I miei passi

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Una splendida domenica di primavera.
Non sento però cinguettare gli uccellini. Qui c'è il bus che passa sotto casa, e disturba il sonno, già dalle cinque del mattino.
Per mia fortuna, ho il sonno pesante.
Solitamente mi sveglia solo il mio Iphone, con la canzone di default "cima". Odiosa tra l'altro. Dico sempre che la cambierò ma non lo faccio mai. È che c'è l'ho da una vita, e ho paura che cambiandola, al mattino penserei che non sia la mia sveglia; rischierei quindi di non alzarmi affatto. Proverò quando non ci saranno rischi.
Un risveglio più piacevole, è quello della mamma. Mi accarezza le spalle con dolcezza, dicendomi "Lena, è ora di svegliarsi amore."
Ma da quando Kevin è qui, non entra più in camera al mattino. Non so il perché. Non mi va, di chiederglielo.
Magari lo fa per evitare scene di nudo, alla Shameless.
No, non è da me. Dovrebbe saperlo.
Evitiamo di fare cose sconce, quando loro sono a casa.
Un fatto simile, potrebbe cancellare l'esistenza della mia dignità.
Potrei, e vorrei sprofondare tre metti sotto terra, se mi dovessero mai beccare, in situazioni a dir poco imbarazzanti. Mi è già quasi capitato, al primo incontro con la mia cara suocera.

Il risveglio di papà? No grazie. Lui, è capace di svegliarti con tromboni e padelle. Stile risveglio militare "Sveglia, è tardi!"e mette un ansia pazzesca.
Pure in vacanza al mare, il giorno in cui andammo a Mirabilandia, pensò bene di svegliarci energicamente. Le povere vittime fummo io, Jo, e le mie cugine.
"In piedi! Sono le dieci! Mezza giornata, l'avete già persa!"
Noi, in piedi in meno di un millesimo di secondo. Eppure, sia io che Sonia, avevamo messola sveglia alle sette. Che ore erano? Le sette e quarantacinque.
Si, devo ammetterlo. Mio padre ha un grande difetto. Ha la fobia di arrivare in ritardo, o non arrivare in tempo. Dove? Ovunque. Pure dal macellaio, o al supermercato.
È tremendo.
Quella della domenica, è una vera e propria rinascita, per me. Niente programmi. Niente fretta. Niente problemi.
E poi, è primavera! Non vedevo l'ora, di riabbracciare il sole. Lui, non vede l'ora di regalare un po' di colore, a tutti questi visi pallidi, usciti da un inverno, quasi inesistente.
I miei dicono che è comunque stata dura con il lavoro quest'inverno,ma un piatto caldo, non è mai mancato. Grazie a loro.
Per me ora, partono le belle stagioni. I miei iniziano a lavorare di nuovo a tempo pieno, il sole scalda di nuovo la mia stanza. Io, mi sveglio da quel letargo interiore, in cui casco ogni anno.
Primavera, e poi estate. La prossima poi, sarà diversa da tutte le altre perché sarò libera da ogni impegno scolastico. Questo, per il resto della vita! E se tutto va bene, con una bellissima qualifica, in mano.
Le cose sembrano migliorare.
La nonna, causa visite mediche, ha posticipato la partenza. Arriverà a giugno.
Kevin, sta mettendo la testa a posto. In teoria.
Arriva a casa alle sette, e con un viso fresco e pulito. Sta cercando un lavoro, ed è sempre in giro a portare curriculum.
Dice.
Ogni tanto, andiamo insieme. Anche se ultimamente mi sto dedicando meno a lui, e più alle mie tesine, visto che entro tre mesi dovrò finire, e studiare a memoria parola per parola.
A lui non va giù la mia scarsa attenzione nei suoi confronti.
Si tratta solo di qualche ora in meno. Quando prendo i libri, mi si piazza vicino, come un gatto che struscia in cerca di attenzioni. Se lo rifiuto, scappa via... come uno di quelli randagi, non facendo più le fusa. Anzi, graffia.
Poi però torna per cena, e si fa finta di dimenticare.
Oggi mi annullo al mondo, almeno per qualche ora.
Cara domenica, sei mia!
Finalmente sola! Avevo proprio bisogno, di un po' di tempo, tutto per me.
I miei riposano, Kevin esce con amici.
Io? Mi godo in completa solitudine, in completo fitness, questa meravigliosa giornata di sole. Corro, cammino e passeggio spensierata. Penso, sogno e soprattutto sfogo tensione e rabbia. Sarà almeno un mese che non vado a correre.
Prima, lo facevo almeno due volte a settimana. Ultimamente, ho avuto meno tempo, anche per me stessa.
Mi ci voleva proprio!
Oggi non voglio pensieri. Oppure, voglio i peggiori, tutti insieme. In modo, da poterli eliminare del tutto.
Discorsi inutili.
<< Vai a correre... così? >> mi chiede Kevin a tono deciso.
<< Così come? >> rispondo basita.
<< Dai, non fare la scema. Così... sei tutta attillata. E in più, hai messo il top? Non fa ancora un po' freddo? >> insiste.
<< Attillata? Io sono semplicemente comoda. Come dovrei andare, scusa? E poi sì, ho il top. E di dirò un'altra cosa, il set comprende anche la felpa, che mi porterò dietro; In caso avessi caldo me la toglierei rimanendo solo con il top. Sai com'è, quando uno inizia a scaldare i muscoli... >> dico cercando di ironizzare il più possibile, conoscendolo ormai.
<< Si amore, lo so. Ma non hai qualcosa di più pesante, da metterti? >> dice avvicinandosi al mio armadio, aprendolo.
<< Sì, ho altre due tute praticamente identiche, di colori differenti. Direi che questa può andare, non fare il geloso per favore. >> dico avvicinandomi a lui, richiudendolo scocciata.
<< Geloso? Ma che dici, penso solo alla tua salute. >> (cazzata) dice stringendomi forte a se.
<< Si come no gelosone, ammettilo! Sei geloso, dillo! >> dico punzecchiandolo, pur sapendo che al momento è parecchio infastidito.
<< E ok lo ammetto, un po' lo sono. È che tu sei così bella, e non vorrei che gli altri sai... >> dice accarezzandomi i capelli,cosa che a me fa impazzire. È lui lo sa bene.
<< Ma gli altri cosa? Devi fidarti di me, io sto con te! Vado solo a correre, e a godermi una bella giornata immersa nei miei pensieri. >> rispondo staccandomi, mettendomi alla ricerca delle scarpe da ginnastica.
<< Senza di me.... Tu vuoi stare sola, come mai? Il telefono lo porti? >> ribatte guardandomi come un cane lasciato a casa dal padrone.
<< Si per ascoltare la musica, lo avrò al braccio. Se pensi di scrivermi, sappi che ti risponderò quando riuscirò. E ora fammi andare, e stai sereno, che io ti amo. >> dico frettolosamente chiudendomi la felpa.
<< Si ma vedi di fare la brava, se no ti spezzo le ossa. E, anche io ti amo >> dice stringendomi le guance con la mano.
<<Si... ma stringimi meno amore, non sono forte come te. >> dico cercando di liberarmi più in fretta possibile dai suoi pizzicotti.
Non conosco il suo vero pensiero, ma il mio è semplice. Voglio solo staccare un po'. Lo vogliamo tutti, ogni tanto. No?

Devo recuperare i passi non fatti, i miei.
Oggi, ci sono solo io.

AMANDOTI AD OCCHI CHIUSIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora