14. Tutto nuovo

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Osservo i ragazzi sistemare i tavoli e le sedie nella sala, soddisfatta della scelta fatta nemmeno qualche giorno prima.

Ho speso un occhio della testa per risistemare tutto, ma in fondo ne è valsa la pena, anche se adesso dovrò lavorare il doppio per tornare ai guadagni di prima. Avevo soldi da parte, ma ora non mi è rimasto molto e con la sfortuna che ho, potrebbe accadere un qualsiasi altro imprevisto a rovinare tutto. Definitivamente.

D'un tratto mi distraggo per l'arrivo di un messaggio.

"Stasera da me?", è Clara, che sicuramente dovrà raccontarmi qualche novità. Acconsento, poi passo la mattina in ufficio e nei dintorni della sala.

Per pranzo mi faccio un panino, dimenticando completamente il fatto che oggi sia giovedì. Quando suona il campanello infatti, penso sia Clara, ma avendo organizzato a casa sua, dubito si sia mossa dal suo amato divano.

Quando apro la porta l'abbraccio di mia madre mi avvolge improvvisamente, senza nemmeno darmi il tempo di realizzare.

Mamma:-Perché non mi hai chiamato dopo quello che è successo al ristorante? Sono già passati 2 giorni! Ho dovuto minacciare Luca, per scoprirlo- inizia a dire, autoinvitandosi ad entrare.

Io:-Pensavo non ti importasse del mio lavoro- sbuffo seguendola fino al divano, dove lei si siede in un angolino.

Mamma:-Non è vero che non mi importa, semplicemente lo considero stupido, che tu ti metta a lavorare anziché sposare un buon partito, dovresti essere una casalinga e invece sei un... come si chiamano esattamente i proprietari dei ristoranti?- mi chiede interrompendosi, visto che non conosce il termine.

Io:-Mamma, sei venuta a ricordarmi che non ho un marito o cosa?- le dico buttandomi sul divano e alzando gli occhi al cielo.

Mamma:-Cosa hai mangiato per pranzo?- chiede ignorando la mia domanda, mentre io mi passo le mani sul viso disperata.

Io:-Mi sono fatta un panino- rispondo tranquillamente, inconsapevole di aver appena scatenato la furia di mia madre.

Uno dei gattini passa incurante per il soggiorno, aggirandosi per l'appartamento, ed è allora che mia madre lo fissa con gli occhi sgranati. Senza dire nulla, lo segue con lo sguardo, mentre il felino le rivolge uno sguardo indifferente e fiero. Poi si ricompone e prende parola.

Mamma:-Ma come sarebbe a dire?! Due giorni a spaccarti la schiena e per pranzo mangi un panino? Quante energie pensi possa darti un misero panino? Okay che non sei proprio in forma... ma mangiare poco non ti aiuterà se non a svenire per strada- mi dice, squadrandomi da capo a piedi.

Io:-Ma mamma...- provo a ribattere, ma mi zittisce puntandomi il dito contro

Mamma:-Sta zitta, vado a prepararti un pranzo degno di questo nome- mi dice scomparendo in cucina, mentre io mi accascio sul divano, pensando a quale piano architettare per sfuggirle.

10 minuti dopo, siamo una di fronte all'altra, a tavola, davanti a me, un piattone di spaghetti al sugo ancora fumante.

Mamma:-Mangia- mi ordina, con gli occhi fissi su di me.

Obbedisco, controllando l'orario, fra meno di un'ora devo essere da Clara e io sono qui, a tavola, davanti a mia madre che sembra volermi avvelenare. Mangio, una forchettata di spaghetti dopo l'altra, fino a finire.

Mamma:-Non vorrai mica tornare a lavoro- mi dice contrariata, piazzandosi di fronte a me proprio nel momento in cui mi alzo da tavola.

Io:-Il locale lo apriamo domani, calmati, sto solo andando da Clara. Passo il pomeriggio da lei oggi- le dico avvicinandomi in sala per recuperare la felpa blu, che indosso velocemente sopra la maglia bianca, incurante dello sguardo di mia madre addosso.

Metto il cappotto, poi la borsa e mia madre mi saluta poco prima che io esca di casa, diretta da Clara.

Una volta da Clara, vengo accolta da un profumo di muffin appena sfornati, così mi fiondo nella cucina della mia amica, ricca di aspettative e con un sorriso sul volto, che si spegne quando vedo che sono solo dei muffin precotti e scaldati al microonde.

Clara:-Guarda che non tutti sappiamo cucinare come te- si difende raggiungendomi in cucina, notando il mio sguardo puntato sui muffin.

Io:-E io che ci speravo- dico sbuffando, per poi scoppiare a ridere con Clara.

Dopo una maratona di film tutti scelti da Clara, decido di scegliere io un film.

Mentre Clara fa i pop corn, io inserisco il dvd di "Alla ricerca di Nemo", ammettendo a me stessa di essere una bambina.

Film dopo film si fa notte e l'ansia per la riapertura del locale si fa sentire, mentre mi rendo conto di aver trascurato un po' l'altro ristorante.

Clara:-A che pensi?- mi chiede vedendomi con la testa fra le nuvole

Io:-Lavoro- riassumo, poggiando la testa sullo schienale del divano, esausta.

Clara:-Dovevi staccare oggi... hai lavorato tanto- mi dice, accarezzandomi i capelli.

Io:-Distraimi, che è successo con Claudio? Perché non è qui?- chiedo alzando la testa alla ricerca di un contatto visivo.

Lei evita il mio sguardo, mordendosi il labbro. Non è un buon segno.

Clara:-È andato via stamattina prima che mi svegliassi, non è tornato, ha il telefono staccato- dice fissando il vuoto.

Io:-Non hai notizie di lui?- chiedo guardandola

Clara:-Abbiamo litigato ieri sera, poi mi sono addormentata e... stamattina non c'era più- dice sull'orlo di un pianto liberatorio.

La abbraccio immediatamente, mentre lei scoppia a piangere fra le mie braccia. Non dico nulla, sarebbe sprecare ossigeno, non servono parole, ma solo gesti. La abbraccio, talmente stretta che la sento trattenere il respiro, fra i singhiozzi.

Non so se sono sempre stata una buona amica, ma certamente so che lei ora, ha solo bisogno di un abbraccio. Perché le parole sono inutili.

Il nostro abbraccio viene interrotto dallo squillo del mio cellulare. Non appena leggo il nome di Claudio, rivolgo lo sguardo a Clara, che annuisce insicura, incoraggiandomi a rispondere.

"Dove sei?" gli chiedo senza lasciarlo parlare.

"Francesca, sei con lei?" mi dice, in tono pacato

"Ti ho chiesto dove sei" rispondo, in tono duro, tentando di mantenere la calma

"Non dirlo a Clara, non voglio che si preoccupi..." inizia nel vano tentativo di prendere tempo.

"Claudio, parla, ora." gli dico, stanca dei suoi inutili giri di parole

"Sono in ospedale, ho avuto un incidente"

In quel momento, il mondo mi crolla addosso, non rispondo, non mi muovo, mentre l'ansia e la paura prendono possesso del mio corpo.

Clara mi guarda, con gli occhi sgranati, ha sentito tutto.

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Cosa sarà successo?

Vi prego, non smettete di leggere la storia, ho poche idee ultimamente e mi serve aiuto. I consigli sono ben accetti💕

~Nenne23

Indipendence (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora