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Ink's pov

Dopo aver ripotato Blue nel suo Au, tornai nel void. Dovevo ancora recuperare il mio pennello ma non potevo in quelle condizioni, non potevo mettere a repentaglio la vita del mio bambino. Sapevo che il piccolo era stato concepito perché io e quel glitch avevamo bevuto ma non mi importava. Era pur sempre mio figlio dopo tutto. Error. Non facevo altro che pesare a lui, non voleva crescere con me quello che doveva essere suo figlio. Povero piccolo, sarebbe cresciuto senza un padre. A meno che...Dream! Dream per un periodo era innamorato di me ma probabilmente non lo era più, ormai aveva Cross. Lasciai stare quell'idea, l'avrei cresciuto da solo, forse un giorno avrei trovato qualcuno disposto ad amarmi e a prendersi cura del mio bambino, il piccolo Paper Jam. Era un nome fantastico, come il bambino dopo tutto. Lui sarebbe stato bellissimo e avrebbe portato l'equilibrio nel Void. Per metà creatore e per metà distruttore, in lui si sarebbe celato un grandissimo potere e con il mio aiuto, sarebbe riuscito nel io stesso compito se non meglio. Chissà come sarebbe stato? Ossa bianche o ossa nere? Sarebbe stato anche lui un glitch come il padre? Oppure sarebbe stato anche lui un essere senza un'anima come me? Speravo con tutto il cuore che lui avesse un'anima, speravo che se doveva prendere almeno una cosa da Error, quel qualcosa fosse proprio un'anima con dei veri sentimenti. Non volevo vedere mio figlio essere costretto a bere da delle boccette delle essenze di sentimenti per essere felice o no. Non volevo vederlo ridotto come me. Non volevo vederlo ridotto ad un essere incapace di essere veramente felice, volevo vederlo sorridere spontaneamente, potermi raccontare con allegria o con tristezza e nostalgia tutto ciò che gli accadeva attorno. Come avrei tanto voluto fare anche io. Quanto avrei voluto essere stato capace di poter parlare con il mio creatore, capace di mostragli la mia gratitudine per avermi creato tramite la felicità. Ma ero solo uno schizzo incompleto, un essere disegnato su carta e abbandonato a se stesso. Un essere che nella sua solitudine era impazzito e che si era distrutto da solo, per essere ricreato ma anche quella volta, senza un'anima e senza emozioni. Forse io non ero la persona adatta per crescere Paper Jam, forse doveva essere cresciuto da qualcuno che aveva quello che io non avevo ma era come ingiusto per me. Era giusto che lui crescesse con me in quanto unico genitore che lo accettava. Dovevo impegnarmi al massimo per lui e sapevo che per farlo crescere bene dovevo fare molti sacrifici ma non mi sarebbe importato quanto avrei faticato. Anche la giornata più faticosa sarebbe diventata perfetta vedendo il suo sorriso beato nel suo volto a me ancora ignoto.  Chiusi gli occhi e mi lasciai cullare dai piccoli rumori che a volte provenivano dalle timeline e dai ricordi. Mi ricordavo perfettamente quando l'incontrai per la prima volta. Stava tentando di distruggere Underswap ma io riuscii a fermarlo. Ci provò tantissime volte finche un giorno non conobbe Blue e diventarono amici. Qul giorno per la prima volta si illuminò una di quelle boccette delle emozioni che non si erano mai illuminate: un verde imperfetto, la gelosia. Ero geloso, geloso che il mio migliore amico avesse anche un rapporto d'amicizia con il mio nemico. Ma tutto ciò non me lo sapevo spiegare, perché ero geloso di Blueberry? Perché quando guardavo il mio più grande nemico la boccetta che si illuminava non era quella dell'odio o del disprezzo ma quella di un rosso mescolato al rosa che simboleggia qualcosa di più di una semplice amicizia e l'opposto dell'odio: l'amore. Che io mi fossi veramente innamorato della mia nemesi? Che veramente io provassi quel sentimento che tutti conoscevano come amore?  Aprii gli occhi, sperando inconsciamente di trovarmi dinnanzi quel glitch, magari pentito di avermi detto di non voler quel bambino frutto di quella notte in cui i nostri corpi non erano i sé come le nostri menti, ma la sua anima e quella mia finta in realtà erano rimaste le stesse. Che fossero state proprio loro a decidere di farci passare quella notte di fuoco di cui non ne avevo memoria? Chissà com'era stato, perché non ne avevo nemmeno il  minimo ricordo? Perché non mi ricordavo neanche un possibile bacio riconducibile alla mia prima notte in cui giacevo vicino a qualcuno e quel qualcuno non era certamente stato Lust ma bensì Error. Quella notte a me ignota avevo potuto osservare i lineamenti del corpo di Error, probabilmente quasi identici ai miei ma probabilmente più resistenti e meno addolciti dei miei. Probabilmente lui aveva potuto accarezzare il mio corpo con le sue mani rudi e magari mi aveva detto anche qualche parola che dimostrava che lui non mi odiava ma che bensì mi amava. Ma perché lui se lo ricordava mentre io no? E veramente lui si era fatto toccare da me? Probabilmente era talmente ubriaco da permettermi di fare tutto ciò. Mi guardai attorno in cerca di lui, in cerca di un suo segno o di qualcosa che riconducesse al suo passaggio. Niente, sentivo su me uno sguardo che mi scrutava, mi voltai, era un'ombra. Cercai di inseguirla ma essa scomparve, nera solo frutto della mia immaginazione. Sospirai e iniziai a controllare gli Au. Era tutto così tranquillo e di Error, nessuna traccia del suo ipotetico passaggio.

DustBerry: amore pericolosoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora