"Quando la gente mi chiede cosa vuol dire amare, abbasso gli occhi per paura di ricordare"
"Se non la smetti all'istante di guardarmi il culo, giuro che ti prendo per i capelli e ti butto fuori da questo posto" minaccio ad un ragazzo che, dal primo momento in cui si è seduto a questo tavolo, non ha smesso per un secondo di fissarmi in un modo orribile.
Dopo aver capito che gli avrei fatto realmente male, annuisce spaventato e abbassa lo sguardo, io sorrido falsamente e mi allontano.
"Kate,dovrei parlarti un attimo"dice Valery, guardandomi seria.
"Cosa ho fatto?"le chiedo preoccupata, posando il vassoio che avevo in mano sul bancone e cercando di abbassare questa sottospecie di mini gonna.
"Senti, forse ti comporti in modo troppo violento con i clienti"dice con voce bassa, come se avesse paure che le saltassi addosso da un momento all'altro.
"Non posso farci niente se rischio di essere stuprata solo con uno sguardo di questi trogloditi!"
"Ti ci devi fare l'abitudine, è normale in questo posto" spiega lei.
"A questo punto potrei anche andarmene,allora" dico, sbalordita dall'idea di dover sopportare dei pervertiti che mi guardano e mi toccano come se fossi di loro proprietà.
"Non andare via, Kate. Devi solo capire che per noi è normale, tutto qui. Se poi non te la senti per motivi tuoi puoi anche andare, ma non puoi licenziarti perché i ragazzi fanno commenti su di te" dice la fata turchina e,dopo avermi guardata seriamente, si allontana.Mentre pulisco il bancone, noto una persona che cerca di attirare la mia attenzione e, alzando lo sguardo, noto che si tratta di Jace. E lui cosa ci fa qui?
"Sai com'è, questo è un luogo pubblico"
Se ne poteva trovare un altro, diverso da questo.
"Ehi"lo saluto
"Ciao lucertola, cosa ci fa qui?"chiede curioso.
"Ehm, io ci lavoro"
"Ah, non ti facevo tipa da vestitini sexy" dice, ridacchiando.
"Credimi, non lo sono, ma purtroppo per lavorare in questo posto bisogna fare le cubiste"spiego, facendolo sorridere divertito.
"Stai bene come cubista"dice lui.
"Non so se prenderlo come un insulto o un complimento"dico sinceramente, mentre riempio un bicchiere di vodka ad una ragazzo, già abbastanza ubriaco.
"E' un complimento, tranquilla"dice sorridendomi, come se si fosse dimenticato di quanto possa essere stata stupida ad imitare una lucertola davanti ai suoi occhi.Non sapendo cosa altro dire, mi guardo attorno imbarazzata e non posso fare altro che notare -con mio grande disappunto- i miei quattro coinquilini avvicinarsi a me.
"Come va, rossa del mio cuore?"mi chiede Alex, ridacchiando.
"Smettila, cretino"lo rimprovero, facendo aumentare le sue risate.
"Devo dire che con questo vestito sembri un insaccato" mi dice Travis, con un ghigno cattivo.
"Beh, e tu con quella faccia sembri un coglione"gli dico con tono duro "Ah scusa, dimenticavo, non è solo apparenza"continuo poi, fingendomi sorpresa.
"Invece di litigare come due bambini, potresti offrirci qualcosa?"chiede Matt che, per chissà quale strano motivo, ha iniziato a rivolgermi la parola:non molto, ma è pur sempre un buon inizio, o sbaglio?
"Anche se lavoro qui non vuol dire che voi quattro abbiate il permesso di bere senza pagare"dico inarcando un sopracciglio.
"Pazienza, ci ho provato"dice Matt, con un ghigno, che non gli ho mai visto sul viso.
"Comunque, noi dobbiamo andare ragazzi"dice Luke agli altri, che annuiscono.
"Dove andate?"chiedo curiosa.
"Non sono cazzi tuoi"mi risponde Travis, ed io faccio una linguaccia come una bambina di quattro anni, facendolo ghignare.
"Certo che sono cazzi miei! L'ultima volta mi avete lasciata da sola in quella casa per tutta la notte e siete tornati verso mezzogiorno del giorno dopo."dico, incrociando le braccia.
"Che c'è, hai paura?" chiede Alex, ridacchiando.
