Capitolo 16

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"L' amore sboccia tra persone, non tra sessi. Perché porsi dei limiti?"

"Ahia"escalmo, quando sbatto la testa contro il mio armadietto.
Ieri ho preso dalla biblioteca in cui lavora Luke alcuni libri e sono stata tutta la notte a leggere, e forse non avrei dovuto farlo dato che adesso mi ritrovo a girare per la scuola come se fossi uno zombie.

Mi dirigo verso la classe di letteratura e,una volta arrivata, prendo posto.
Sento gli occhi che minacciano di chiudersi ma faccio di tutto per rimanere sveglia, non posso perdermi la mia prima lezione di letteratura.

Aspetto con ansia l'inizio della lezione e spero vivamente che non ci siano persone indesiderate in questa classe, perchè non vorrei mai che mi rovinassero le ore di letteratura.

E come non detto, indovinate un po' chi ha appena fatto il suo ingresso in questa classe? Niente poco di meno che la più insopportabile delle ragazze, la più rompi palle della scuola: Diane.

Sbuffo e alzo gli occhi al cielo ma,una volta portato di nuovo lo sguardo su di lei, la colgo a fissarmi con un sorrisetto poco rassicurante sulle labbra. Cerco di ignorare il suo sguardo su di me ma,proprio nel momento in cui sto per far finta che non esista, si avvicina al mio banco.

"Ehi tesoro,questo posto è libero,vero?"chiede lei, con un finto tono amichevole.
"Ehm,no, in realtà è occupato"mento.
"E chi mai vorrebbe stare vicino a te? Non hai neanche un'amica e in classe Alex non può starti attaccato"ridacchia lei.

Quanto vorrei picchiarla,qui davanti a tutti. Però so che ha ragione e,probabilmente, è questa la cosa che mi sta dando più fastidio.

Non faccio in tempo ad aprire bocca che subito qualcuno si siede al posto accanto a me. Jace.

"Scusa, questo posto è occupato"dice lui a Diane, poi si volta verso di me "Grazie per avermi tenuto il posto Kate"dice poi,facendomi un occhiolino.

Non me lo sarei mai aspettata. Insomma, nessuno ha mai mentito per me. Ho sempre dovuto tirarmi da sola fuori da ogni problema, contando solo su me stessa.
Ho sempre pensato che non puoi fidarti di nessuno, solo di te stessa, e che le persone molto spesso ti deludono quando meno te lo aspetti.

"Siete fatti per stare insieme voi due, insomma, due perdenti come voi vanno d'accordo no?"dice Diane ridacchiando, e poi va via, sculettando come suo solito.

Guardo Nave con confusione, non capendo bene il motivo per cui mi ha fatto questo favore: forse vuole che io lo aiuti in qualcos'altro?

"Kate,non sempre le persone fanno dei favori per ottenere qualcosa, si chiama gentilezza"

Beh,nessuno è mai stato gentile con me, non realmente almeno.

"Beh? Un grazie basterebbe"dice Jace,passandomi una mano davanti alla faccia, probabilmente notando la mia distrazione.
"Si,forse"rispondo io,facendo spallucce.
"A quanto pare Diane ti adora"dice lui, sarcastico.
"Si certo, mi ama cosí tanto da desiderare la mia pelle come tappeto, e ovviamente io ricambio l'affetto"rispondo, roteando gli occhi scocciata.

Mi chiedo se Diane smetterà mai di darmi fastidio, se si staccherà mai di umiliarmi e deridermi.
Poi ci rifletto su e arrivo ad una conclusione: no, Diane sarà la mia nemesi fino alla fine dei miei giorni.

Jace scoppia in una risata allegra e io lo guardo confusa. Cosa ha da ridere? Ho detto qualcosa di comico?

"Sei esilarante,lucertolina"mi dice, posando una mano sulla mia spalla, che io sposto subito.
"Ehm, okay"rispondo, confusa.

La risata di Jace si ferma con l'ingresso della professoressa di letteratura che,molto gentilmente, ci saluta sorridendo.

Passo il resto dell'ora a perdermi tra le parole dell'insegnante e ad ignorare le palline di carta lanciatemi da Diane. Mi sono ripromessa di passare tranquillamente le ore di letteratura e andare davanti a lei e strapparle i capelli a ciocche non sarebbe la definizione esatta di "tranquillità".

Suona la campanella che segna la fine dell'ora e sbuffo dispiaciuta.

"Ti va di prendere un caffè insieme,più tardi?"mi chiede Jace, mettendo in spalla il suo zaino.

Mi sta chiedendo di uscire?

"No,ti sta chiedendo di ballare con gli squali"

"Ehm,io non bevo caffè"dico, uscendo dalla classe.

Non è una scusa, io odio letteralmente il caffè, così come tutto ciò che è commestibile ed amaro.

"Allora ti offro un gelato"cerca di convincermi...
"Okay ci sto"

...e ci riesce.

"Ottimo,allora ci vediamo dopo" mi dice sorridendo,per poi andare via.

"Ti sei fatta comprare con un gelato?"

Lo sai che non posso resistere  al gelato, è uno dei miei punti deboli.

"Scommetto che i tuoi punti deboli sono tutti legati al cibo"

Non sai quanto vorrei che fosse così...

"Ti piace?"mi chiede Jace, riferendosi al gelato che sto gustando con sentimento.
"Lo amo" dico, continuando a mangiare il mio gelato, facendolo ridacchiare.

Appena finite le lezioni, Jace si è presentato davanti a me e mi ha trascinata in questo piccolo ma accogliente bar. Mi piace molto come posto, mi trasmette una certa tranquillità  e sono sicura che ci verrò più spesso.

"Beh, cosa mi dici di te?"mi chiede curioso, bevendo il suo caffè.
"Mi hai trascinata qui per farti i fatti miei?"chiedo, alzando un sopracciglio.
"No, ti ho trascinata qui per conoscerti, è diverso" spiega lui.
"A me sembra lo stesso"dico poi.
"Sai, quando fai così la riservata mi dimentico della tua improvvisazione da lucertola"
"Te lo ricordi ancora?"chiedo stupita, anche se non è passato tanto tempo pensavo si fosse dimenticato di quella sera.
"Come potrei mai dimenticarmi di una delle serate più esilaranti della mia vita?"chiede ridendo.
"Esagerato"borbotto "Non osare parlarne a nessuno"lo minaccio poi ma,come sempre del resto, non faccio altro che suscitargli un'altra risata.
"Non sai essere molto minacciosa"mi deride poi.
"Non mi sono impegnata,ecco tutto"
"Sai, sono sorpreso da quanto una ragazza bella come te si vesta in modo così poco femminile"dice, guardando i miei jeans strappati e la maglietta larga che indosso.
"E perché dovrei vestirmi bene? Non devo piacere a nessuno" dico subito.
"Beh, penso che però sarebbe un bene per te stessa"
"A me piaccio così"dico io, storcendo il naso, sapendo che non è assolutamente vero. Non ha niente a che fare con il mio modo di vestirmi, non mi piaccio fisicamente.
"Bugiarda" mi sorride lui.
"Cosa ne sai tu di come ci si deve vestire?"chiedo velocemente.
"Beh cara, sarebbe strano se non mi intendessi di moda e roba simile" dice, come se sapessi di cosa sta parlando,  il fatto è che non è così.
"E perché mai?"chiedo confusa.
"Non lo sai?"
"Cosa dovrei sapere?"che mi sono persa?
"Pensavo lo sapessi"dice poi.
"Ma cosa?"
"Non l'hai capito?"
"Dio, ma di cosa stai parlando?"chiedo stressata, perché non parla?
"Che sono gay"dice, abbassando lo sguardo.

Ha paura che lo insulti? Forse pensa che adesso mi alzeró da questa sedia ed andrò via ridendo di lui.
Ma io non sono così, io non oserei mai deridere qualcuno solo perchè il suo cuore lo porta ad interessarsi di persone del suo stesso sesso.

"Figo, non ho mai avuto un amico gay" dico sorridendo leggermente, facendogli fare lo stesso.

So che non sono il tipo che fa amicizia facilmente o che non ha tanti amici, ma penso che due come noi, insieme, possano fare invidia a tante altre persone.

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