Prologo

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"Devi andare subito via, non ti voglio più vedere! Non meriti di vivere!"

Mi sveglio all'improvviso, con il viso bagnato dal sudore e dalle lacrime che sono sfuggite al mio controllo durante la notte.

"Questi incubi non vogliono proprio andare via"sussurro tra me e me, passandomi una mani fra i capelli rossi.

Guardo l'orario dallo schermo del mio cellulare e noto che è ancora molto presto. Perfetto, a quest'ora la zia e Sam staranno dormendo.
Cerco di scendere dal letto senza fare rumore, cosa che non succede poiché inciampo sulle lenzuola cadendo per terra. Per sbaglio urto con il braccio la lampada posta sul mio comodino, facendola cadere.

"Brava Kate, hai proprio mantenuto il silenzio" mi rimprovero per poi mettermi in piedi e andare a farmi una doccia fresca. Successivamente metto dei jeans strappati ed una felpa nera.
Prendo la valigia che ho preparato ieri ed esco dalla stanza per andare in quella di mia zia. Apro lentamente la porta e mi avvicino al suo letto, la guardo attentamente e noto che la somiglianza con mia madre è assurda, gli stessi occhi azzurri e gli stessi capelli ramati. Durante questi anni è sempre stato difficile guardarla senza pensare a mia madre. Prima di uscire le lascio un biglietto sul comodino.

'Grazie mille per tutto quello che hai fatto per me ma io non posso restare qui. Ho bisogno di rifarmi una vita, lontano da qui'

Mentre chiudo la porta un colpo di tosse mi fa voltare. Sam è davanti a me con la mia valigia in mano.

"Sam..." sussurro io avvicinandomi
"Cosa vuol dire? Te ne stai andando?"chiede mio cugino tristemente
"Lo sai che mi sono sempre sentita in gabbia qui a Los Angeles. Non posso guardarmi intorno che tutti i ricordi che ho vengono a galla. Io ho bisogno di andare via, ti prego non trattenermi"dico abbracciandolo e lui mi da un bacio sulla testa.
Sam ha 19 anni,è due anni più grande di me ed è come un fratello.
"Io non ti posso trattenere Kate, voglio solo che tu non ti metta in guai seri"
"Sai bene anche tu che posso essere molto responsabile"dico guardandolo
"Si ma anche molto impulsiva..."dice lui con sguardo severo. Ha ragione, quando mi ci metto posso essere molto irruenta.
"Non devi preoccuparti per me" dico alla fine, sorridendogli.
"Fai la brava e non picchiare nessuno" dice ridacchiando
"Questo non te lo assicuro" dico facendo lo stesso.

Dopo altri saluti interminabili, esco da casa e prendo un taxi che mi porta all'aeroporto, dove prenderò il volo per Miami.

Una volta arrivata faccio i soliti controlli e poi salgo a bordo dell'aereo. Mi siedo al mio posto e infilo le cuffie. Ad un tratto mi si avvicinano un ragazzo dagli occhi come il ghiaccio e una ragazza con i capelli color platino.

"Scusa, cosa ci fai al mio posto?"mi chiede la ragazza con tono antipatico
"Credo tu ti stia sbagliando, questo è il mio posto"dico per poi farle vedere il biglietto "Vedi?"
"Senti ragazzina, noi due stiamo insieme e vorremmo star seduti accanto, quindi sloggia"dice il ragazzo con tono annoiato
"Cosa? Io non mi sposto da qui" dico apatica
"Invece lo farai"mi minaccia la bionda ossigenata
"Altrimenti?" dico guardandola
"Potresti pentirtene cara"
"Vedremo" rispondo sorridendo falsamente, facendola diventare rossa dalla rabbia.
"Ragazzi dovete sedervi, stiamo per partire" dice una donna in divisa avvicinandosi
"Scusi ma qui c'è stato un problema con i posti" le dice il ragazzo indicandomi
"Non possiamo farci nulla, è troppo tardi. Adesso vi prego di sedervi ognuno al proprio posto"dice la donna, per poi andare via.
"Mi toccherà sedermi con questo fiammifero accanto" borbotta il ragazzo, mentre la sua ragazza va a sedersi al suo posto.
"Se proprio non vuoi stare accanto a me puoi anche prendere il prossimo volo. Utilizzerei il tuo posto per appoggiare i piedi"gli dico alzando un sopracciglio
"Purtroppo non posso, quindi mi toccherà sopportarti per tante ore"dice sedendosi accanto a me
"O magari sarà il contrario" sussurro alzando gli occhi al cielo
"Guarda che ti ho sentito" dice guardandomi
"Ah sai che roba..."dico per poi ignorarlo continuando ad ascoltare la musica.

Ad un tratto lo vedo alzare gli occhi al cielo dopo aver ricevuto un messaggio, e quindi mi permetto di sbirciare.

'Sono passati solo cinque minuti e mi manchi come l'aria. Come farò tutto questo tempo senza di te? Preferirei che fossi tu a starmi vicino e non questo vecchietto, faremmo tante belle cose'

Giuro che ci ho provato, sul serio. Ho provato a non ridere per questo messaggio ma non ci riesco proprio. Rido così tanto da sentire le lacrime agli occhi. Il ragazzo si gira verso di me e mi guarda arrabbiato, quindi mi mordo il labbro inferiore per trattenere le risate.

"Cosa hai da ridere?"dice prepotente
"Ah beh niente....Assolutamente niente"dico con sguardo basso, cercando di non guardarlo per non ridere
"Hai letto il messaggio di Diane?"chiede sempre con lo stesso tono
"Chi è Diane? La finta bionda della tua ragazza?"chiedo senza riflettere e,dopo aver capito ciò che ho detto, mi porto le mani alla bocca e spalanco leggermente gli occhi
"Cosa hai detto?"chiede lui fra l'arrabbiato e il divertito
"Nono niente. Ho detto solo che qui in aereo le scimmie non potrebbero salire...."dico guardando il sedile avanti a me. Ma cosa ho appena detto?

'Me lo chiedo anche io'

"Tu sei tutta strana..."sussurra per poi rispondere al messaggio.

Una voce metallica annuncia che l'aereo sta per partire e quindi di allacciare le cinture, cosa che io non riesco a fare.

"Cosa succede? Sei così grassa da non poter allacciare la cintura?"chiede ghignando
"Okay che mangio come un bufalo, ma posso dire di non essere grassa. Quindi zitto bello" dico allacciando la cintura, finalmente. Lui alza le mani in segno di difesa e sta zitto.

Dopo ore ed ore di continui litigi e minacce da parte mia, arriviamo a Miami.

"Beh fiammifero, a mai più rivederci" dice il ragazzo andando verso la sua ragazza, che gli mangia la faccia appena si avvicina
"MA PER FORTUNA!" gli urlo contro per poi andare a prendere la mia valigia.

Lascio perdere quel ragazzo ed esco dall'aeroporto alla ricerca di un taxi, per recarmi in quella che sarà la mia nuova casa. L'ho trovata grazie ad una ragazza che si occupa di queste cose. A quanto pare avrò quattro coinquiline, speriamo solo che siano simpatiche.
Dopo aver trovato un taxi disponibile, dico all'autista l'indirizzo e lui annuisce. A fine viaggio ringrazio l'uomo e lo pago per poi uscire dall'auto.

Entro all'interno dell'alto edificio grigio e cerco di ricordare a quale piano si trova il mio nuovo appartamento. Controllo il messaggio della ragazza, giusto per essere sicura.
Terzo piano, perfetto.
Solo adesso mi rendo conto che, sulle porte dell'ascensore, vi è un cartello con su scritto "FUORI SERVIZIO".
Dannazione.
Imprecando mentalmente inizio a salire le scale, cercando di non cadere a causa della pesante valigia, che ogni tanto si inceppa.

Una volta arrivata al terzo piano mi ritrovo davanti un'alta porta nera, che apro dopo aver pescato e chiavi fuori dalla borsa.
Aperta la porta non posso che notare un incredibile disordine: giacche e scarpe sparse per terra, macchie sul parquet e qualche foglio svolazzante.

Lo smisurato disordine e la mia goffaggine fanno si che io inciampi su qualcosa, finendo per terra.

"Sono la solita fortunata" borbotto, dopo essermi lamentata a dovere, rialzandomi e massaggiandomi la caviglia destra
"Travis, sei tu?" dice una voce maschile. Sarà il ragazzo di una mia coinquilina? Non ci faccio caso e mi accovaccio per prendere lo zaino che era caduto prima.

"E tu chi saresti?" sentendo la stessa voce di prima alzo lo sguardo e vedo davanti a me tre ragazzi, molto carini, con degli sguardi confusi.
Non riesco ad aprire bocca e il silenzio viene interrotto dall'aprirsi della porta alle mie spalle.

"E tu che ci fai qui?"mi chiede una voce familiare, alle mie spalle.

Ti prego fai che non sia lui, fai che non sia lui, fai che non sia lui...

"Potresti anche rispondere, fiammifero" ecco, come non detto.

Mi giro davanti e mi trovo davanti lo stesso ragazzo dell'aereo, che mi guarda con un sopracciglio alzato.

Quattro ragazzi. Oddio.

"Io credo di essere la vostra nuova coinquilina..."dico mordendomi il labbro.

Ma tutte a me succedono?

Ecco a voi il primo capitolo di questa mia nuova storia.
Spero vi piaccia e che possa riscontrare dei bei risultati come 'Un Disastro Di Emozioni' (per chi non l'ha ancora letto vada subito o vi uccido di notte :) )
Un bacio !

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