"Certo che no! Solo che mi sento a disagio da sola in quella casa"mento, buttando in aria le braccia. Ovvio che ho paura! Potrebbe entrare uno stupratore in casa, o un clown, o un tricheco, o peggio: un clown stupratore che cavalca un tricheco gigante."Tu hai dei seri problemi"
Naah, solo molta fantasia.
"Kate, ormai è anche casa tua, non devi sentirti a disagio"mi dice Luke, sorridendomi leggermente.
"Ehm, okay"rispondo, non sapendo cosa altro dire.
"Adesso noi andiamo, buon proseguimento ,rossa!"dice Alex, dandomi un bacio sulla guancia, facendomi diventare dello stesso colore dei miei capelli."Deve piacerti molto per arrossire solo a causa di un bacio sulla guancia"dice Valery, spuntando dal nulla con la sua chioma azzurra.
"Cosa? No! Non mi piace, solo che,non ho mai avuto molta confidenza con i ragazzi"dico abbassando lo sguardo, non sapendo neanche il motivo per cui le ho detto questa cosa. Perché l'ho detto?
"Sei seria? Una ragazza così carina come te non ha mai avuto un ragazzo?"chiede curiosa.
"Beh, ne ho avuto uno..."dico con voce bassa. Ti prego non chiedermi come è finita, ti prego, ti prego.
"E come è finita?"chiede, facendomi venire voglia di sbattere la testa contro il bancone.
"Storia lunga"dico semplicemente, sperando abbia capito che non ho alcuna voglia di parlarne.
"Ho tutto il tempo possibile"dice sorridendomi, posando lo straccio che aveva in mano poco fa.
"Beata te, io no. Anzi, devo proprio andare adesso, ci vediamo domani"dico velocemente, per poi correre nello "spogliatoio" e togliermi questa ridicola divisa.Decido di prendere l'autobus per tornare a casa, dato che non ho la minima voglia di camminare per tutto il tempo, rischiando di essere uccisa in qualche vicolo, accanto a dei procioni.
"Ripropongo: hai dei seri problemi"
Ripropongo: solo moltissima fantasia.
Salita sull'autobus infilo le cuffie ed ascolto le mie canzoni preferite del momento, canticchiando ad alta voce. Non mi importa della vecchietta che mi sta guardando male in questo momento, faccio quello che voglio.
Scendo, e mi incammino per quella poca strada che bisogna fare per tornare a casa, sempre con le cuffiette. Quando sto per entrare in casa mi accorgo che un auto è parcheggiata nel vicolo e mi rendo conto che si tratta di quella di Travis.
Cosa ci fa qui? Non doveva andare da qualche parte con gli altri?
La mia curiosità prende il sopravvento e, con molta cautela, mi avvicino all'auto, nel tentativo di sentire ciò che Travis sta dicendo a colui/colei con cui sta parlando a telefono.
"Si, sto arrivando.... No, il fiammifero non mi ha visto, forse non è neanche rientrata a casa o starà dormendo come un ghiro" dice al telefono, ed io arriccio le labbra.
Okay mi sento offesa nel profondo dell'animo.
"Non importa a nessuno"
Adesso è anche peggio...
"Là cosa succede? Avete massacrato quello stronzo?" chiede poi, scendendo dalla macchina ed io, per non farmi vedere, faccio il giro della macchina. Massacrato? Allora avevo ragione ieri, sono degli assassini!
Troppo curiosa decido, nel momento in cui si allontana dall'auto, di infilarmi nel cofano per capire cosa diavolo stia succedendo.
"E se ammazzassero anche te?"
Pazienza, intanto potrò dire di avere avuto dei coinquilini assassini.
"Sai che non è una cosa di cui andare fiera vero?"
Stai zitta, non rompere.
Sento dei passi, e poi il rumore della portiera che prima si apre e poi si chiude. Nel momento in cui Travis mette in moto, spero con tutta me stessa di non essere uccisa, non in un cofano!
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Mi Basti Tu
RomanceSono Kate White,una ragazza con una vita poco ordinaria.Vivevo con mia zia e mio cugino,a Los Angeles,ma in quel luogo mi sentivo soffocare. Ogni minimo particolare mi ricordava i momenti più dolorosi del mio passato e questo non mi è mai piaciuto...