avevo capito che sarebbe diventata una donna coraggiosa e bellissima"
"Tu..." provai a chiedergli, ma le sue parole mi bloccarono in partenza.
"Aveva quei suoi capelli biondi che ogni volta che si alzava dal letto la mattina avevano un ricciolo in più che la rendevano adorabile. Chi l'avrebbe mai detto che quella bambina così piccola, felice e senza problemi si sarebbe trasformata in una guerriera?" continuó accennando un sorriso e appena in tempo notai una sua lacrima dal colore strano cadergli dal viso.
Capii ció che aveva dentro purtroppo perchè erano le stesse emozioni che stavo provando io in quel momento.
"Tu la ami?" gli domandai allora, anche se quest'ultima piccola frase risuonò più come una affermazione.
Lorace scosse leggermente la testa sempre mantenendo un sorriso disperato sul volto.
"Il minimo da poter fare con una ragazza del genere è amarla" mi disse, non rispondendo pienamente alla domanda da poco fattagli "la sua vita è letteralmente nelle mie mani. Me la affidarono, 24 anni fa, e quando mi dissero ciò che il fato riservava per lei, inizialmente pensavo fosse solo una sciocchezza e che si sarebbe costruita la sua vita da sola, a prescindere da ció che veniva predetto a proposito del suo destino" continuó e fece una breve pausa prima riprendere "è stato dopo che ha scoperto di essere una Kamrow che ho iniziato a preoccuparmi veramente e capii che ormai ogni scelta che faceva e ogni cosa che le sarebbe capitata da quel giorno sarebbe stata una mia responsabilità"
Quando Lorace concluse mi guardó e mi accennó un sorriso sincero.
"È fortunata ad aver trovato uno come te" mi disse prima di sospirare e cambiare argomento "la situazione in cui è ora comunque mi ricorda molto quella di Sarah, ma a sua differenza, io non riscontro problemi come Joyrah" continuò riferendosi alla guardiana che avrebbe dovuto vegliare sulla piccola.
"Penso sia un bene" gli risposi sincero "almeno tu puoi aiutarci a capire cosa sta succedendo"

L'indomani la situazione di Jey non era cambiata e tutti noi non potemmo far altro che essere sempre più preoccupati.
"Io l'avevo detto di non fidarci" mi disse Theo avvicinandosi a me, seduto ancora sul letto insieme a Jey.
"Ancora non sappiamo effettivamente cosa sia successo" lo ripresi, ma come dargli torto? "anche se, tutte le prove di ciò, portano a Nathan.." continuai dando voce ai miei pensieri.
"Ecco appunto" continuó il ragazzo sedendosi accanto a me "Stiles, hai dormito?" mi chiese corrugando le sopracciglia.
"Non ne ho bisogno" gli risposi, ma lo vidi subito dopo scuotere la testa.
"Resto io qui con lei, tu va a riposare" mi disse e non vedendo alcuna mossa da parte mia sospiró "so che non ti fidi nemmeno di me Stiles, ma sappi che tengo anche io a Jey e non permetterei mai che le accada qualcosa"
Theo continuó a guardarmi e quasi notai compassione nel suo sguardo.
"D'accordo" dissi solo e mi alzai lentamente dirigendomi verso la porta, poi peró mi rigirai a guardare il ragazzo che richiamai "Theo?"
"Si?"
"Grazie" gli dissi ancora e notai, per una delle prime volte, un vero sorriso da parte sua.

Quando mi sdraiai sentii nuovamente una strana sensazione in me e con quella, purtroppo mi addormentai.
Jey, cosa ti è successo?

Own Mind 2 || Teen WolfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora