20. Affronti.

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Quando, dopo essermi preparata, sono uscita di casa, mi sono resa conto che forse, tenere i finestrini della macchina aperta tutta la notte, non è stata esattamente una buona idea. Proprio per niente. Tremo per il freddo quando entro in macchina, chiudo i finestrini e accendo il riscaldamento, correndo al ristorante. Di domenica mattina, non c'è mai un grosso via vai, ma in cucina già si preparano per il pranzo e al bancone, i bicchieri vengono tirati a lucido uno per uno.

Soddisfatta degli affari, vado nel mio ufficio, dove per fortuna, trovo un po' di tepore. A quanto pare, nei prossimi giorni caleranno le temperature ed io, mi sento in prossimità di un raffreddore.

Compilo le solite cose sul solito registro, firmo i soliti documenti, raccolgo le fatture da pagare dividendole da quelle già pagate. Controllo i soldi sul conto e pago tutto via internet, così da non dover uscire di casa.

Il bruciore agli occhi non tarda ad arrivare, così faccio una pausa andando al bar a prendere un bicchiere d'acqua. La cuoca mi chiede un parere su un piatto che è stato rimandato indietro, così quando me ne serve uno esattamente identico, mi siedo al tavolo dei camerieri, nascosto in un angolo appartato, e inizio a mangiare.

Io:-È una delizia, non capisco proprio perché l'abbiano rimandato indietro- rispondo tamponando le labbra con un tovagliolo.

Maria, la cuoca, fa una smorfia. È da sempre stata una persona schietta e diretta, ma sempre educata. È la regina dell'autocontrollo, mai una parola di troppo di fronte ad uno sconosciuto, mai una violenza nei confronti di altri. L'unica cosa tagliente, la sua lingua. Questa donna ha il potere di farti sentire peggio della cacca di mucca, quando vuole.

Maria:-Sono felice che ti piaccia, signorina, ma sai, la vecchiaccia stronza di ieri sera ha rimandato indietro un po' tutto, persino le cameriere si rifiutano sempre di servirla! Inoltre, gli altri clienti, si sono lamentati dei suoi modi poco educati. Pensa che ha tirato un tovagliolo addosso ad una coppia di fidanzati che si stavano per baciare.- mi racconta, senza spostare l'attenzione dai fornelli.

La mia espressione esterrefatta tradisce la mia finta calma. Questa pazza furiosa mi porterà via tutto, se continua così.

Io:-Non era la prima volta che veniva qui?- chiedo interessata

Maria:-Non credo, in realtà da un mesetto a questa parte viene spesso, solitamente nei giorni in cui il ristorante è gremito di persone e sempre in compagnia di quello che, poveraccio, sembra essere il marito- mi spiega, con una punta d'astio della voce.

***
La sera, poco prima delle 8, arriva Matteo, con la scusa di un bicchiere di vino, iniziamo a chiacchierare e fra una cosa e l'altra gli racconto dell'arpia.

Io:-Quella stronza rimanda indietro quasi tutti i piatti, risponde male un po' a tutti e infastidisce gli altri clienti, non ho mai visto una donna così maleducata e cafona- gli dico, versandogli il vino nel bicchiere

Matteo:-Dai, non sarà mica così fastidiosa- cerca di consolarmi lui, con un sorriso sulle labbra

Io:-Ha tirato un tovagliolo ad una coppietta che stava per baciarsi.- dico soltanto e lui scoppia in una fragorosa risata, senza nemmeno trattenersi.

Matteo:-Beh dai, per lo meno ora non c'è- esclama lui quando si calma, facendo spallucce.

Non l'avesse mai detto. La donna entra trascinando per un braccio il marito, totalmente succube dell'arpia. Lei, vestita di rosa pastello, con una collana di perle al collo, si accomoda subito ad un tavolo, con aria di sufficienza, lui, in camicia celeste e pantaloni neri, la segue senza dire una parola. Poverino.

Io:-Matteo! Guarda!- sussurro in modo che possa sentirmi solo lui

Matteo:-Cosa?- dice girandosi

Indipendence (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora