Fallen

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FALLEN.

1-Prologue.

Harry e Aubrey non si erano mai amati,anzi si puo' dire che quei due della parola amare non conoscevano neppure il significato.

lui pensava solo a ciò che era meglio per se stesso e a cosa l'avrebbe fatto divertire, e lei pensava solo a come allontanare le persone a come distruggerle e a come farsi odiare.

I capelli biondi erano sempre una massa troppo scompigliata per piacere agli altri.  Continuava a ripetersi fino a quando non ci credeva lei stessa per davvero.

I suoi occhi erano spenti e cupi , come una lampadina che sta per fulminarsi,e che una volta spenta la butti via. Cosi si definiva. Lei era un libro aperto ed era circondata da analfabeti. Camminava a testa bassa per la troppa insicurezza , le mani erano nascoste nelle tasche della felpa grigia che le stava grande, troppo grande per i suoi gusti.
Aubrey quando tornava a casa si guardava allo specchio,era come un abitudine per lei, allora spostava qualche ciocca dietro l'orecchio e iniziava ad osservarsi. Partiva dalle caviglie sottili, poi osservava le gambe flebili che ogni giorno sostenevano quel minuto peso, poi si osservava la pancia e il bacino, entrambi piccoli, poi passava al viso,perché delle tette a Aubrey non importava nulla.
Allora iniziava ad osservare tutto più attentamente,la pelle era bianca, quasi cadaverica, le labbra erano rosa, non rosa acceso, ma un rosa pallido..talmente pallido che sembrava bianco, ed erano screpolate, erano a forma di cuore come piacevano ad Harry..solo che appartenevano a Aubrey,e questo complicava tutto.Poi osservava il suo nasino, piccolo e un po' schiacciato, allora sorrideva ricordando quando la mamma le  diceva 'hai il naso a patatina,un po' schiacciato' , poi i suoi occhi cadevano sulle guance totalmente piatte, ma che erano sempre un po' arrossate, solo loro coloravano quel viso. I suoi occhi. Aubrey praticamente li odiava,erano di un colore tra il blu e l'azzurro,  per lei richiamavano troppa attenzione.
Si sentiva sola,a volte le capitava di sentirsi talmente sola che le veniva un vuoto allo stomaco, che solo le braccia di Harry attorno a lei avrebbe potuto colmare, ma lei era lei. E nessuno poteva amarla.

Harry se ne stava tutti i giorni a casa, con qualche ragazza che  nonostante lo soddisfacesse non riusciva a dargli ciò che voleva. Aveva bisogno di qualcuno. Qualcuno che rompesse il ghiaccio che portava con se da anni.

Lui era forte,cosi forte che quando era con gli amici sapeva solo raccontare i dettagli delle lotte fuori scuola con  i ragazzi, il modo in cui loro sanguinavano a causa sua, e tutte le volte che si portava le ragazze a letto, ma ogni volta che passava Aubrey, ad Harry saltavano i nervi, gli veniva voglia di andarsene dal nervoso, perché era bella , bella da essere odiosa, lui la odiava , la odiava fino a sognarsela la notte, la odiava fino al punto da farci l'amore con gli occhi.
Quando per sbaglio, anche se per sbaglio non era loro due si sfioravano, Aubrey riusciva solo a rabbrividire e a fissare un punto lontano dagli occhi di lui. E lui riusciva solo a desiderare che lei lo guardasse.
Si odiavano , non volevano stare vicini, ma avevano bisogno l'uno dell'altro più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Non si è mai troppo forti per non cadere.
Non si è mai troppo deboli per non essere presi.

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