26. Non allontanarti da casa [parte 1]

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I miei mi avevano avvertito. Me lo avevano ripetuto tante volte, ogni giorno quando uscivo per andare a scuola mi vietavano di prendere l'altra strada.
Ma il fatto è che più mi mettevano in guardia più diventavo curioso.

Ogni volta che mettevo piede fuori mi fermavo pochi istanti.
Guardavo il sentiero alla mia destra, lo scrutavo con attenzione e nella mia testa mi scervellavo per capire cosa diavolo ci fosse di così strano e misterioso.
Sembrava un normale sentiero boschivo quasi uguale a quello che imboccavo per scendere in paese ed andare a scuola. Era soltanto più buio ed era molto trascurato, vi erano vecchi tronchi di alberi, rami e foglie secche cadute per terra, lì chissà da quanto tempo.

Eppure non mi era mai passato per la testa di andarci o quantomeno non lo avevo mai fatto.

Oggi invece mi sono svegliato con quell'assurda idea in testa, e non potevo mai immaginare quanto sarebbe stato fottutamente stupido.

Come ogni giorno sono uscito di casa per andare a scuola. Ho guardato il sentiero e ricordo di aver fatto un sorrisetto ed uno sguardo determinato della serie "aspettami, sto arrivando".

Arrivato davanti alla scuola ho convinto cinque dei miei amici a venire con me, per sfatare questo mito del "sentiero proibito" che gira in città.

Che egoista che sono stato, avrei dovuto farlo da solo, ero io l'unico pazzo a cui era venuto in mente di venire qui.

Loro però hanno accettato, compreso il mio miglior amico Leonard ed Emily, la ragazza per cui avevo perso la testa, anche se alla fine è stata lei a perderla la testa, e non in senso figurato... avevo pensato bene che magari questa grandissima cazzata ci avrebbe avvicinati.

Così ci siamo allontanati dalla scuola portandoci gli zaini.

Dopo essersi accertati che i miei non erano in casa, ci siamo passati davanti e abbiamo imboccato il sentiero proibito.
A passo costante avanzavamo inoltrandoci sempre più.
Nonostante fosse giorno avevamo bisogno delle torce dei telefoni per muoverci, dato che la vegetazione era così fitta da far passare solo pochissimi raggi di sole.

Mentre andavamo avanti mi sentivo osservato, era come se avessi degli occhi puntati addosso e avevo l'impressione che qualcuno si muovesse nell'ombra.
Mai il mio sesto senso si era rivelato così azzeccato nella mia vita, avrei dovuto assecondarlo.

Faceva freddo laggiù. Sentivo dei brividi attraversarmi la schiena di tanto in tanto.

"Secondo voi c'è veramente qualcosa di misterioso qua?"
Fu Leonard a rompere il silenzio.

Emily, scherzando e ridendo, gli rispose:
"Naaah..Ma dai, non crederai mica che ci sia un feroce assassino che si aggira in questo posto?"

Andrew rise e mormorò "Impossibile."

In quella sarcastica atmosfera che si era creata anch'io decisi di prenderla a ridere: "Zitti, rischiate che il killer ci becchi!"
La risatina leggera di Emily è stata l'ultima sensazione positiva che ho provato fin'ora.

All'improvviso però sentimmo la voce di Linda, la ragazza un po fifona che chiudeva la fila, sussurrare terrorizzata delle parole agghiaccianti: "R-ragazzi... sento u-un respiro... s-sul collo..."

Dopo un istante di silenzio gli altri risero.
"Dai non fare certi scherzi Linda!"
Rispose Leonard.
Ma io non ridevo, avevo un presentimento orribile.
La ragazza respirava in maniera affannata e non rispose, così alzai lentamente la torcia verso di lei e di colpo illuminai un agghiacciante maschera da hockey appena dietro la spalla di Linda.

Da lì è iniziato l'incubo.

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