CAPITOLO 17

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"Non faccio sesso con le ragazze. Mi fermo prima" Mi guarda insistentemente e io non posso fare a meno di incrociare i miei occhi con i suoi.

"Ah" Dico semplicemente, ma poi mi viene in mente la prima volta che sono entrata in stanza. La ragazza era nuda. Lui no.

"Beh quando sono arrivata..." Dico sperando che sia lui a finire la frase. Lo fa.

"Appunto, non lo stavamo facendo"

"Ok ok" È imbarazzante parlare fi queste cose con lui.

"Prossima volta però fai in modo che io non ci sia" Dico, un po' per dargli fastidio, ma soprattutto perché fa schifo.

"Perché dovrei. Il tuo ragazzo Christian non si è fatto nessun problema ad entrare senza bussare e a portarti via" Si sta per arrabbiare. E non poco.

Inizio a ridere guadagnandomi una sua occhiataccia. Se gli sguardi potessero uccidere...

"Che hai da ridere?" Domanda indispettito.

"Christian non esiste" Mi guarda interrogativo.

"In che senso?"

"Nel senso che io non conosco nessun Christian" Continuo a ridacchiare.

Sul volto di Fede si dipinge un sorriso a trentadue denti. Che però si spegne subito.

"E allora chi era quello?"

"Alex, mio fratello"

Per un attimo continua a guardarmi interrogativo, poi inizia a ridere di cuore.

Poco bipolare.

Lo saluto ed esco dalla stanza Per avviarmi all'ultima ora di lezione.

"Bene ragazzi, tra una settimana mi dovrete portare una presentazione fatta a coppie.
Prima che me lo chiediate, ho già deciso con chi dovrete lavorare"
Detto questo inizia ad elencare i nomi e quando sento pronunciare il mio insieme a quello di un certo Christian, mi scappa un sorriso.

Chi lo spiega a Fede?

"Ciao, sono Christian" Mi si presenta un ragazzo alto, biondo con gli occhi marroni. Carino. Ma mai quanto Fede.

"Ginevra" rispondo dopo aver scacciato quel bizzarro pensiero dalla mia testa.

"Quando iniziamo il progetto?"

"Anche subito se per te va bene" Mi risponde facendo un sorriso.

"Perfetto, se vuoi puoi venire in stanza da me..." Lo invito, non ho voglia di andare da lui e magari dover conoscere il suo coinquilino.

"Okay grazie"

Chiacchieriamo del più e del meno, soprattutto del perché la mia stanza si trova nell'ala maschile.

Apro la porta trovandomi un Fede stravaccato sul letto.

Non appena sente la porta chiudersi, alza di poco la testa.

Il suo sguardo si posa prima su di me, solo dopo nota anche la figura un po' imbarazzata di Christian.

Non appena lo fa si alza in piedi e si avvicina.

"Ciao" Saluta Christian facendo un sorriso poco convinto.

"Ciao, chi sei?" Fede usa un tono abbastanza gentile, ma non sorride.

"Mi chiamo Christian, sono in classe con Ginevra" A quel nome Fede si gira verso di me e mi guarda malissimo.

"Ah. Cosa dovete fare?"

"Un progetto di scienze" Rispondo subito guardandolo dritto negli occhi.

"Quindi non dispiace se resto qua" Non sembrava tanto una domanda, è probabilmente non lo era nemmeno, perché senza attendere nessuna risposta si siede su una sedia e si avvicina al tavolo.

Quanti problemi.

Io e Christian ci scambiamo una strana occhiata, poi ci sediamo anche noi.

"Allora a domani" Saluto Christian quando abbiamo finito di studiare.

È stato inquietante: Fede continuava ad osservarci e a guardarlo male.
Christian mi lanciava occhiate interrogative alle quali rispondevo con un'alzata di spalle.

Una volta Christian ha appoggiato la sua mano sulla mia per fermarmi mentre scrivevo.
Fede ha fatto finta di tossire ed ha accidentalmente fatto un rumore terribile muovendo la sedia.

Chiudo la porta e mi giro verso Fede guardandolo male.

"Eri inquietante" Affermo guardandolo male.

"Non ho fatto niente" si giustifica sedendosi sul letto e dandomi le spalle.

Ma noto il suo solito ghigno dipinto sulla faccia.

Sbuffo e alzo gli occhi al cielo, rassegnata.

Mi butto sul letto a peso morto e guardo il soffitto.

Penso al comportamento di Fede e al sorriso gentile di Christian.

"Perché mi hai detto una bugia?" Domanda dopo pochi minuti Fede, non guardandomi negli occhi.

"Fino a oggi pomeriggio non conoscevo davvero nessun Christian"

"Ah Si? E casualmente oggi sei passata dal non conoscerlo ad invitarlo in stanza? E poi vi parlavate come se vi conosceste bene, per non parlare fi come ti sorrideva..." Solo alle ultime parole alza lo sguardo e lo fissa nel mio.

"Che ti importa?" Gli chiedo senza pensarci su due volte, mi viene spontaneo.

Faccio sempre così, ogni volta che mi sento in imbarazzo o non so cosa rispondere, faccio la stronza.

Ho sempre fatto così, in questo modo stavo lontana da tutti e me ne stavo da sola con il mio computer a guardare serie tv.

Sinceramente lo faccio ancora, ma da quando ho conosciuto Sel sono un po' più aperta.

"Niente. Non mi importa niente di te" Dice, evidentemente arrabbiato, alzandosi e uscendo dalla stanza.

COINQUILINI ~ FEDERICO RUSSO~  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora