35. Legame paterno

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Sono sempre stato molto legato a mio padre, il nostro era un legame speciale... indissolubile.

Purtroppo però come ogni cosa bella, finisce.

Lavori in casa, scende giù in cantina per prendere del materiale. Scivola, cade per le scale, batte la testa violentemente.

Muore.

Una morta così stupida e insensata, perché doveva capitare proprio a lui?

Eppure c'è qualcosa di celato in questa storia. Da giovane lavorava al circo, uno di quei tizi tutti pitturati che camminano sui trampoli, era un equilibrista.
E voi avete mai sentito di un equilibrista che è morto scivolando?

È un po come un nuotatore che muore annegato, che senso ha?
I gradini poi sono larghi perciò è difficile inciampare.

Iniziai a credere che ci fosse qualcosa di strano nella casa, più precisamente in cantina.

Ogni volta che passavo di lì sentivo brividi freddi lungo la schiena, mi veniva la pelle d'oca, e alcune volte, quando ero solo in casa, sentivo dei lievi lamenti.

Non sono mai andato in fondo a questa storia, non ho mai avuto il coraggio di scendere quelle scale per svariati motivi.
Ogni volta che sentivo queste sensazioni mi allontanavo velocemente da lì, qualcosa mi ha sempre turbato.

Finché un giorno accadde l'inspiegabile, qualcosa che ad oggi non saprei neanche immaginare se non l'avessi vissuta realmente.

Era una domenica mattina, circa due mesi fa. Ricordo che era una giornata uggiosa, fuori faceva abbastanza freddo.
Io e mia madre eravamo in casa.

Stavo tranquillamente guardando video su youtube sul letto di camera mia fin quando mia madre mi chiamò dalla cucina: <Lucaaaas!! È finita la carbonella, puoi andarla a prendere da giù?>

Rimasi un po turbato da subito.
<D-devo... andarci per forza?>
Domandai sperando che rispondesse negativamente.
<Andiamo Lucas... è successo quel che è successo, ma non possiamo fari i superstiziosi..>
<Va bene!> sbuffai.

Presi il telefono, lo misi in tasca. Mi avvicinai alla fatidica stanza.
Come al solito iniziai a sentirmi a disagio, sentivo molta energia negativa che mi avvolgeva. A passo lento arrivai a pochi centimetri dalla porta.
Sentivo una stretta allo stomaco e mi sentivo come se stessi per svenire.
Allungai la mano tremolante verso la maniglia.
All'improvviso una folata di vento gelido e, come se le avesse portate esso, una voce roca e fredda disse una frase alle mie spalle di cui capì solo le ultime parole: <Non scendere giù in cantina!>
Stranamente non ero spaventato, ma solo un po scosso.
Mi girai e vidi che non c'era nessuno. Rimasi lì pietrificato con un nodo in gola. Sentivo però qualcosa di caldo e famigliare intorno, ma non sapevo cosa diavolo fosse.

All'improvviso il telefono mi squillò nella tasca.

Inconsciamente tirai un sospiro di sollievo. Ringraziai mentalmente il mio miglior amico e tornai in camera per rispondere.

Passammo circa quindici minuti al cellulare e dopo mi dimenticai completamente di dover scendere giù e di aver sentito quelle parole.
Mia madre infatti venne in camera a protestare ma alla fine disse che andava lei.

Passarono pochi minuti fin quando un urlo agghiacciante mi fece accapponare la pelle.
Terrorizzato corsi fuori dalla stanza e vidi la porta della cantina chiudersi in un tonfo.

Avanzai lentamente, non riuscivo ad emettere voce. Arrivato alla porta sentivo delle botte che scuotevano quest'ultima come se qualcuno stesse sbattendo la testa contro essa.

Poi una risatina. Una risatina che mi face gelare il sangue nelle vene e mi fece iniziare e tremare dal terrore.

Non riuscivo a muovermi fin quando ancora una volta quella voce mi sussurrò "scappa".
Subito dopo un altro urlo allucinante e mostruoso mi scosse le ossa e la porta volò via con un boato.

Lì non capì più niente. Corsi come non avevo mai fatto senza guardare ed uscì dalla casa.
Quando guardai verso essa vidi una creatura nauseabonda appiccicata alla finestra strisciare contro essa con la bava alla bocca per poi abbassarsi e scomparire.

Una scritta sull'asfalto vicino a me recitava :

<È stato lui a spingermi quel giorno>

100+1 CREEPYPASTADove le storie prendono vita. Scoprilo ora