《Alice...》
Le mie mani tremano tenendo l'ultimo pezzo di giornale strappato.
《Non sapevo come dirtelo e se dirtelo e così ho optato per una via di mezzo.》
Sento Emanuele parlarmi alle spalle e spero con tutto il cuore che non sia stato lì sullo stipite della porta a vedermi mentre con fare agitato leggevo tutte quelle informazioni scioccanti.
《I...Io...》
Rimango con le parole in bocca non sapendo bene cosa formulare e come formularlo.
《Vieni qui.》
Allarga le braccia ma io non riesco a muovermi di un centimetro.
Si avvicina e mi abbraccia, subito rimango pietrificata dal suo comportamento e mi chiedo come sia possibile che non sia scoppiato in lacrime ricordando tutte queste cose, poi una seconda domanda mi passa per la testa: perché proprio io? Perché mi dice queste cose?
《Perché?》
《Cosa?》
《Perché mi hai detto tutto questo?》
Mi solleva il mento così che possa guardarlo negli occhi.
《Piccola ascolta, mi sentivo di dover svelare una parte di me. Vivremo assieme per chissà quanti giorni o settimane o mesi...》
Sforza un sorriso e mi passa pollice su una lacrima che mi cadeva sulla guancia.
《Poi, non so, c'è qualcosa in te che...》
《Che?》
Mi esce più come un sussurro che una domanda vera.
《Che mi spinge a volerti nella mia vita.》
I nostri occhi sono incastrati e ci perdiamo in un misto tra il marrone e il verde, sembra eterno questo momento, fino a quando lui non mi passa il pollice bagnato delle mie lacrime sulla bocca e mi accarezza il labbro inferiore, un gemito mi esce dalla bocca per lo stupore.
《Alice?》
Annuisco muovendo la testa piano per colpa del mio corpo che non reagisce più.
《Resistimi》
《Cos...》
Mi ritrovo contro il muro con la sua bocca sul mio collo, con una mano mi spinge contro la parete e con l'altra mi tiene ferme le braccia, il suo corpo è attaccato al mio.
Il suo respiro affannato contro il mio collo e i suoi baci caldi mi percorrono tutto il corpo e la parola che prima mi ha detto, "resistimi", mi sembra così lontana, come potrei resistergli se non riesco a muovermi?
《CAZZO!》
Sì stacca infuriato da me e sbatte i pugni sula scrivania facendo volare ovunque i pezzi di giornale.
《No!》
Mi inginocchio perterra cercando di riprenderli.
Lo sento respirare sempre più veloce e ho paura possa fare danni, l'unica cosa che riesco a fare e appoggiare la mia mano sulla sua guancia.
Il suo respiro si calma e torna regolare e le sue mani strette a pugno si rilassano.
《Forse è meglio che vada a dormire.》
Sì gira per uscire dalla stanza ma qualcosa lo blocca, la mia mano gli stringe il polso decisa a non mollare la presa ma tanto lui sembra non voler porre resistenza.
《Se resto tu parlerai ?》
《Si perché? 》
《Perché non posso stare con te se non mi parli, perdo il controllo, non ho niente su cui concentrarmi.》
Ha appena perso il controllo per colpa mia? Non è mai successo, di solito i ragazzi mi ignorano o mi seguono solo per qualche giorno cercando qualcosa che non esiste.
《Okay》
Mi sdraio sul letto e lui si sdraia vicino a me gli faccio appoggiare la testa sul petto e gli accarezzo i capelli, sono morbidi e lisci e il castano riflette la luce della stanza.
《Perché sei così rigida quando ti sfioro, quando ti tocco?》
I brividi mi percorrono tutto il corpo a quella domanda e un conato di vomito mi sta per risalire dallo stomaco.
《Non è vero.》
Sì solleva sui gomiti e mi guarda.
《Sì Alice. 》
《Mi ritornano alla mente brutte cose.》
La sensazione di sporco mi trapassa tutto il corpo.
《Cioe? Sei obbligata a dirmelo, io ti ho svelato il mio segreto.》
Prendo un respiro e cerco di rimettere a posto i pezzi di quella notte.
《Era l'inverno del primo anno di superiori, erano tutti felici perché il più figo della scuola aveva organizzato una super festa e aveva invitato tutti, compresa me. Le mie amiche erano agitate perché non erano mai state invitate ad una sua festa e dissero che era merito mio perché mi andava dietro...》
Cerco di non rimettermi a piangere e di finire questa storia per togliermi di dosso questo peso.
《... ebbene arrivò la fatidica notte, tra trucchi e parrucchi uscì una me inaspettata: calzamaglia, minigonna, top; tutto questo non era da me ma Noemi e Giulia mi dissero che a lui sarebbe piaciuto. Io avevo dato il mio primo bacio l'estate prima e non sapevo niente di come si seduce un uomo, ma quella sera ero disposta a fare di più per riuscire ad aggiudicarmi un posto alto alle superiori. Quando entrammo nella villa l'odore di alcool e vomito misto a quello del fumo mi fece venire il conato di vomito, la casa era un disastro e la musica mi assordava le orecchie. Poi incontrammo Simone, il proprietario di casa se non il più figo della scuola, che mi presentò dei suoi amici tagliando fuori Noemi e Giulia, come se per quel momento esistessi solo io...》
Emanuele ha i denti serrati e lo sguardo inferocito.
《... La sera passò e assieme ad essa anche i drink nel mio stomaco, inebriata dall'alcool incominciai a perdere il controllo e la lingua di Simone finì dritta nella mia bocca. Mi portò in una camera e chiuse a chiave, io mi dimenai perché non volevo andare oltre il bacio ma l'unica cosa che riuscì a fare e stato vomitargli sulle scarpe, lui si arrabbiò e fece un gesto, dai lati della camera che erano bui uscirono tutti i suoi amici e da quel momento ricordo solo dolore, sporcizia, delusione e paura.》
Il suo sguardo ora cerca spiegazioni e nasconde un velo di tristezza.
《Ti hanno violentata?》
《Già e la cosa più bella è che in giro di pochi giorni tutta la scuola mi reputava "colei che si è scopata i più fighi" o " dea del sesso.". Fortunatamente non mi venne un ritardo ma da allora tutti hanno provato a toccarmi e a portarmi a letto...》
《Basta ti prego》
Sì ranicchia contro di me e mi stringe forte.
《Io non ti farò male, promesso.》
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Salvati da sola.
RomanceLa felicità nei suoi occhi era scomparsa, la ragazza china sul libro non era più Alice. Ora dal suo viso traspariva solo freddezza. Non è colpa sua, chi ha capito troppo non sa più cosa fare se non restare a guardare il vuoto.