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Fu un attimo.
Lagoona si fiondó fuori dalla porta, ma fu scaraventata a terra non appena la aprì dalla stessa ombra che avevo visto precedentemente.
"Credo proprio che Lydia e Jey avessero ragione" disse dolorante, con intanto Axel che le porgeva una mano per alzarsi.
Anche Lucas si avvicinó alla porta e si concentró bene per un momento, poi sospirò e si giró nuovamente verso di noi.
"È scappato, non ha lasciato nemmeno una traccia" disse con un cenno di frustrazione mentre richiudeva la porta.
"Ora sappiamo anche un'altra cosa peró" continuó Malia "lui sa molto più di quanto pensiamo sul nostro conto mentre noi sappiamo solo che giochetti fa con il suo anello"

Il pomeriggio restante passó così: chi cercava Jockoto nei dintorni dell'hotel e chi rifletteva.
Poi c'ero io, distesa sul mio letto, con gli occhi chiusi, in cerca di instaurare un rapporto telepatico con il mio guardiano.
"Lorace?" lo chiamai "Lorace mi senti?"
Sentii un fruscio familiare appena accanto al mio letto e quando riaprii gli occhi, lo trovai lì, in piedi.
"Qualcosa non va, Jey?" mi chiese il mio guardiano accennando un sorriso.
"Sarah come sta?" gli chiesi a mia volta sospirando.
"Sempre nella stessa situazione di quando siete partiti, non ha subito nè miglioramenti nè peggioramenti" continuó "sono restato a vegliarla giorno e notte, come da te richiesto"
"E Joyrah?" gli chiesi ancora, con dentro di me un briciolo di sollievo che Sarah non fosse peggiorata.
"Nella stessa situazione di Sarah" mi rispose "inoltre ho compiuto ció che da te mi era stato chiesto, Jey"
"Cosa?" chiesi confusa.
Riflettei un attimo ed oltre ad avergli chiesto di sorvegliare Sarah in mia assenza, non c'era nulla nel "reparto richieste"
"Mi era stato dato il compito di eliminare ogni ricordo dalla mente di Maya, sua sorella" continuó e per un momento il mio cuore accellerò. Quando mai gliel'ho chiesto?
"Lorace, io non ti ho mai detto una cosa simile" gli risposi e lui mi sorrise piano.
"Non direttamente" mi disse sospirando "Stiles mi ha detto che era una tua richiesta ed io l'ho esaudita"
Non è possibile...
"Stiles ti ha detto che era una mia richiesta?" gli chiesi di nuovo.
"Esattamente" continuó soddisfatto del suo lavoro.
Sospirai e poi mi sistemai meglio seduta per poterlo guardare più attentamente.
"Per oggi passa Lorace" gli dissi "ma credo che d'ora in poi dovresti smetterla di esaudire tutto quello che gli altri ti dicono per conto mio"
Lorace sembró confuso per un secondo, poi sembró capire.
"Non era una tua richiesta?" mi chiese, il viso aveva assunto un'aria mortificata.
"Volevo che Stiles potesse vivere la vita al meglio anche con Maya, non avrei mai desiderato che lei se ne andasse dalla sua vita" gli risposi e gli sorrisi in modo triste.
"Sono davvero dispiaciuto, Jey" disse chinando il capo, lasciando che due ciocche dei suoi capelli scuri gli ricadessero in avanti.
"Come ho già detto, per ora passa" gli dissi alzandomi e raggiungendolo, mettendogli una mano sul braccio rassicurandolo "ma la prossima volta che qualcuno ti chiede qualcosa per mio conto, prima assicurati che sia realmente qualcosa che io voglio, d'accordo?"
"Si, Jey" mi disse prima di alzare lo sguardo e guardarmi intensamente con i suoi occhi lucidi.

"Lorace..." gli dissi mettendogli una mano sul viso scolpito "stai piangendo?"
"Si..." mi disse sincero "fin'ora ho sempre cercato di aiutarti Jey, ma non sono mai riuscito a fare un bel niente... non sono riuscito a impedire la profezia sei anni fa, non sono riuscito a impedire che Sarah stesse in quello stato... non sono riuscito a farne nemmeno una giusta" continuó lasciando il suo tono solenne e abbracciandomi.
Ricambiai subito l'abbraccio e lo strinsi forte a me, lo sentii singhiozzare sulla mia spalla mentre gli accarezzavo piano la schiena piena di capelli.
"Lorace, va tutto bene, non è colpa tua" cercai di dirgli, ma presto sentii una scossa sulla mia gamba che mi fece sussultare e staccare da lui.
Guardai lì dove mi aveva fatto male e presi il telefono dalla tasca, ma lo rilasciai subito per colpa dell'ennesima scossa.
"Ma che cosa...?" dissi preoccupata. Il telefono era integro ma come lo toccavo una scossa elettrica mi trapassava tutte le ossa.
"Desolato, colpa mia anche questo" mi disse il mio guardiano da dietro mentre guardava il mio telefono fumare "noi di Klhokro non andiamo molto d'accordo con le tecnologie del futuro" si scusó, ma non potei far altro che sorridere.
"Oh tranquillo, mi serviva proprio un telefono nuovo" gli risposi per sdrammatizzare la cosa e riuscii a vedere, finalmente, un sorriso sulle sue labbra.
Passammo un altro po' di tempo insieme, io e Lorace, mi faceva davvero bene parlare con lui.

Quando ci riunimmo tutti quanti di nuovo prima di cenare, presi un attimo Stiles in disparte e gli feci presente quello che Lorace mi aveva detto.
"Quindi?" lo spronai dopo attimi di silenzio.
"È vero, mi dispiace" mi disse con lo sguardo basso "avevo appena scoperto di Sarah e del tuo guardiano, sapevo ció che sicuramente avremmo fatto dopo e ho chiesto che Maya perdesse i ricordi di me e vivesse una vita felice" continuó, stavolta fissandomi negli occhi.
"Va bene" gli risposi solamente, non sapendo cosa dire "ma la prossima volta, prima di far esaudire un desiderio non mio a Lorace, vienimene a parlare, d'accordo?"
"D'accordo" mi disse e sospiró "mi dispiace" aggiunse poi, e tutto quello che mi venne di fare fu di abbracciarlo.
Quando mi staccai, notai che ancora qualcosa non andava in Stiles e gli presi le mani.
"Cosa ti succede?" gli chiesi piano e, molto probabilmente con aria ironica, lui mi sorrise.
"Mi dispiace startelo a dire così, di punto in bianco, senza un motivo apparente e con tutti questi guai in giro ma, Jey... io ti amo" mi disse guardando poi da un'altra parte.
Corrugai di poco le sopracciglia e sentii il mio cuore battere sempre più forte e piano lo feci voltare verso di me.
"Mi ami?" gli domandai ancora sentendo un lieve bruciore negli occhi.
"Si, ti amo" mi confermó e mi sorrise piano.
Dentro di me ci fu un'esplosione di emozioni
"Beh mi dispiace" iniziai e notai il suo sorriso sparire per un momento "ma ti amo anche io"
A quelle parole il sorriso tornó e in poco tempo le sue labbra furono sulle mie. Mi mise entrambe le sue mani fredde sulle mie guance e io annodai le mie braccia attorno al suo busto.
Ci staccammo lentamente restando abbracciati e per un momento ci venne da ridere, ma senza parlare o dirci nulla.
È solo colpa mia se, dopo un po', quel bel silenzio intorno a noi svanì.
"Ti va di andare a trovare Sarah?" gli chiesi piano e lo vidi sorridere.
"Con molto piacere" mi disse prima di prendermi la mano e stringermela forte.

In poco tempo, grazie al teletrasporto, ci ritrovammo nella stanza d'ospedale dove Sarah aveva trascorso gli ultimi tempi. Insieme a lei, trovammo Lorace, vestito come un comune essere umano, seduto su una sedia lì vicino con un libro delle favole in mano.
Mi avvicinai piano all'unico letto della stanza lasciando la mano di Stiles per prendere quella di Sarah, fredda e immobile.
Cercai, ancora una volta invano, di trasferire un po' del suo dolore in me, ma d'altronde forse Lorace non aveva tutti i torti e in quello stato lei non ne sentiva alcuno.
"Ti assomiglia moltissimo" dissi a Stiles, con ormai le lacrime agli occhi, rivolti sempre verso mia figlia.
"Uno dei fattori per cui ho intuito potesse essere mia" mi rispose tirando su con il naso, si avvicinó di più a me per poi prendere con la sua mano più grande entrambe le nostre.
Lorace non disse nulla in quell'attimo, ma lo sentii ridere piano, cosa che avrei voluto far anch'io a dire il vero, ma il motivo rimaneva inspiegabile.
Quella situazione era più che strana, era triste, era confusa ed era anche un po' fuori posto considerando che fino a qualche mese prima eravamo completamente distanti gli uni dagli altri.
Eppure ora ci ritroviamo qui, tutti e quattro con Lorace compreso, come una famiglia creatasi da tempo.
Ma purtroppo, in situazioni come queste, c'è sempre qualcosa a rompere la calma e il silenzio, e quella cosa questa volta era il telefono di Stiles che dopo che incominció a suonare, sembró passare un'eternità prima che si decidesse rispondere.

"È Derek" mi disse poco prima di rispondere e potei sentire gli urli del ragazzo dall'altro capo del telefono.
"Ma dove vi siete cacciati? Vi abbiamo cercati ovunque" gli disse, forse furioso.
"Siamo venuti un attimo a trovare Sarah in ospedale, è tutto okay, ora ritorniamo" gli rispose calmo Stiles, spostandosi leggermente da noi per parlare più chiaramente e forse per non farmi sentire una parte della conversazione, ma molte volte il caro ragazzo dimentica il mio udito ultra sensibile.
"Da Sarah? Quando mai ve ne siete andati?" lo sentii ancora, molto probabilmente con una nota di rabbia nella sua voce "c'è un ragazzo qui che sta cercando Jey, dice di chiamarsi Nathan"

"Nathan?" chiesi velocemente facendo girare Stiles con tono confuso.
"Chi diavolo è Nathan?"

Own Mind 2 || Teen WolfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora