È passato ormai un mese dal nostro ritorno in città. Io e Lydia alla fine ci siamo trasferite a casa di Isaac come avevamo deciso, e devo dire che sembrava molto accogliente quanto piccola.
"Lydia io vado a farmi una doccia, d'accordo?" chiesi alla mia amica che si trovava in cucina a fare colazione.
"Oh certo" mi dispose con la bocca piena "dopo pensavo di portare Sarah a quel parco non poco lontano da dove andavamo scuola, per te va bene?"
"Almeno prende un po' d'aria. Grazie" le dissi sorridendo e dopo aver dato un bacio sulla fronte a Sarah e presa la roba da vestire insieme all'asciugamano e all'intimo, mi diressi in bagno, mi spogliai, aprii l'acqua ed entrai.
Un brivido mi percorse dalla testa ai piedi quando la mia pelle entrò in contatto con l'acqua fredda della vecchia casa di Isaac. Se c'era una cosa da cambiare in quella casa, era mettere una bella caldaia e far arrivare l'acqua calda.
Mi sciacquai tutto il corpo prima di insaponarlo, ma da fuori, anche se erano solo le 9 di mattina, sentii un fruscio in mezzo agli alberi, sotto la finestra del bagno dove affacciava la doccia. Mi sporsi per vedere se trovavo qualcosa, o qualcuno, in mezzo a quei rami fitti, ma non vidi nessuno e scacciai le mie paranoie continuando la mia doccia fredda.Uscii dalla doccia mezz'ora dopo. Anche se fredda, era molto gradevole.
Mi asciugai per bene prima di vestirmi, ma il continuo pensiero che, ne ero sicura, ci fosse qualcuno sotto la mia finestra, mi agitava e forse faceva un po' arrabbiare.
Sospirai prima di iniziare ad asciugare i miei lunghi capelli biondi e coprire ogni rumore presente in quella stanza da bagno. Nonostante il phone non mi faceva sentire nulla, percepii qualcosa di strano dietro di me, qualcosa che molto probabilmente non conoscevo.
Spensi l'aggeggio elettronico e mi sporsi allo specchio per vedere se qualcuno si fosse appostato dietro di me con un coltello nell'attesa di uccidermi come accade nei film, ma non vidi nessuno, eppure quella sensazione ancora c'era, così come la paura di voltarmi.
Decisi di farlo piano, con il phone ancora in mano per usarlo come arma.
Mi girai velocemente alla fine e per un momento i miei occhi ebbero un flash. Un uomo, dal naso a punta, i lunghi capelli bruni con sfumature bionde e un abito color blu notte diviso in camicia e pantaloni, entrambi molto attillati, era di fronte a me che mi guardava. Come l'istinto mi diceva di fare, gli sbattei contro il phone che peró bloccó con una mano, come se fosse la cosa più leggera del mondo.
"Salve, mia signora" mi disse abbassando lentamente la mia mano insieme al phone che ormai, anche per me, era diventato leggero come una piuma.Posai l'arnese elettronico sulla cesta attaccata al lavandino e mi stropicciai piano un occhio.
Lo guardai in tutta la sua stranezza e bellezza allo stesso tempo. Un uomo con i capelli così lunghi e vestito così stranamente non si vede molto spesso in giro di questi tempi.
"Chi sei tu?" gli chiesi solamente cercando di mantenere la mia voce più ferma possibile, anche se temo sia uscita tremolante e come in un sussurro.
"Io sono Lorace, guardiano di stelle e galassie e vostro protettore, mia signora. Così come mio padre ha fatto prima di me e come il padre di mio padre prima di lui, così per tutta la stirpe della mia famiglia" mi disse in modo lento e cauto, mantenendo una voce che era tra un misto soave ma anche molto profonda "al vostro servizio" aggiunse.
Restai un momento a fissarlo poi, molto probabilmente vedendo che ero a disagio, Lorace cercò di accennare un sorriso, risultando peró meno convincente di prima.
"Il mio guardiano?" dissi solamente scuotendo la testa "Perchè mai dovrei averne uno?"
"Mia signora" inizió "ogni Kamrow potente di tipo Incly ha un proprio guardiano. Come il sono il tuo, mia signora, anche tua figlia, Sarah, è protetta da uno della mia specie perchè di tipo più potente del nostro" mi spiegó.
Sospirai piano e per un momento misi una mano nei miei capelli per sentire che non erano nè troppo bagnati e nè troppo asciutti.
"Posso offrirti qualcosa Lorace?" chiesi impacciata e con un sorrisetto sbilenco.
"Se tu vuoi, mia signora, che io prenda qualcosa, allora saró lieto di accettarla" mi disse solante raddrizzando la schiena.
"Tu cosa desideri in questo momento? Indipendentemente dal mio volere" gli dissi guardandolo e lo vidi pensieroso.
"Beh ecco, nonostante il teletrasporto, è stato un lungo e faticoso viaggio, mia signora" mi disse sistemandosi la camicia "un bicchiere di quella che voi chiamate acqua andrà bene" mi disse e mi sporsi per aprire la porta, ma lui si mise davanti a me e l'aprì per primo facendomi passare.Come deciso, Lydia e Sarah erano andate al parco, perciò non c'era pericolo che scoprisse che un estraneo era in casa.
Diedi a Lorace da bere e poi lo feci sedere ad una delle tante sedie che accostavano il tavolo della cucina.
"Spiegami meglio questa cosa del guardiano Lorace, non l'ho ben capita se devo essere sincera" gli dissi sedendomi dal lato opposto del tavolo di modo di stargli faccia a faccia.
"Ma certo, mia signora" iniziò, ma lo bloccai.
"Ti prego, l'appellativo mia signora è peggio del mio vero nome" gli dissi scuotendo la testa e mettendogli una mano davanti in segno di fermarsi "chiamami semplicemente Jey, d'accordo?"
"Come desidera mi.." iniziò, ma poi si corresse "Jey"
"Bene allora" continuai "cosa stavamo dicendo?"
"Mi avevi chiesto di 'spiegarti meglio questa cosa del guardiano', come da tue parole" mi rispose accennando un sorriso "sin da quando i primi individui Kamrow e Naneshe di tipo Incly sono venuti a crearsi sulla Terra e altrove, la mia famiglia ha pensato di proteggere coloro che erano più forti e di consigliarli nel caso decidessero di intraprendere una brutta strada una volta scoperti i loro poteri" mi spiegó, ma lo bloccai nuovamente per non so quale volta nella giornata.
"Un momento, hai detto che Kamrow e Naneshe di specie Incly sono presenti in altre parti dell'universo?" chiesi scioccata.
"C'è vita così come c'è sulla Terra in moltissimi altri punti dell'universo, ma solo alcuni sono raggiungibili" mi spiegó guardando il bicchiere vuoto d'acqua.
"Ne vuoi dell'altra?" gli chiesi e lui mi sorrise piano facendo su e giù con la testa.
"Ti ringrazio" mi disse quando gli riempii il bicchiere "da noi abbiamo una bevanda chiamata Kjolha, è l'equivalente della vostra acqua, peró è verde" mi spiegó finendo anche il secondo bicchiere.
Sorrisi leggermente vedendolo gustarsi l'acqua che per noi è una cosa invece da tutti i giorni, poi vedendolo ancora un po' impacciato e rigido mi venne un'idea per rompere ancora un po' di più il ghiaccio."Lorace?" lo richiamai attirando la sua attenzione "perchè non mi racconti la tua storia?"
STAI LEGGENDO
Own Mind 2 || Teen Wolf
FanfictionUn nuovo inizio. Di nuovo. Lontano da tutto e tutti. Un piccolo senso di sicurezza si fa spazio in Jey e una parte piú responsabile dovrà nascere per questa nuova persona che presto diventerà tutta la sua vita. Ma soprattutto dovrà vedersela nuovame...