Capitolo 26

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"Si torna sempre nei posti dove si è stati male per vedere se il posto è cambiato o se siam cambiati noi"

La sera del ballo. Decorazioni colorate appese alle pareti. Ragazze elettrizzate per via della serata che passeranno con i loro ragazzi. Lunghi ed eleganti vestiti da cerimonia. Balli lenti e mille sorrisi calorosi.Tutto ciò che io stasera non vivrò.

Sono stravaccata sul divano, con una ciotola stracolma di popcorn, mentre indosso il mio pigiama con gli unicorni,pronta a guardare un film deprimente.

"Sei buffa vestita così"dice ridendo Alex, mentre cerca di aggiustare la sua cravatta.
"Tu invece sei un'idiota che non riesce neanche a mettere una cravatta"gli dico, regalandogli un sorriso falso.
"Magari se mi aiutassi"si lamenta lui, sbuffando.
"Cosa mi tocca fare"borbotto, posando la ciotola sul divano e alzandomi, andando poi verso di lui.

Mi alzo sulle punte dei piedi per poter arrivare alla sua altezza e dopo intreccio la sua cravatta, facendo poi un bel nodo stretto mentre Alex finge si star soffocando.

"Smettila"dico, tirandogli un leggero schiaffo sul petto, facendolo ridere di gusto.
"Sei sicura di non voler venire con me e Maya al ballo?"chiede, cessando la sua risata.
"Certo, non voglio mica mantenere la candela"dico divertita "E poi non vado matta per i balli"
"Se le cose stanno in questo modo, non voglio obbligarti"mi dice, sorridendo.
"Grazie"
"E di cosa?"

Vorrei spiegargli che lo ringrazio perché da quando sono arrivata in questa casa lui ha sempre rispettato le mie decisioni e le conseguenze delle mie azioni, senza mai intromettersi. Alex penso sia l'unico che stia scoprendo piano piano il mio carattere, oltre a Jace, e ciò mi spaventa molto. Non dovrei permettere a nessuno di conoscere la vera me. 

Non parlo, gli sorrido leggermente e, dopo aver fatto lo stesso, mi saluta ed esce da casa, pronto ad andare a prendere la sua dama per portarla al castello.

Ritorno sul divano e afferro il cellulare per controllare eventuali messaggi o chiamate perse, ignorando il fatto che sono anni che nessuno, oltre mia zia e Sam, mi cerca più. 
Ripenso al primo ed unico ballo a cui sono andata ed è inevitabile che la malinconia prenda la meglio su di me.

Avevo quindici anni ed ero alla fine del primo anno ,e posso dire con gran sicurezza che  quello sia stato il periodo peggiore della mia vita, per adesso almeno. Sono andata a vivere da mia zia e da Sam , ma preferivo di gran lunga stare con loro che con altre determinate persone. Avevo una cotta esagerata per Adam e stare insieme a lui faceva alleviare per un po' il dolore che mi soffocava tutto il giorno e tutta la notte, perché aveva il potere di farmi vivere emozioni diverse ogni singola volta, con un sorriso, una carezza o un gesto gentile. Era in grado di farmi sentire una persona diversa, più serena e spensierata, e tutto ciò mi faceva stare bene.

Si avvicinò il giorno del ballo di fine anno e non potevo essere più felice, perché Adam aveva invitato me, proprio me, che nessuno avrebbe mai portato ad un ballo perché considerata la sfigata depressa della scuola della quale ridevano tutti. Tranne Adam. 
Per l'occasione comprai un vestito, un bel vestito azzurro che riusciva a farmi sentire leggermente più femminile rispetto ai jeans e le felpe che indossavo -che ancora indosso- e non vedevo l'ora di metterlo e ballare con Adam  per tutta la sera.
Solo che le cose non andarono come speravo, dato che , il giorno del ballo, Adam mi disse che non poteva più venirci per alcuni problemi e, sapendo bene cosa passasse tutti i giorni a causa della sua situazione familiare, non mi opposi.

Ovviamente ci rimasi davvero male, dato che sognavo quella serata da mesi ,e invece tutte le mie aspettative andarono completamente in fumo. Mio cugino Sam, però, non volendo vedermi in  quello stato per tutto il tempo, decise di farmi da accompagnatore così che potessi andare al ballo. Cercai di fargli capire che senza Adam non sarebbe stato lo stesso ma non servì a nulla, dato che quasi mi obbligò a mettere il vestito ed andare.

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