CAPITOLO 32

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Sono in attesa che Fede inizi a parlare. Me sta mettendo ansia.

"Allora. Quando avevo 9 anni mio padre iniziò a tornare a casa ubriaco. Picchiava mia madre tutte le sere e l'unica cosa che lei faceva, era provare a proteggere me e mio fratello" inizia a dire con voce rotta.

"Ha continuato così per due anni, mio padre picchiava mia madre, io mi mettevo in mezzo e allora picchiava anche me.
Mio fratello aveva tredici anni quando iniziò a stimare mio padre e ad imitarlo. Al mio quattordicesimo compleanno, chiamai la polizia e la avvisai di tutto quello che ormai era diventata la mia routine"
Ha gli occhi lucidi e lo sguardo rivolto al pavimento.

Incerta, mi avvicino a lui e mi ci siedo sopra a cavalcioni, come per consolarlo.

Appoggio le mie mani sulle sue e lui mi sorride lievemente.

"Arrivarono nel giro di 3 ore. Quando mio padre sentì le sirene, guardo prima me e poi mia madre.
Mio padre iniziò  a prenderci a pugni.
Io stavo abbastanza bene, ma mia mamma era stesa a terra inerme.
Quando la polizia arrivò, portarono via mio padre e misero mio fratello in riformatorio"

Una lacrima solitaria gli scende rigandogli il viso.

Continua a parlare guardandomi dritto negli occhi, come se lì potesse trovarci il coraggio per continuare.

"Portarono me e mia madre in ospedale. Quando ci riprendemmo, i miei zii mi presero a casa, mentre mia madre fu portata in un manicomio. Dicevano che non era riuscita a sopportare il tutto. Non ho mai più visto mio padre, mentre mio fratello si faceva vedere ogni tanto, giusto per ricordarmi il mio passato".

Finisce la storia e io ormai sto piangendo con lui.

Dietro a quella maschera da ragazzo menefreghista, si nasconde un passato da cui poche persone posso fuggire.

Fede mi circonda il corpo con le braccia e mi stringe forte a lui.

Inizia a singhiozzare e nasconde il viso nell'incavo del mio collo.

Lo stringo a me, cercando di fargli capire che io ci sono.

Inizio ad accarezzargli i capelli, rimanendo in un religioso silenzio.

"Sono ridicolo" afferma sempre sul mio collo.

"Perché?"

"Sto piangendo per una cosa successa anni fa, che ormai dovrebbe essersi cicatrizzata" alza lo sguardo sul mio.

Come fa a dire ste cagate?

"Non sparare cagate" Inizio a dire, ma dato che non credo sia il massimo continuo con tono più dolce.

"Questa cosa non sparirà mai, dovrai imparare a conviverci. E poi è normale che una pianga. Lo so che non sei un piagnone" faccio pena a consolare le persone.

"Sei stato coraggioso" continuo poi.

"Ma non abbastanza" ribatte e i suoi occhi, se possibile, si fanno ancora più tristi.

"Hai fatto quello che potevi fare e anche di più. Posso farti un domanda?" Chiedo incerta.

Annuisce.

"Ecco... s-sei tornato a trovare tua... madre?"

Scuote la testa e sembra stia per tornare a piangere.

Non dico altro. Gli asciugo le lacrime e gli lascio un leggero bacio sulla guancia.

È più debole di quello che pensavo, ma anche molto più forte.

Lui mi fa un lieve sorriso e mi lascia un tenero bacio sulle labbra, provocandomi mille brividi.

Rimaniamo abbracciati in quella posizione per un tempo indefinito.

"Grazie"

Lo guardo accogliata.
"Per cosa?"

"Per non avermi guardato con pietà" mi risponde lasciandomi sorpresa.

Gli sorrido e lo stringo ancora in un abbraccio, subito dopo mi alzo.

"Mi hai fatto colare tutto il mascara!" Esclamo non appena mi vedo allo specchio del bagno.

"Già, sembri un panda!" Afferma ridendo della sua stessa battuta.

Sono felice di vederlo sorridere, nonostante abbia appena finito di raccontarmi tutte quelle cose che toglierebbero il sorriso a molte persone.

Ma a lui no. Perché lui è forte ed è anche per questo che credo di amarlo.

Ho paura di quello che provo per lui.

Può anche essere che quello che provo per lui non sia niente di vero, solo che è il primo ragazzo con il quale mi sto davvero avvicinando dopo tanti anni.

"Ci sei?" Vengo riportata alla realtà dalla mano di Fede che mi svolazza davanti al naso e dal suo sorriso furbo.

"Sisi"

"Bene e quindi?" Risponde lui inarcando un sopracciglio.

"Quindi cosa?" Domando confusa prima di sentire la sua fantastica risata.

"Ti avevo chiesto se volevi andare a fare colazione"

"Ah... si ho una fame" esclamo toccandomi lo stomaco che proprio in quel momento ha deciso di produrre uno strano suono.

"Ho notato. Dai andiamo" ridacchia ancora.
Nonostante tutto, oggi mi sembra di buon umore.

"Arrivo" mi strucco velocemente senza preoccuparmi di ritruccarmi e raccolgo i capelli in una vecchia disordinata.

"Andiamo" dico prima di afferrare il telefono e uscire dalla stanza.

Fede mi ha portata a fare colazione fuori dal campus, ha detto che aveva voglia di uscire da lì.

"Salve, cosa volete?" Ci domanda un ragazzo avvicinandosi e regalandoci un sorriso gentile.

Ha i capelli e gli occhi marroni, alto e muscoloso, carino ma non mi fa impazzire.

Molto meglio Fede.

Continua a sorridermi e io ricambio un po' confusa.
Che vuole questo?

Fede si schiarisce la gola e avvicina la sua sedia alla mia circondandomi un fianco.

Quanti problemi.

"Allora, cosa vuoi amore?" Domanda Fede sorridendomi per poi guardare male il cameriere.

"Ehm... una brioche al cioccolato e un cappuccino?" La faccio sembrare più una domanda che un'affermazione.

Dopo che il cameriere se ne è andato, Fede toglie il braccio dal mio fianco. Purtroppo.

"Perché l'hai fatto?" Gli domando dopo qualche secondo di religioso silenzio.

"Fatto cosa?" Fa un sorriso furbo sapendo che se continua così perderò la pazienza.

"Dai hai capito"

"No, non ho capito" ecco ancora quel ghigno farsi spazio sul suo viso. E che viso.

Sbuffo e lascio perdere.

"Non volevo che iniziasse a parlarti. Tra un po' dobbiamo andare in stanza e non possiamo perdere tempo" spiega tranquilla lasciandomi alquanto delusa.

Annuisco e consumiamo la colazione per poi tornare in macchina.

Angolo autrice

Inizio col ringraziarvi di cuore per tutti i commenti e i voti. Mi fa molto piacere vedere che la storia vi sta piacendo❤

Inoltre volevo dirvi che il prossimo capitolo sarà un po' speciale.

Grazie mille

Bye bye e al prossimo capitolo

COINQUILINI ~ FEDERICO RUSSO~  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora