8. Non mi sento pronta

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Io:-La verità è che non sono pronta ad essere investita da tutte queste emozioni improvvise, tutto qui- mi giustifico davanti alla mia migliore amica.

Clara:-Secondo me dovrebbe investirti con la macchina!- esclama in tutta risposta, alzandosi dal divano per raggiungere Claudio in cucina.

Siamo a casa sua, la prima cosa che mi è venuta in mente dopo essere ritornata al ristorante, è stato prendere la macchina e raggiungere Clara a casa sua, dove vive con Claudio.

Mi alzo anche io dal divano grigio e raggiungo velocemente la cucina.

Claudio:-Ragazze... ma solo a me questo Matteo sembra uno psicopatico bipolare con qualche rotella fuori posto?- chiede appoggiandosi alla penisola con entrambi i gomiti.

Clara:-Secondo me è un uomo in stile Christian Grey, bello e maniaco allo stesso tempo- dice accompagnata da un gesto teatrale fatto con le braccia.

Io:-Secondo me vi siete bevuti il cervello, anche se Matteo è un po' strano, non significa che sia come Christian Grey- dico ridendo a fine frase, per lo stupido paragone fatto da Clara, che invece resta seria.

Claudio:-Allora sei tu che hai paura di essere uccisa ogni trenta secondi. Insomma, ti fai troppe paranoie, è così che si diventa vecchie, Dannazione!- dice sbattendo una mano sul tavolo con violenza

Clara:-Dovrei regalarti un gatto, il tuo compleanno è fra un mese, lo prendo siamese o persiano?- dice seria, mentre io scoppio a ridere con Claudio

Claudio:-Sei tremenda Clara- dice ridendo

Clara:-Ridete pure, ci vediamo il giorno del suo compleanno- dice andando in salotto sculettando.

Io:-Che si fa per cena?- chiedo a Claudio, che in risposta apre il forno, contenente una teglia di pasta al forno.

***

Il lunedì è arrivato. Dovrei dare le chiavi della mia macchina a Matteo, sempre se vuole parlarmi.

Dovrei spiegargli perché sono scappata, forse, ma che dovrei dirgli?

"Mi sono accorta che ho provato più cose con te in un bacio che in 3 anni di fidanzamento con Carlo, così sono scappata perché sono stupida"

Ma anche no. Sarebbe come ammettere che provo qualcosa per lui.

Ma tu provi qualcosa per lui, mi rincalza una vocina nella testa.

Devo andare da lui.

Devi andare a lavoro, cretina, rimbecca la mia coscienza, a cui non posso far altro che dar ragione.

Faccio una doccia lavando anche i capelli, che per i miei gusti iniziano ad essere troppo lunghi e scomodi da lavare. Esco dalla doccia con ancora in testa alcune domande esistenziali, mi asciugo, metto l'intimo coordinato e asciugo i capelli con il phon.

Una volta finito indosso un tailleur nero gessato, con un paio di Décolleté del medesimo colore.

Esco di casa ricordandomi all'ultimo secondo del cappotto, benedicendomi per essermene ricordata, quando mi accorgo del freddo polare che invade il mio corpo fin dentro le ossa.

Con la coda dell'occhio noto la macchina di Matteo, forse dovrei andare a casa sua, forse, e dico forse, dovrei bussare alla sua porta sperando che mi apra senza richiudermi subito dopo la porta in faccia.

Guardo che ore sono. 9:50.

Fra 10 minuti devo essere a lavoro, per arrivare a piedi ci vogliono 6 minuti, avrei 4 minuti per parlarci.

Ma chi prendo in giro? Con queste scarpe il tempo si dimezza ed io devo prendere coraggio per bussare alla sua porta, mica è una cosa da nulla.

Scuoto la testa per scacciare tutti i pensieri e mi incammino verso il ristorante, dove mi aspetta una giornata di lavoro non troppo pesante. Il lunedì apriamo solo il piano bar, c'è poca gente in giro dopo il weekend e il ristorante rimane chiuso, così come la cucina.

Potrei andare a parlare con Matteo questo pomeriggio, esco alle 6 da lavoro e considerata la vicinanza, mi verrebbe bene chiamarlo.

Arrivo al ristorante e noto con piacere che Luca ha già aperto e sta aiutando Alysia con i bicchieri. Da domani ci sarà solo lei per due giorni e preferisco che abbia un minimo di preparazione, prima di vederla alle prese con i clienti.

Li saluto e mi chiudo in ufficio, accendendo subito il riscaldamento. Non levo nemmeno il cappotto, sedendomi subito dietro la scrivania.

Un quadrato giallo attira la mia attenzione, un post-it abbandonato sulla scrivania.

Lo prendo curiosa e sorrido quando leggo la scritta.

"Sei carina", con tanto di faccina felice. Deve averlo scritto Matteo, mentre era ubriaco ed io l'ho lasciato solo in ufficio.

Lo appiccico in un angolo dello schermo del computer, poi qualcuno bussa alla mia porta.

Io:-Avanti- dico distrattamente, mentre ammiro il post-it con l'orgoglio di una madre davanti al primo lavoretto del figlio.

X:-Hey...- dice una voce maschile che riconosco subito.

Alzo subito lo sguardo. Davanti a me, l'unica persona che non mi sarei mai aspettata di vedere, Carlo. Dopo 2 anni, davvero "Hey", è l'unica cosa che ha da dirmi?

Mi alzo di scatto, con mille domande nella testa a cui non so rispondere.

Io:-Che ci fai qui? Che vuoi da me?!- gli dico in preda al nervosismo

Non ho paura, solo non lo vedo da tanto tempo, vederlo davanti a me adesso, è quasi uno shock.

Carlo:-Dobbiamo parlare, io devo spiegarti- mi dice, per un attimo sembra sincero, poi però torno in me, con mille idee su come ucciderlo e occultare il suo corpo.

Io:-Non qui- dico, non voglio che nessuno ci senta litigare.

Prendo il cappotto e gli faccio cenno di seguirmi sul retro del ristorante, da lì inizio a camminare verso casa mia, visto che è una via abbastanza frequentata.

Carlo:-Francesca, rallenta- mi dice quando aumento il passo per il nervosismo, obbedisco rallentando leggermente

Io:-Dimmi cosa vuoi, Carlo, perché sei qui, non eri partito?- gli chiedo, ricordando il triste momento in cui lo vidi prendere quell'aereo per non so dove.

Carlo:-Sono tornato- dice facendo spallucce

Io:-Potevi restartene dov'eri- sussurro, stringendomi nel cappotto

Carlo:-Ti ho sentito- dice rivolgendomi un'occhiataccia.

Io:-Non mi importa, questo non cambia la mia idea. Tu due anni fa sei scappato, senza alcun apparente motivo, lasciandomi sola in uno dei momenti più difficili della mia vita! Ora torni e che fai? Pensi che ti perdoni o roba simile? Eh no bello, hai sbagliato tipa, con me non ti comporti così!- sbotto velocemente, guadagnandomi le occhiate di alcuni passanti.

Carlo:-Francesca ti prego, fammi spiegare- dice avvicinandosi, mentre io indietreggio subito.

Io:-Non ti avvicinare- dico soltanto

Carlo:-Vedi, due anni fa io...- inizia ma viene interrotto da una voce, una voce a me familiare.

Matteo:-Carlo? Carlo, ma tu... Oddio sei tu?!- esclama indicandolo, io non capisco.

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Bello schifo sto capitolo.

Voi che ne pensate? A me non ispira particolarmente.

Che dite, a fine giornata li faccio divertire? Dopo un capitolo di casini... poi non dimentichiamolo, lei ha l'intimo coordinato.

Okay, basta progetti. Torno a scrivere, addio vita sociale.

Fatemi sapere come sta andando, davvero, sono ansiosa dei vostri pareri. Mi basta un segno per dire "hey sono passata di qui è mi piace", mi solleverebbe il morale di molto!

-Nenne23

Indipendence (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora