Tre interminabili minuti passati a fissare le parole sul libro senza leggere.
Mi sento uno schifo, non avrei dovuto prendermela con Calum, mi aveva appena raccontato della sorella, dannazione.
Sono una stupida.
Ma lui non è da meno.«Cazzo.» borbotto fra me e me appuntandomi mentalmente che forse dovrei cambiare linguaggio.
Chiudo il libro velocemente e lo infilo nella borsa; tanto ormai è chiaro a tutti che me lo tenevo davanti solo per far finta di studiare.
Devo chiedere scusa a Calum.Mi passo nervosamente una mano fra i capelli disordinati, questa mattina non ho nemmeno fatto in tempo a farmi una doccia o a sembrare un minimo decente, tutta colpa della discussione avuta con Calum. Afferro il cellulare per guardare il mio riflesso sullo schermo ed emetto un gemito di disgusto. Così, prendo la mia borsa e mi tracino di malavoglia verso il mio amato dormitorio.
Nel frattempo, penso a come scusarmi con Calum; mia madre probabilmente sarebbe sicuramente riuscita a darmi il consiglio giusto.In realtà un'idea ce l'avrei, ma dubito che mamma sarebbe d'accordo, non so se mi intendo.
Ritorno alla realtà non appena, sbadatamente, vado a sbattere contro qualcuno.
«Sono così goffa, mi spiace!» provo a scusarmi, poi, alzo gli occhi e solo in quel momento riconosco il viso di Tyler Joseph.
«Ty...» mormoro.
«Ciao Edythe, io uhm, sono di fretta scusa.» dice il ragazzo cercando di superarmi per andare avanti.
«Aspetta, ti prego.» il mio tono disperato sembra convincerlo in qualche modo.
Ora siamo uno davanti all'altro, ci fissiamo negli occhi.
«Mi manchi Tyler.» affermo senza esitazione.
Il mio amico chiude gli occhi e si porta le mani sul viso con esasperazione. «Ed, non fare così.»
«Così come?»
«Così!» afferma nuovamente alzando la voce.
«Sta sera c'è una festa nel dormitorio di Calum.» cambio discorso. «Puoi passare se vuoi.»
Tyler annuisce appena per poi salutarmi e riprendere la sua strada.Ho appena fatto un'enorme cazzata.
***
«Ciao Camille.» saluto la mia coinquilina buttando la borsa sul divano della nostra camera del dormitorio.
La rossa viene fuori dalla cucina con un ridicolo grembiule rosa fosforescente.
«Ma che stai facendo con quel coso addosso?»
«Sto pregando la vergine Maria, Edythe. Ma secondo te?!?» esclama acidamente mentre io scoppio a ridere.
«Tu non cucini mai Camille.» affermo poi con le sopracciglia corrugate.
«Per Kristen sì.»
«Aw devi essere proprio innamorata.»
Camille arrossisce, cosa davvero rara, e torna in cucina seguita da me.
«Oddio, hai fatto i biscotti al cioccolato.» dico estasiata riuscendo a sentire il profumo di cioccolato.
«Già, ma sono più per me e per il mio ciclo che per Kristen.» risponde Camille portandosi una mano sulla pancia con una smorfia. «E tu come stai?» chiede tirando fuori il vassoio di biscotti dal forno.
La conversazione con la mia coinquilina mi aveva distratta per un attimo da tutta la merda che sta succedendo ultimamente.
«Uno schifo.» ammetto fissando il vuoto.
Camille non mi fa altre domande fortunatamente; si avvicina a me e mi dà un biscotto che io accetto volentieri.
«Comunque... Suppongo che fra qualche minuto Kristen sarà qui.»
«Sì.» annuisce Camille. «Oh, a proposito, sta sera ci saremo anche io e lei da Calum.»
«Davvero?»
Lei annuisce. «Ieri ho incontrato il suo amico, Michael, e mi ha invitata.» mi racconta alzando le spalle. «In più ha detto che potevo portare qualcuno, più gente c'è, meglio è... Così mi porto Kristen.»
«Ho capito.» annuisco. «Io ho invitato Tyler.»
«Tu che??»
«Non so cosa mi sia preso okay? Prima ho litigato con Calum, ed ero triste e... Mi mancano Tyler e Rose.» affermo abbassando gli occhi verso il pavimento.
«Oh Edythe...»
«Non dirmi che si risolverà tutto perchè non è vero Camille.» la interrompo con espressione adirata.
La mia coinquilina non ribatte, sospira solamente per poi tornare ai suoi biscotti.
Il silenzio viene tagliato dalla suoneria del mio cellulare: è Holly.
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Hoodie || Calum Hood
Fanfiction«La prima volta che ci siamo incontrati ero paralizzato, trattenevo il respiro, ma fin dall'inizio sapevo che avevo trovato l'altra metà del mio cuore.» *** Incredibile come sia cominciato tutto con una stupida felpa.