Attacco d'ansia

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Non essendo proprio un'amante delle sorprese, di conseguenza non lo sono nemmeno del famosissimo pesce d'aprile; che nella mia classe, si festeggia alla grande!
Secondo voi, chi saranno mai le vittime, se non chi odia essere intromesso?
Tipo me, che sono un bersaglio perfetto.
Ogni anno se ne inventano una. Sia a casa, che a scuola.
Stamattina, papà mi ha messo il sale nel caffè. Banale? Sì, solo se te lo aspetti alle sette del mattino.
L'anno scorso a scuola, si erano messe d'accordo le ragazze. L'idea fu di Jessica, che di queste faccende se ne intende, avendo un fratello maggiore.
Cosa pensarono di fare, se non di prendere il cartone della carta igienica, (in realtà sarà stato più di uno) inumidirlo, riformandolo come se fosse un'enorme pezzo di cacca. Dopodiché lo piazzarono nell'ultimo bagno; quello dove vado sempre io, perché lo trovo più pulito. Bene. Ci andai, e mi trovai questo stronzo messo lì, dove vanno appoggiati i piedi.
D'istinto piantai un urlo così, forte che mi sentirono tutti.
La risata fu così chiassosa che li sentii dal bagno. Mi passò ogni strano stimolo.
Ammetto che anche io avrei voluto vedere la mia faccia, appena rientrata in classe. Un altro scherzo riuscito alla grande, direi !
Non ho idea di cosa mi possa aspettare ancora quest'anno. Dalle soddisfazioni trascorse, figuriamoci se non li ho incoraggiati a continuare.
Entro in classe, e la solita routine ha inizio.
In prima mattinata tutto tace, tranne qualche finta scoreggia durante la prima ora e qualche risata malefica improvvisata all'orecchio di qualche compagna fifona. 
Il solito pagliaccio di turno, che in questo caso prende il nome di Manuel.
Nell'intervallo, prima pecca delle stronze delle mie amiche se così posso definirle.
Mi passano un buon biscotto ringo.
Avete presente? Quelli squisiti con la crema in mezzo. Peccato che al posto della cremina, ci hanno messo la philadelpia.
Beccata in pieno, ma almeno non mi sento l'unica vittima. I biscotti "falsi"erano più di cinque.
Chi l'ha beccato, l'ha beccato. E figuriamoci se io non sono tra quelli.
Ma magari fosse tutto qui.
Torniamo dall'intervallo, undici banchi su ventiquattro scocciati con i giornali. Non so come abbiano fatto. Sono pazzi!
Uno pensa che la pagheranno in qualche modo. Arriva Francini, e anziché incavolarsi, come ogni docente al mondo probabilmente avrebbe fatto; inizia a ridere a crepapelle. Parte adare il cinque a tutti i ragazzi, poi torna serio.
<< Bene, ora pulite tutto in meno tempo possibile. Tipo cinque minuti. E dividete la carta, dallo scotch. Ovviamente, i minuti che andrete a perdere, li recupererete durante l'intervallo. >>
Parte un coro di "ma è impossibile" "che dice" "ma no prof".
Fatto sta, che in un modo o nell'altro, glielo fa fare.
Uno per uno.
Le ragazze dovevamo pur avere una rivincita, no?
Si mettono d'accordo tra di loro, che ognuno disfa ciò che ha creato, se così possiamo dire. Passano ben più di cinque minuti, e anche se in mal modo, dividono tutto per quel che si può.
Una volta finito, il prof da un bel cinque a tutte le ragazze. Parte un bel "Pesce d'aprile"ai ragazzi fatto con le loro mani!
Bisogna stare attenti a fare gli scherzi. Alle volte, possono ritorcersi contro.
Devo ammettere che è bello stare dall'altra parte! Mi impegnerò di più in futuro a riguardo.
La giornata però, non finisce con uno scherzo. Almeno, questo speravo lo fosse.
Un bel messaggio che mi aspetta lì, dopo aver appena cenato. Quando non hai bisogno di nient'altro, che abbracciare il divano.
Peccato che avevo il telefono sotto carica appoggiato sul divano, e vedo la notifica. "amore ti ha inviato un messaggio su whatsapp"
"Ciao cucciola, te l'avrei detto di persona. Ma l'ho appena saputo e devo dirtelo subito. Mi ha chiamato la zia Cecilia. Mi ha comprato il biglietto del treno per il sei di aprile. Mi spiace tanto dirtelo così. Non pensavo che la cosa avesse già preso piede. Mi ha appena chiamato dicendomi che mio cugino Marco ha bisogno di una mano, tra un po' ci sarà anche lo zio e insomma. Il resto lo sai. Ciò che non sai è che ti penserò ogni giorno. Ti amerò istante per istante senza dimenticare mai che ci apparteniamo e che non farò a meno di te. Spero farai lo stesso. Spero tu capisca che la mia, è una situazione difficile. Spero tanto amore mio, di non essere abbandonato anche da te .
Almeno tu, rimani.
Non lo sopporterei. Non riuscirei a superare un altra perdita. Sei unica per me, e l'unica con cui voglio stare. Ti amo tanto Lena. E ti chiamo per nome, come non piace a me, per farti capire che so bene, chi è il mio amore. Il mio amore ha il tuo nome."
Subito non ho reazioni.
"Non sono io ad andarmene." Rispondo
Il messaggio lo leggo così, senza nemmeno aver ancora digerito la cena. Come si fa a mandar giù un boccone del genere?
Mamma e papà sono vicini a me.
Senza controllo inizio a tremare. Il respiro si affanna. Gli occhi, quasi sfuggono.
<<  Lena, stai male ? Sei pallida, e stai tremando come una foglia. Cosa c'è tesoro? Vuoi bere un po'? Mi chiede mamma allungandomi un bicchiere d'acqua.
Non riesco a risponderle.
Il respiro continua ad essere intenso, e sento il cuore impazzire. Nonostante sia ferma, sto esplodendo internamente.
<< Vieni con me, andiamo a sciacquarci la faccia e a bagnarci un po' i polsi. >>
Mi appoggio a lei, senza nessuna forza per reggermi in piedi. Quel mondo che mi è crollato addosso è troppo.
Troppo pesante per me.
<< Sto meglio, grazie. >> mormoro tentando di calmare più lei, che me.
Non sto meglio affatto in realtà.
Torno sul divano, dove mamma e papà guardano un documentario in  tv.
Dico loro che Kevin intende partire, e scoppio in lacrime.
Mi abbracciano, tenendomi stretta a loro, senza dire una parola.
Mi infilo nel loro letto, e dormo insieme a loro come una bambina. Stasera ne ho bisogno. Non trovo però quel sonno profondo in cui si cade sempre bambino, indipendentemente da cosa accade durante la giornata.
Stasera mi tocca contare pecore su instagram, scorrere la bacheca, e vedere"l'oggetto del giorno" o la "bella del giorno" e i vari hashtag del "momento".
Sono le due di notte e non ho sonno, non so quando ricomincerò ad averne.

Un giorno, da non rivivere mai più!

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