Lo guardo fisso negli occhi, quel verde mi mangia.
Non sa cosa rispondere, molto probabilmente non ha capito la domanda. Mi chiedo perchè sono venuta da lui e perchè non riesco a muovere i piedi e tornare in camera mia, sono solo ferma immobile aspettando che lui dica qualcosa, anche solo che faccia un piccolo cenno per voltarmi e tornare a guardare il soffitto nella mia camera.
Non l'ho mai visto piangere, neanche quando mi ha fatto leggere quello che era successo alla sua famiglia, neanche una lacrima, e ora, ora sta piangendo, è vulnerabile, come se potessi stringerlo nel palmo di una mano e schiacciarlo.
Non mi piace vederlo così.
<< Ora sto galleggiando...>>
Le sue parole riemergono dal mio oceano come bolle soffocate e mi risvegliano, mi riportano a galla.
Le lacrime continuano a sgorgarli dal viso e lui sembra non farci caso, ma in compenso si alza, si avvicina e alza una mano, io indietreggio come se mi volesse fare del male, ma lui mi poggia le mani sul viso e con i pollici caldi mi toglie le lacrime che non mi ricordavo mi stessero scendendo. Ne prende una, delicatamente, la avvicina al suo viso e la lascia allineata a una delle sue, chiude gli occhi e la goccia scende lungo il suo viso e si mischia con una delle sue per poi finire sul pavimento.
Una volta avevo letto su un articolo che le particelle delle lacrime hanno forma differente rispetto all'emozione per cui piangi, la mia e la sua erano fatte delle stesse particelle, dello stesso dolore che ora si sta asciugando sul pavimento.
Lo sappiamo entrambi che c'è qualcosa che non va in questo eppure non sappiamo darci una risposta, non stiamo parlando, ci stiamo solo guardando negli occhi a pochi centimetri l'una dall'altro con quei fiumi che ci scorrono in mezzo.
<<Picchiami, sfogati, non te ne darò una colpa, tante volte mi comporto di merda, e quasi tutti semplicemente se ne vanno perchè stanchi di come sono fatto, tu non te ne vai, forse perchè non puoi o forse per altri motivi che non so, ma sei fragile e io ho paura di romperti cazzo, CAZZO.>>
Si gira in preda a uno dei suoi attacchi e mi assale il pensiero che possa farsi male rompendo qualcosa. Mentre sto ragionando su cosa fare lui si gira di nuovo verso di me, io sto ferma, si sposta un po in avanti barcollando con il corpo e poi si ferma. Penso di aver capito cosa vuole fare, mi avvicino e lui indietreggia fino al letto, non vuole farsi toccare, lo guardo negli occhi gli passo la mano fra i capelli, lo avvicino a me.
Lo sento crollare nel mio abbraccio, le sue gambe non reggono e finiamo in ginocchio sul pavimento, lui sta singhiozzando, io ho smesso di piangere, mi stringe come se ne avesse bisogno da tanto. infila la faccia tra l'incavo del mio collo e i capelli, le sue lacrime mi colano sulla pelle, sono calde.
Restiamo in questa posizione per una ventina di minuti senza dire niente, ma il nostro silenzio viene interrotto dal telefono fisso in cucina.
Io mi alzo e gli prendo la mano, lui mi segue asciugandosi le lacrime.
Mi siedo sul bancone e lo tiro verso me con le gambe per non finire di abbracciarlo.
- Pronto?-
-Pronto sono Giorgia la receptionist dell'ospedale, volevo avvertirvi che stasera dopo cena passera Luca per parlarvi un po', non preoccupatevi non starà per molto.-
Abbasso lo sguardo per guardarlo, si è appoggiato al mio seno, ma non penso lo faccia apposta, semplicemente è in un altro mondo come me.
- Si penso che possa stare anche tutto il tempo che vuole.-
-Grazie, vi suonerà verso le 9.-
-Grazie Giorgia.-
-Di nulla buona serata.-
Dentro di me penso che entrambi abbiamo bisogno di un po' di tempo con Luca.
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Salvati da sola.
RomanceLa felicità nei suoi occhi era scomparsa, la ragazza china sul libro non era più Alice. Ora dal suo viso traspariva solo freddezza. Non è colpa sua, chi ha capito troppo non sa più cosa fare se non restare a guardare il vuoto.