Delusioni

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<< Buongiorno amore, sveglia! È venerdì, e io ho un'idea fantastica! >>
Apro gli occhi, e vedo davanti a me il mare.
Non faccio in tempo ad aprirli per bene, che mi regala una sveglia "alla papà", scuotendomi dolcemente le spalle.
Anche se dolcemente, io non lo sopporto.
<< Giorno... credo che dovrò iniziare ad utilizzare la regola di mia sorella. Quella di non interagire con nessuno, la prima mezz'ora del mattino. Potrei diventare una iena, con un altro risveglio del genere. >> mormoro a bocca socchiusa in cerca delle forze per reggere un discorso.
<< Ma va, che dici. Tagli oggi ? Vorrei portarti in un posto. >> mi sussurra all'orecchio.
<< Sei matto? Non posso. Ho il compito di matematica oggi. Non posso mancare. >> Sbotto alzandomi di scatto.
<< E dai, smettila di fare la secchiona. Stai tutti i giorni buttata sui libri, prenditi un giorno in più questa settimana. >> insiste cercando di addolcirmi, baciandomi ripetutamente la mano e andando verso il braccio.
<< Non lo so... potrebbero anche chiamare a casa. In quel caso sarei fottuta. >> aggiungo meno convinta che mai.
<< Figurati se chiamano, non manchi mai da scuola. Sei una secchiona, te l'ho detto. >> ribadisce, arrivando al collo; la cosa mi manda fuori di testa, e lui lo sa bene.
<< No, non lo sono! Sono solo brava in quello che faccio ... ma cos'hai in mente? >> gli chiedo avvicinandomi verso il bagno.
<< Se vieni con me, lo scoprirai. >> risponde con quello sguardo da furbetto.
<< Ti odio. >> mormoro a denti stretti, mentre lo spazzolino fa il lavoro al posto mio .
<< E io invece ti amo. >> ribadisce simulando dei dolci baci per me .
<< Ovvio! Come non amarmi? Anche io ti amo cucciolo. >> rispondo sputacchiando il dentifricio nel lavandino .
Salto quindi il compito di Francini, professore di matematica. Dovrei recuperare il 60/100 dell'altra volta. Me la farà fare lunedì, conoscendolo. E soprattutto me la farà pagare cara.
Messaggio a Dada:
"Oggi salto. Se chiedono di me, di che mi hai sentito ieri, e non stavo bene. Poi ti spiego. "
"Ok tata. Cosa combini maialina?"
"Nulla che io sappia ancora. Ti scrivo più tardi. Devo far finta di andarea scuola. Beso."
Scendiamo di casa insieme, come ogni giorno. Oggi però, le strade non sonoopposte. Andiamo dalla stessa parte.
Non so quale, però.
Prendiamo il settantadue, destinazione centro Torino.
Una bella colazione al bar, dopodiché iniziamo a girare senza meta.
<< E' questo, che avevi in mente? Una bella giornata insieme qui? >> gli chiedo sbaciucchiandogli le guance.
<< Molto di più. Facciamo un po' di shopping per te. >> risponde prendendomi per mano e velocizzando il passo.
<< Che? Pensi che ne abbia bisogno? E dove hai preso i soldi. Kevin, non dirmi che hai fatto cazzate. >> aggredisco in modo scocciato.
<< Già che mi chiami per nome, mi agito. E poi punto uno no, non ne hai bisogno, volevo fare una cosa carina. E due, non ho fatto niente di male; me li ha spediti mia zia da Molise. Sono circa trecento euro.
Ti avevo parlato di lei. E di mio zio, che per ora è in carcere ma uscirà a breve. >>
<< Si, ricordo vagamente. Ok... ma qual'è il punto? >> chiedo ancora più basita di prima.
<< Che non ho fatto niente di quello che pensi. Ha saputo che la mamma mi ha sbattuto fuori, e ha pensato di aiutarmi. Mi ha anche proposto di andare giù per un po'.
Lo zio uscirà tra un mese, e avrà bisogno di una mano in officina. >>
<< Ma che dici?! Ovviamente hai rifiutato. Vero? >>
<< Non lo so amore. Devo vedere un po' di cose qui. Poi, non ti lascerei mai. Ma ho pensato anche ad un'altra cosa. Potrei andare a vedere com'è, e poi tornare su a Torino. Tu intanto finisci scuola, e poi vediamocome va. No? >>
<< No Kevin. No! Non esiste. Ma che razza di sorpresa è mai questa? E poi, basta con le sorprese, te l'ho già detto. Non vanno mai come uno vorrebbe! Quindi, smettila! >>
<< Ancora che mi chiami per nome? Vorresti dirmi che se io andassi, mi lasceresti? >>
<< Sicuramente non potremmo stare insieme. Sarebbe impossibile! Io spero proprio che tu non parta! >>
<< Se lui avrà bisogno, almeno per un mesetto o due, andrò. Poi vedrò, in base a come procedono le cose. >>
<< Voglio andare a casa! >> Inizio ad allontanarmi come un treno in partenza, senza voltarmi o preoccuparmi di chi è salito o meno.
<< Ma che dici !? Vieni qui, non fare la stupida. >> mi dice correndomi dietro, trattenendomi poi per il braccio. >>
<< Lasciami! Sarei dovuta andare a scuola, piuttosto che fare un ora di pullman per una notizia di merda, non credi? >>
<< Ah, la metti così?  Allora fai che cazzo vuoi. Tornatene a casa. Da sola però!
Si! Scappa, fai la bambina! Invece di affrontare le cose. Sei una stronza! >>
Dice gridandomi addosso, attirando coso l'attenzione delle persone.
Allungo il passo.
Aumenta il batticuore e mi sale di nuovo l'ansia.
Questa volta una diquelle forti, che non avevo ancora provato.
C'è tanta gente.
Troppa.
Volti sconosciuti che sfiorando infiniti sguardi, portandosi dietro il nulla.
Altri, hanno la fortuna o la sfortuna di rincontrarsi.
Corro, ma perdo il pullman. Se avessi corso più forte, l'avrei preso. Se solo avessi cominciato ad allungare prima passo...
Se solo stamattina avessi preso la mia strada.
Certo, lo avrei saputo comunque, ma non così. Non nel mio posto preferito.
Se...
I"se" e i "ma" non mi sono mai piaciuti.
Io ho sbagliato a cambiare routine. Lui ha sbagliato tutto oggi.
Colpo basso. Non lo avevo ancora conosciuto, questo Kevin. Permaloso e soprattutto presuntuoso.

Il mio "vivere" oggi.
Male. Ma vivendo comunque una situazione.
Un lui, non ancora sconosciuto.
Oggi mi ha deluso.

...

Scoprii dopo che sarebbero state tante altre, le delusioni.
Lo scopriamo sempre dopo.
E certo, chi di noi ha la palla di cristallo del futuro, per saperlo prima?
Nessuno.
Qualcuno?
Balle.

AMANDOTI AD OCCHI CHIUSIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora