Striscio, senza realmente pensare a nulla, ecco cosa faccio la metà delle mie giornate. Raramente penso a persone, anche quelle a cui voglio più bene, come Noemi e Giulia o i miei genitori, mi viene difficile anche pensare a me stessa, ho questo problema che non so da dove arrivi, questo parassita inquietante...
Apro la porta, lui mi vede e cerca di dire qualcosa ma io alzo la mano, non in modo irruento semplicemente come a dire "lasciami perdere", mi scruta mentre passo vicino a lui e raggiungo la mia stanza, la sedia scricchiola e penso che si sia alzato, non che mi importi.
<<Ali>>
Nota che non rispondo e che continuo a guardare il muro con aria indifferente, un po' cupa.
<<Ali ti prego...>>
E' tutto così buio e scuro, così tetro e mi chiedo come gli altri non se ne accorgano.
<<Alice cazzo rispondimi!>>
E' tutto così attutito, come se dovessi svenire...
<<Alice porca puttana.>>
Lo vedo venirmi incontro velocemente, non so cosa voglia fare ma il mio istinto ha la meglio e ora sento la mano pulsare e il suo sguardo puntato sul mio.
Stiamo zitti, lui ha il segno in faccia delle mie dita, più rosa di quello che dovrebbe essere, e forse ha gli occhi lucidi, più lucidi di quelli che dovrebbero esere.
<<Me lo merito probabilmente. Fai come se non fossi qui, mi merito anche questo>>
Queste sono le ultime parole che mi ha detto, prima di chiudere la porta, e non farsi più rivedere fino a sera.
Sto pensando troppo e non ne riesco ad uscire, quanto vorrei fossi qui, come quando eravamo piccoli e io ero giù, tu mi prendevi e mi abbracciavi forte forte, l'ultima volta che ti ho abbracciato ho pregato che il freddo che sentivo sul tuo corpo fosse solo un cazzo di brutto sogno, ma così non fu e ora non posso neanche più sognarli i tuoi abbracci.
In momenti come questi galleggio, galleggio e basta come se dovessi attraversare l'oceano atlantico a pancia in su, chissà se morirei, chissà come morirei, se di freddo, se per colpa di un qualche squalo, o perché per la stanchezza mi lascerei andare in quelle acque profonde e misteriose.
Chissà se Emanuele ha mai pensato a queste cose, soprattutto mentre si buttava da quel palazzo, vorrei sapere a cosa pensava in quel momento se si sentiva come me nell'oceano, se stava galleggiando anche lui...
Apro la porta, la chiudo...
Apro la porta, la chiudo...
Lo guardo, sta piangendo, sto piangendo anche io.
<< Tu galleggi mai?>>

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Salvati da sola.
RomanceLa felicità nei suoi occhi era scomparsa, la ragazza china sul libro non era più Alice. Ora dal suo viso traspariva solo freddezza. Non è colpa sua, chi ha capito troppo non sa più cosa fare se non restare a guardare il vuoto.