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"Papà..." dissi con voce flebile, avvicinandomi di pochi passi a lui.
"Jey va tutto bene?" mi fece lui vedendo il mio stato, poi si alzò in piedi e venne verso di me, ed io non potei far altro che tuffarmi nelle sue braccia per stringerlo forte a me e sentire quel suo calore nuovamente nella mia vita.
"Non sai quanto mi sei mancato" gli dissi quasi piagnucolando, con la voce ovattata a causa della mia testa sulla sua maglia.
"Io non..." iniziò lui, poi semplicemente mi strinse a sua volta e per la prima volta mi sentii nuovamente a casa.
Quando ci staccammo i miei occhi erano pieni di lacrime, ma la cosa più strana è che non sapevo il perché di tutta questa felicità nel vedere mio padre.
"Dai su, venite a mangiare che si raffredda" ci fece mia madre, già seduta a tavola.
Mi voltai per andarmi a sedere al mio posto è vidi un piatto di lasagna fumante proprio davanti ai miei occhi.

Quella sera mangiammo e ridemmo, ci raccontammo aneddoti che non usavamo raccontarci ormai da tanto. Finalmente mi sentivo bene dopo tempo, e anche se in realtà del tempo passato non ricordavo quasi nulla, sapevo di non essere stata bene.
Era come se finalmente potessi vivere per me stessa e basta, come se potessi finalmente avere tutto ciò che ho sempre desiderato.
Era tutto perfetto, fin troppo perfetto.
Quando mi alzai da tavola erano le 22 inoltrate.
"Vado a fare una passeggiata nei dintorni va bene?" chiesi ai miei genitori che mi sorrisero.
"Certo, stai attenta e non tornare troppo tardi" mi fece mio padre, poi si alzò anche lui è incominciò a sparecchiare la tavola.
Salutai tutti velocemente e una volta presa una giacca pesante ed il telefono uscii di casa.
Mi incominciai a incamminare verso la strada principale del bosco, era umido a quell'ora, l'odore degli alberi e del muschio bagnato mi inebriava le narici e mi faceva sentire felice.
Una volta arrivata alla cupa casa poco lontana dalla nostra mi fermai un momento ad osservarla, era così familiare, come se entrando potessi riconoscere ogni tipo di stanza presente al suo interno. Poi, una luce si accede al piano superiore ed una persona si sporse alla finestra.
Ricominciai a camminare così frettolosamente per sperare che non mi avesse visto che quasi non mi resi conto di essere arrivata già ad una delle strade principali di Beacon Hills.
Presi il telefono decisi di chiamare Jackson, volevo passare un po' di tempo con lui.
"Jey, tutto bene?" mi fece quando mi rispose.
"Sono in giro, ti va di raggiungermi?" gli chiesi, ma lo sentii sospirare dall'altro capo del telefono.
"Scusami Jey ma oggi è giovedì, sono dai miei nonni, non ricordi?" mi chiese ed improvvisamente quel ricordo mi balenò in mente come se si fosse appena creato.
"Io... si scusami, ho molte cose per la testa" gli dissi solamente scuotendo il capo e cominciando a camminare lentamente verso il centro abitato.
"Va tutto bene? Ti sei ripresa?"
"Oh si, non preoccuparti, va tutto benissimo" continuai, poi mi fermai a vedere una locandina appesa ad un albero che diceva che alcuni ragazzi avevano organizzato una festa nella scuola per quella sera "Ora devo andare, ci vediamo domani?"
"Ma certo Jey" continuò, poi addolcì la voce "ti amo"
"Ti amo anche io, buonanotte" gli dissi e non potei far altro che far spuntare un sorriso sulla mia bocca.
Mi avviai verso la scuola e già in lontananza riuscii a sentire la musica che c'era ad alto volume.
Entrai nella scuola e quasi mi sembrò surreale vedere tutte quelle persone felici che si divertivano lì dentro.
Feci per dirigermi verso la palestra da dove proveniva quella musica, ma venni travolta da due ragazzi.
"Scusaci scusaci, siamo in ritardo" si difese uno dei due mettendo le mani davanti e ricominciando a camminare velocemente.
L'altro ragazzo che invece si stava ancora rialzando da terra con me, inizió a fissarmi.
"Io non..." iniziò, poi mi diede una mano per alzarmi a mia volta "scusami ancora, non andiamo molto bene a scuola e questa è l'unica cosa che possiamo farci per redimerci e-"
"Stiles!" lo richiamò l'amico che si era fermato un po' più avanti ed improvvisamente il ragazzo accanto a me si alzò e ricominciò a correre velocemente.
Questa scena non era solo un déjà-vu, sono sicura di averla già vissuta in passato.
E poi quel ragazzo, Stiles, ha un'aria fin troppo familiare.

Own Mind 2 || Teen WolfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora