"Non lasciare che ti facciano diventare qualcuno che in realtà non sei. Non lasciare che una piccola cosa ti rovini delle grandi cose"
"Quindi per svolgere l'esercizio dobbiamo bla bla bla bla" questo è quello che dice l'insegnante di matematica, almeno credo, non ci sto capendo proprio nulla.
Sono troppo intenta a trucidare con lo sguardo chiunque osi ridere guardandomi, per prestare attenzione alla lezione. La situazione sta veramente peggiorando qui a scuola.
Questa mattina sono entrata a scuola e ho visto dei volantini con la foto di me che cado dalle scale dell'ingresso di scuola, facendo finire per terra tutti i fogli che avevo in mano.
Inutile dire che è stata proprio Diane a mettere in atto questo giochetto, tutto per farmi apparire ancora di più come una deficiente che non riesce neanche a camminare."Sul fatto di camminare non le do torto del tutto"
Beh, potrà anche essere che mi capita di cadere molto spesso durante la giornata ma questo non giustifica il fatto che abbia fatto qualcosa di assurdo.
Qualcuno mi tira addosso una pallina di carta e, guardandola, noto che c'è scritto qualcosa:
"Perché non vai a comprarti qualcosa di decente? Con quelle felpone addossi assomigli ad un ippopotamo"
Mi giro e vedo un gruppetto di ragazze che ridono di me, inclusa Diane, ovviamente.
Aspetto impazientemente la fine dell'ora, per poter uscire da questa classe e non vedere più questi esseri.
I miei desideri,finalmente, vengono esauditi e,appena suonata la campanella, mi fiondo fuori dalla classe.
Inevitabilmente, finisco addosso a qualcuno. Alzo lo sguardo e noto che si tratta di lui: il ragazzo che mi ha aiutata a tornare a casa dopo che Travis mi ha buttato fuori dalla sua macchina."Ehi, ma tu sei la lucertola!"dice sorridendomi.
"Si, sono proprio io"dico annuendo, ricordandomi della figura di merda fatta con questo ragazzo.
"Strano vederti asciutta"continua lui, ridacchiando.
"Già" rispondo solamente, non sapendo cosa dire.
"Comunque"riprende poi "Io sono Jace" dice porgendomi la mano, che io stringo lentamente.
"Ehm, io sono-" cerco di dire, ma lui mi precede.
"Kate, giusto?" chiede lui, facendomi annuire.
"Beh io adesso devo andare, ci vediamo in giro Jace" dico, notando un silenzio imbarazzante prendere il controllo, andando via.Decido di stare per po' lontana da tutti ma, a quanto pare, non vogliono lasciarmi in pace...
"Cosa ne pensate di questo esemplare di ragazza sfigata e fuori moda?" urla la papera, in piedi su una sedia posta al centro del corridoio, con una mia foto in mano, a un gruppo di persone attorno a lei.
Alla sua domanda, tanti sputano insulti su di me come se fossero dei fucili. Ogni proiettile fa più male del precedente. Ogni colpo mi uccide un po'.
"Se vuoi posso dirti cosa ne penso io di te"dico avvicinandomi a lei, che si sorprende vedendomi "Sei una ragazza odiosa, cattiva e meschina. Ma non dico meschina con leggerezza, certo che no. Tu sei di una cattiveria sovrumana, che supera i limiti. Non ti vergogni di questa pagliacciata? Ma chi sei tu per potermi criticare? Sei una persona che mi conosce? Non credo proprio. Quindi, o tieni quel becco chiuso di tuo, oppure mi toccherà passare alle cattive maniere." continuo poi, con tono minaccioso.
"E cosa vorresti farmi, tu?"chiede ridacchiando
"Non penso saresti felice di saperlo" rispondo io, con un tono così affilato da poter tagliare le pietre.
"Forse tutte queste persone vogliono essere complici dei tuoi gesti. Vediamo cosa sai fare, inutile ragazzina..." mi guarda con sfida, e io lo so bene.Prima che possa ucciderla qui, davanti a tutte queste scimmie assetate di sangue, qualcuno interviene.
"Cosa stai facendo, Diane?"chiede Travis alla sua ragazza, con tono abbastanza arrabbiato.
"Mi sto vendicando, per noi due"dice lei,sorridendo.
"E di cosa?" chiede Occhi di ghiaccio, confuso.
"Delle bugie che ci ha detto"risponde la biondino, indicandomi.
"Ma sei malata? Ancora con questa storia?" chiedo alterata.Può esistere una persona con meno cervello di lei? Non penso proprio. Questa ragazza mi sembra mia nonna dopo aver preso le sue medicine.
"Smettila con questo teatrino"le dice Travis, con rimprovero.
"Devo umiliarla davanti a tutti"risponde lei.
"Come mi staresti umiliando? Mettendoti su una sedia a sparare cazzate? Continua a fare quello che vuoi, ma sappi una cosa: non puoi fare niente per farmi stare male realmente"le dico io, per poi allontanarmi da tutti.Sento qualcuno afferrarmi per il polso e,per un attimo ho pensato si trattasse di Travis, ma in realtà mi trovo l'altro fratello davanti.
"Tutto okay,rossa?"chiede Alex,preoccupato.
"Si, tutto a posto" mento.Non me la sento di dirgli che qui è tutto come nell'altra scuola. Non voglio dirgli che sto crollando per tutti questi continui giudizi. Però lo so che sbaglio, lo so perfettamente. Dovrei fregarmene di tutte le critiche, degli insulti, ma non ci riesco.
Vorrei farcela ma, in qualche modo, sento che ciò che dicono sia vero...Dopo una giornata scolastica davvero tremenda, mi rifugio in camera mia, senza la men che minima voglia di mangiare.
Bussano alla porta e rispondo con un :"Che c'è?"
"Kate, sono Luke. Posso entrare?"
"Entra"rispondo semplicemente, mettendomi seduta sul letto.
"Ciao"dice vedendomi, io ricambio il saluto con un cenno.
"Cosa succede?" mi chiede curioso.
"Stai facendo la parte del padre premuroso?"chiedo scocciata. Non voglio parlare con nessuno.
"Una specie"dice ridacchiando "Alex mi ha raccontato di quello che ha fatto Diane"continua poi.
"Allora sai cosa è successo" rispondo ovviamente.
"Sei arrabbiata?" chiede serio, guardandomi con i suoi piccoli occhi scuri.
"Sono così poco arrabbiata che chiederei a Diane di ballare la samba insieme"dico sarcastica, facendolo sorridere leggermente.
"Forse è meglio che vada via" mi dice poi "Però ricorda una cosa. Non lasciare che ti facciano diventare qualcuno che in realtà non sei. Non lasciare che una piccola cosa ti rovini delle grandi cose"Detto questo, esce dalla mia stanza, lasciandomi con le sue parole in testa.
Come faccio io ad andare avanti se queste grandi cose non arrivano mai? Se sono così piccole e insignificanti da farmi trascinare dalle piccole cose?
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Mi Basti Tu
RomanceSono Kate White,una ragazza con una vita poco ordinaria.Vivevo con mia zia e mio cugino,a Los Angeles,ma in quel luogo mi sentivo soffocare. Ogni minimo particolare mi ricordava i momenti più dolorosi del mio passato e questo non mi è mai piaciuto...