«Calum, basta.» riprendo dolcemente il mio fidanzato che sta per prendere l'ennesima birra dal tavolino.
Lui in tutta risposta emette un lamento contrariato ma obbedisce.
«Sei diventato il suo cagnolino, eh Calum?» scherza Michael, ormai ubriaco anche lui.
«Fottiti Mike.» biascica Calum.
«Ci pensa già Luke.» risponde Michael con noncuranza ricevendo uno schiaffetto sulla nuca da parte del biondo in questione mentre Ashton ride come se fosse la cosa più divertente al mondo.
Io alzo gli occhi al cielo difronte alla scena patetica di questi quattro ubriachi.
«Dai ragazzi, tutti a nanna ora!» esclamo battendo le mani.
I ragazzi fanno strani versi gutturali ma decido di ignorarli.
«Almeno tu Calum ti prego.» supplico il mio ragazzo mettendo su un broncio che dovrebbe apparire adorabile.
Calum annuisce lentamente e allunga il braccio cosicché io possa aiutarlo ad alzarsi dal divano.
Santo cielo, è peggio dei vecchi; penso mentre diamo la buonanotte ad Ashton, Luke e Michael, e poi trascino il mio ragazzo nella sua camera da letto.
«Riesci a spogliarti?»
«Mi vuoi nudo, eh Edythe?» domanda Calum maliziosamente facendomi alzare un sopracciglio.
«Sei proprio ubriaco... Forza vai a letto!»
«E tu cosa fai scusa?»
«Ti raggiungo.» rispondo rivolgendogli un piccolo sorriso per poi afferrare la felpa grigia e consumata di Calum dalla mia borsa.
Sento gli occhi del ragazzo bruciarmi sulla schiena mentre rimango solamente in mutande con la sua felpa sopra. Mi volto verso di lui e lo trovo con la bocca semiaperta a fissare il mio corpo per intero.
Ridacchio notando che indossa ancora la sua t-shirt e gli skinny neri, allora, mi avvicino per aiutarlo a svestirsi.
«Sei davvero carina quando indossi la mia felpa.» afferma ad un tratto dopo un lungo minuto di silenzio impiegato a sfilare gli indumenti dal suo corpo.
Sorrido per ringraziarlo e piego la sua maglietta ed i jeans posandoli sopra la scrivania.
«Sei proprio un maschio.» dico notando la confusione della sua camera.
Calum scrolla le spalle e, con solo i boxer, si infila sotto alle coperte seguito da me.
«Sei tanto ubriaco?» domando portando una mano sulla sua guancia morbida.
Il moro ride in risposta e chiue gli occhi. «Un pochino, adesso ho mal di testa.»
«Posso fare qualcosa per farti stare meglio?»
«Mia sorella è morta.»Il silenzio.
I miei occhi si spalancano per lo sconcerto.«Calum? Cosa-»
«È morta nel duemila e dodici.» mi interrompe.
Non riesco a guardarlo negli occhi in questo momento: ha lo sguardo fisso sul soffito bianco.
La notizia mi colpisce come uno schiaffo in pieno viso e mi allungo verso il mio ragazzo, cominciando a passare una mano fra i suoi capelli per calmare il suo respiro accelerato. Senza nemmeno rendermene conto, i miei occhi cadono sul tatuaggio di Calum che raffigura l'anno in questione con i numeri romani.
«È da anni che non c'è, ed io soffro ancora.»
«La morte di una persona cara non è una cosa che si supera così velocemente, te lo dico per esperienza.» spiego posandogli un piccolo bacio sulla fronte. Le braccia muscolose e abbronzate di Calum raggiungono i miei fianchi stringendoli come se fossero la sua unica ancora di salvezza.
E a me piace essere la persona che lo trascinerà fuori dall'oscurità dei suoi pensieri.
«Si chiamava Mali-koa.»
Calum ricomincia a parlare dopo qualche secondo di silenzio. Ancora una volta, il mio sguardo si posa sul suo braccio decorato con l'inchiostro nero, c'è scritto "Mali-koa" e sento il cuore stringersi al pensiero che Calum si sia tatuato tutto ciò che gli ricorda sua sorella.Ad un tratto, la presa sui miei fianchi svanisce e vedo Calum sporgersi per prendere qualcosa dal cassetto del suo comodino: mi mostra una foto.
La stessa foto che avevo trovato qualche tempo fa mentre frugavo fra le sue cose.
«Era bella e gentile.»
«Ti assomigliava tantissimo Cal.» mormoro.
«Quando è morta i miei genitori mi hanno mandato dallo psicologo perchè avevo smesso di parlare e me ne stavo sempre da solo. Per questo, Edythe, faccio fatica a relazionarmi con le persone. Tu non hai la minima idea della fatica impiegata per sembrare normale davanti agli occhi della tua famiglia.» Calum comincia a singhiozzare ed i miei occhi diventano lucidi.
Detesto vederlo così, non se lo merita, ma pensare a quanto si sia sforzato per me, mi rende davvero fiera di lui.
«Non ne avevo idea Calum.» sussuro cercando di non far vedere che sto effettivamente piangendo. Poi, mi sporgo verso di lui per un abbraccio confortante.
Nonostante tutto, sono felice che si sia aperto con me, che mi abbia mostrato il vero Calum.
«Non lo sa nessuno, solo tu ed i ragazzi.» mi parla piano all'orecchio, come se fosse un segreto.
«Io sono qui Calum.» affermo improvvisamente seria mentre con i pollici asciugo le sue lacrime.
«Non voglio perderti Edythe.»
«E non mi perderai. Ci sarò sempre.» rispondo costringendolo a guardarmi negli occhi.
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Hoodie || Calum Hood
Fanfiction«La prima volta che ci siamo incontrati ero paralizzato, trattenevo il respiro, ma fin dall'inizio sapevo che avevo trovato l'altra metà del mio cuore.» *** Incredibile come sia cominciato tutto con una stupida felpa.