fifteen.

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Calum non ha nemmeno lontanamente accennato al fatto che ho la sua felpa, questa sera.
Ha semplicemente fatto quello che sa fare meglio: l'impertinente.
Torno di là con gli altri e mi accomodo nel medesimo posto di qualche minuto fa.
I miei amici parlano ma io non li ascolto nemmeno. Guardo Calum.
Sono in un bel casino; penso cominciando a mangiucchiarmi le unghie con insistenza.
Mi sono presa una cotta per un ragazzo che ha il ciclo più volte al mese di me, fantastico.

***

Il giorno seguente, mi faccio coraggio e decido di affrontare Calum faccia a faccia.
Per questo motivo, adesso lo sto aspettando nel mio dormitorio.
Camille è fuori con Kristen e non tornerà per un bel po', quindi, quale momento migliore di questo?

«Entra pure.» affermo con superiorità non appena il moro si prensenta davanti alla mia porta.
Ho messo strategicamente addosso la sua felpa di nuovo. Voglio proprio vedere se non ha nulla da dire.
Calum non risponde, si limita ad entrare e sedersi sul divano, nello stesso punto nel quale ci siamo baciati l'ultima volta.
Rabbrividisco al ricordo ma non mi lascio abbattere.
«Allora? Di che volevi parlarmi tesoro?» ghigna lui incrociando le braccia al petto.
«Tesoro un cavolo, Calum, parliamoci chiaro.»
«Hai la mia felpa.» cambia discorso ispezionando il mio corpo da capo a piedi.
Adesso lo strozzo.
«Già.» rispondo infastidita. «Hai delle bruciature di sigaretta sulla felpa.»
«Sì, e allora?»
«Perchè diavolo ti spegni le sigarette sulla felpa?!»
«Perchè è cool.»
«Cos'hai che non va Calum...»
Il moro alza gli occhi al cielo. «Di che dovevi parlarmi?» sbuffa di nuovo grattandosi la nuca con impazienza.
«Di noi.»
«Noi?? Non c'è nessun noi.» risponde freddamente.

Non appena metto in ordine le sue parole nel mio cervello, sento il cuore spezzarsi.
Una lacrima bagna la mia guancia ed io non riesco a fermarla.
«Che cazzo ti prende?!?» sbraito, ormai in lacrime. «Ti rendi conto che non puoi fare così? Cazzo! Sono una persona Calum, ho dei sentimenti anche io, dannazione!» mi porto le mani sul viso provando a calmarmi.
Non ho idea di come mi stia guardando Calum in questo momento, non ha emesso un fiato.
«Mi spiace...» sussurra dopo un po'.
«Sono tutti bravi a parlare.» replico con una smorfia.
«Quando dormo con te non ho incubi.»

Spalanco gli occhi e, finalmente, alzo lo sguardo verso il moro.
Ha il capo chino tra le mani; mi siedo al suo fianco e continuo a fissarlo.
«C-come?» balbetto.
«Sei l'unica persona con la quale io riesca a dormire Edythe.» ripete un po' più forte.
Inizio ad accarezzargli il braccio e a tracciare le linee dei suoi tatuaggi.
Soprattutto uno mi colpisce: un uccellino con sotto il nome "Mali-koa".
Rimango imbambolata a guardare il suo braccio finché non sento di nuovo Calum parlare.
«Sei l'unica persona che riesce a cacciare i miei incubi.»
Il tremolio nella sua voce mi terrorizza, mi demolisce.
«Allora perchè mi respingi?!» urlo esasperata.
Sono stanca di litigare, sono stanca di stare male e sono stanca della solita tiritera di cui lui ed io siamo partecipi ogni volta che ci incontriamo.
«Non lo capisci?!» domanda lui alzando la voce di qualche ottava.
«Sinceramente no.» dico seguita da un lungo e pesante sospiro.
Voglio la verità, non ho più bisogno dei suoi stupidi giochetti infantili.
«Io non sono bravo con le persone, te l'ho già detto. Finirei per farti del male.» ci guardiamo negli occhi. «Tu sarai anche la mia cura Edythe, ma io non sono di certo la tua.» la serietà nella sua voce mi mette all'erta.
C'è dell'altro, deve esserci.
Provo ad avvicinarmi di più a lui per fargli capire che ci sono, che sono qui per lui.
«E non potresti diventarlo?»
«Ho passato cose, Ed...» rabbrividisce tra le parole; mi si stringe il cuore a vederlo così.
«Ho passato cose che non augurerei nemmeno al mio peggior nemico.» la sua voce si incrina verso la fine.
Capisco che è il momento, posso fare la mia mossa.
«Chi è Mali-koa?» chiedo cautamente, come se mi vergognassi.
Calum esita, boccheggia, e poi torna a parlare.
«Io...»
«Calum.» gli afferro prontamente la mano sentendomi coraggiosa. «Puoi parlarmi di tutto, ci sarò sempre.»
Il ragazzo fissa me e poi le nostre mani.
«Non te lo posso dire.» scuote la testa con forza, sta cominciando ad agitarsi.
«Non puoi o non vuoi?»
«Entrambi.»
«Dammi una motivazione.»
«Semplicemente non è il momento.»
Alzo un sopracciglio. «E quando lo sarà?»
«Quando mi sentirò a mio agio a parlarne.» risponde abbassando il capo nuovamente.
Non so chi sia questa Mali-koa; però sembra che i muri che Calum si è fatto per non far passare nessuno si stiano sgretolando.

Hoodie || Calum HoodDove le storie prendono vita. Scoprilo ora