Natale caldo rumore - prima parte

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25 Dicembre
Il mio giorno preferito in assoluto!
Non c'è niente di meglio del calore di questo giorno, della bellezza dell'albero addobbato con amore, e dei cioccolatini appesi. Per nostra tradizione.
Quelle luci colorate che lampeggiano lentamente, mettono allegria e tranquillità allo stesso tempo. Questo, se la canzoncina è spenta, ovvio. Altrimenti verrebbe voglia di attaccare quell'albero come un gatto che non vede l'ora che se ne vadano tutti, per poi far sembrare tutto un incidente.
Il thé, o il latte bollente, con i biscotti alle noci di mamma che ci aspettano. Come l'inevitabile profumo (che per me è odore) di cibo appena ci si sveglia, tra avanzi della vigilia e le novità in pentola.
I parenti affollano la casa già dalle dieci, undici del mattino. Chi arriva con panettoni, chi con bottiglioni di spumante, pasticcini e quant'altro.
Cibo a volontà, credo troppo. Ma a casa mia c'è una regola, il cibo non si spreca, e non si butta mai! Ma se ne fa parecchio, soprattutto sotto le feste.
Il venticinque dicembre è magico. Per me lo è sempre stato, e sempre lo sarà. È da quando ho i primi ricordi sfocati che so, che la mattina di Natale si scarta qualcosa.
Anche solo il minimo, ma lo si fa tutti insieme.
Quell'emozione unica che uno tanto aspetta. Indifferentemente da cosa nasconde quella bella carta argentata, e quel fiocco rosso. Vestiti, oggetti visti e desiderati, ma lasciati lì in vetrina. Calzini pelosi e caldi, o un bel gioco di società.
Non ha importanza, non l'ha mai avuta più di tanto. Ciò che conta davvero, sono quei sorrisi sui nostri volti. Come se Babbo Natale, questa volta si fosse fermato a bere una tazza di latte insieme a noi.
Li vorrei sempre così. Io li ricorderò sempre così, come piacciono a me. Con il profumo di freddo, e il calore della cena. Non ricorderò i problemi, anche se imparerò. Vorrei farlo sempre, ma lo farò forse alle volte.
Questo momento unico, una volta l'anno. Quando si gioca con la neve, anche se ce ne talmente poca, che si intravede ancora l'erba.
Si perché anche a sedici, vent'anni, e perché no a settanta, ci si può sentire bambini dentro. E far sentire a chi è accanto, quella magia e voglia che si ha ancora dentro, di rimanere, di ritornare indietro nel tempo. Di stare insieme, o anche solo condividere una fetta di panettone.
Nessuno ce lo vieta, ogni tanto ce lo vietiamo da soli.
Lo facciamo quando le cose non vanno come avremmo voluto. Quando chi abbiamo di fronte, non è come vorremmo. Quando il regalo ricevuto, non è proprio quello che ci aspettavamo. Quando il messaggio che sarebbe dovuto arrivare, non arriva. Quando proviamo a fare qualcosa, e non va come avevamo sognato.
Facendo un ragionamento veloce tipo due più due, direi che quando le cose non vanno come avevamo sperato, è perché non lo abbiamo voluto veramente. Tutto qui. Perché se si desidera veramente qualcosa, se lo si va a prendere. Senza dare conto a niente e a nessuno.
Dobbiamo smetterla di non fare abbastanza.
O magari fare troppo, seguendo la direzione contraria. Regalando la cosa giusta, alla persona sbagliata.

Non sbagliando regalo.

AMANDOTI AD OCCHI CHIUSIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora