Capitolo 37

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"Possiamo perdonare un bambino quando ha paura del buio. La vera tragedia della vita è quando un uomo ha paura della luce."
-Platone

Lunghissimi corridoi traboccanti di adolescenti che si muovono caoticamente, chi va al proprio armadietto, chi si raggruppa per chiacchierare, chi fa l'idiota giocando a calcio con una pallina di carta, e poi c'è chi, come me, rimane in disparte e non vede l'ora che le lezioni finiscano.
Le vacanze autunnali sono finite, e non potrei esserne più infastidita.
Dopo essere praticamente scappata via correndo da Travis, sono rimasta reclusa in camera il più possibile. Lui ha provato diverse molte a parlarmi quando mi trovava in giro per la casa, ma io non l'ho neanche guardato.
Come potrei dopo ciò che ho detto? Sono un'idiota.

"Salve mia dolce lucertola"
Jace appare davanti a me in tutta la sua altezza, e mi guarda sorridendo allegramente. Scommetto tutto ciò che ho che ha qualcosa a che fare con il ragazzo di cui è ossessionato.
"Ancora con questa storia?"gli chiedo, riferendomi al soprannome con il quale mi chiama da quando ci siamo incontrati.
"Che c'è? Non ti piace?"
Alzo gli occhi al cielo e richiudo il mio armadietto, pronta ad affrontare un'altra estenuante lezione di matematica.
Ma io dico, a cosa mi servirà mai sapere quelle cose?
Tra qualche mese dovrei diplomarmi ma temo che la mia attitudine scolastica non sia delle migliori, quindi sono un po' nervosa a riguardo. Spero di riuscire a recuperare tutte le mie insufficienze.
"Kate, che ti succede?"
"A cosa ti riferisci?"
"Sei più strana del solito"afferma confuso "Per caso è successo qualcosa?"

Vorrei poter dire tutto a Jace, confidarmi con lui e togliermi i mille mattoni che ho sul cuore, ma espormi con Travis è stato già abbastanza stupido da parte mia, non vorrei peggiorare le cose. E poi non potrei raccontargli di quanto sia stressata a causa della richiesta di quel coglione di Lee, né del fatto che Travis attualmente potrebbe considerarmi una serial killer.
Ma il modo in cui i suoi occhi mi ispezionano con preoccupazione smuove qualcosa in me.

"Mio padre è morto"
Questa è l'unica informazione da comune mortale che posso raccontargli. Alla fine non è qualcosa fuori dall'ordinario, che può facilmente sconvolgere la vita di una normale adolescente.
Lui rimane in silenzio per qualche secondo, ma dopo mi ritrovo fra le sue braccia, stretta in un caloroso abbraccio.
Di solito evito qualsiasi contatto con gli esseri umani, ma Jace fa sempre eccezione.
"Mi dispiace"sussurra al mio orecchio, accarezzandomi i capelli.
"Succede"

Gli faccio chiaramente intendere di non voler riaprire il discorso e lui annuisce, lasciandomi andare.
Avendo lezione in comune, ci dirigiamo insieme verso l'aula di matematica, mentre lui mi racconta di essere uscito con quel ricciolino e di aver passato una serata meravigliosa in sua compagnia.
Mi fa piacere vederlo felice finalmente, credo sia una delle persone più buone che io conosca, e merita di stare bene.

"Hai più pensato a cosa fare dopo il diploma?"mi chiede, sedendosi al banco accanto a me.
"Sinceramente prima spero di riuscire a prenderlo il diploma"mi lamento, mettendomi comoda sulla sedia.
"Sai che se hai bisogno di una mano con qualche materia io sono pronto a farti da tutor, vero?"
"Non lo metto in dubbio, sono sicura che non vedresti l'ora di poterti atteggiare da saputello"lo prendo in giro, sorridendo per via della sua espressione fintamente offesa.
"Ho il dubbio che tu stia rifiutando il mio aiuto solo perché Travis Clifford si è già proposto come tuo sexy insegnante senza maglietta"afferma sicuro "E come potrei darti torto..."
Sto per picchiarlo quando mi rendo conto che il suo sguardo è puntato sull'ingresso dell'aula, o meglio, proprio su Occhi di ghiaccio, che mi guarda in modo inquietante poggiato allo stipite della porta.
"Signorina Fletcher, il preside vorrebbe parlare con Kate White, mi ha chiesto di venirla a chiamare"
Travis parla alla professoressa, pur mantenendo lo sguardo su di me.
So benissimo che il preside non vuole nulla da me, ma che è tutta una scusa di quel diavolo dagli occhi glaciali per potermi rompere le scatole con le sue domande.
Lo odio.
"Certo, vada pure White"
Merda.
***
"Puoi fermarti un cazzo di momento?"
Travis mi insegue scocciato mentre cammino senza sosta nei corridoi, sperando che un UFO venga a rapirmi in questo esatto momento, ma invece nessuno viene ad aiutarmi.
Maledetti alieni...
Alzo il passo per provare a distanziarmi maggiormente da lui, ma fallisco miseramente,dato che le sue gambe sono lunghe il doppio delle mie.

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