CAPITOLO 14

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Fede sembra accorgersene, ma non dice nulla.

Entra nel bagno facendomi un sorriso incerto.

Leggo gli ultimi messaggi e notifiche sui vari social, per poi appoggiarlo sul comodino.

Mi sto per infilare a letto quando la voce di Fede mi ferma:
"Ti dispiace se... Cioè... Vorrei che sta notte tu dormissi con me" Dice incerto trattandosi la nuca. Che carino quand'è imbarazzato! No, non devo pensare queste cose, lui è uno stronzo.

Lo guardo accigliata per vedere se sta dicendo sul serio o no e anche per cercare di fargli distogliere l'attenzione dal mio rossore su tutto il viso. Ammetto che la sua domanda mi ha lasciata spiazzata.
"Ok..."

Fede si stende sul suo letto e picchietta accanto a lui.
Solo ora mi accorgo che non ha la maglietta e che si vede la sua pancia.
No aspetta, pancia proprio niente, addominali.
Ha gli addominali evidenti ma non troppo scolpiti, la pelle liscia....

"Ti piace eh?" Mi prende in giro lui. Cazzo, a quanto pare mi sono incantata, che figura di merda.

Il mio rossore aumenta, non lo guardo negli occhi sia per vergogna sia per non fargli vedere le lacrime che non si sono ancora seccate.

Mi stendo esitante dandogli la spalle.
Senza neanche accorgermene ricomincio a piangere, non ho mai pianto tanto in vita mia. Ho sempre cercato di reprimere le lacrime e mostrarmi forte.
Ma quello successo sta' sera era la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

"Vuoi sfogarti?" Mi domanda Fede con voce dolce.

Esito un istante prima di iniziare a parlare:

"Sette anni fa, al mio decimo compleanno, ero a casa da sola.
Non mi ero accorta che a casa ci fosse già qualcuno.
Lo scoprii solo quando iniziò a toccarmi ovunque e a provare a- a t-togliermi i ...."

Inizio a singhiozzare più forte e le lacrime mi scendono copiose degli occhi.

"Ecco... basta così" Percepisco dalla sua voce che non sa cosa dire.

"Per fortuna mia madre e mio fratello stavano entrando in casa e il tizio se n'è andato passando dall'altra uscita per non farsi vedere da loro due. Ma prima che uscisse dall'altra parte ho visto chi era: mio padre.
Lo stesso uomo che quand'ero piccola picchiava mia mamma e mio fratello quando provava a difenderla.
Io avevo solo quattro anni, non capivo bene quello che stesse succedendo.
Il padre che ci abbandonò quando avevo sette anni,
Lo stesso padre che ho sperato per anni tornasse" Volevo continuare. Avevo bisogno di sfogarmi e ora l'ho fatto.

Sento due mani prendermi dolcemente per i fianchi e girarmi dall'altra parte.
Istintivamente mi porto una mano sugli occhi cercando di asciugare le lacrime.

Fede mi afferra il braccio e mi stringe la mano.
"Non ti devi vergognare di piangere. Tu sei forte" Detto questo mi asciuga una lacrima e mi lascia un dolce bacio sulla punta del naso.

Sento come una scarica elettrica percorrermi per tutto il corpo e al posto delle farfalle allo stomaco ho degli elefanti che saltano la corda.

Con la mano libera mi circonda il fianco e mi avvicina a lui.
Mi tiene stretta e io appoggio la testa sul suo petto, annusando il suo buonissimo profumo.

Sto così bene che le lacrime mi si fermano, in modo da potermi godere questo momento del tutto.

Mi sento protetta, felice, e così mi addormento.

COINQUILINI ~ FEDERICO RUSSO~  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora