13. Non ci voleva proprio!

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Arrivo al ristorante in meno di 10 minuti. Immaginavo già pompieri, vigili del fuoco, ambulanze, polizia e chi ne ha più ne metta e invece, fuori dal ristorante c'è semplicemente Luca seduto sul marciapiede con un estintore in mano.

Corro verso di lui, confusa.

Luca:-Francesca finalmente!-

Io:-Beh? Che è successo?- chiedo velocemente abbandonando la calma nei meandri più lontani della mia anima.

Luca:-È andata a fuoco una tovaglia, una candela deve essersi rovesciata e il fuoco è divagato facendo scattare il sistema antincendio, l'acqua ha rovinato tutto l'arredamento, gli altri sono tutti dentro ad asciugare e i clienti stanno bene- spiega passandosi una mano sul viso.

Corro dentro senza nemmeno rispondergli, bagnando le scarpe non appena entro. Gli altri mi salutano stanchi con un cenno, mentre io metto le mani fra i capelli in un attimo di disperazione.

Io:-Luca, chiama gli altri, ci serve una mano- gli dico, sentendolo dietro di me.

Il pavimento bagnato, qualche sedia rovesciata e un tavolo annerito dal fuoco tutto bruciacchiato, proprio al centro della sala.

Luca:-La cucina e il tuo ufficio sono salvi, bagni compresi... ma la sala e il piano bar sono andati- dice mettendomi una mano sulla spalla in un tentativo goffo di confortarmi.

Un senso di desolazione e tristezza mi sconvolge, abbasso lo sguardo, è tutto rovinato.

Una delle dipendenti mi passa degli stracci asciutti, così mi inchino iniziando a cercare di asciugare. Strizzo lo straccio nel secchio e ricomincio da capo finché non si riempie il secchio, che vado a svuotare nel tombino in strada.

Asciugare, strizzare, svuotare e di nuovo tutto da capo.

Gli altri arrivano, regalandomi un abbraccio di conforto, poi mi aiutano a buttar via le tovaglie rovinate e a portare a lavare il salvabile.

Butto le stoviglie e i piatti nel lavandino della cucina, occupandomi poi di raccogliere il vetro di alcuni bicchieri rotti.

D'un tratto sento la porta aprirsi, mi giro e vedo Matteo.

Matteo:-Ho saputo- mi dice, rimboccandosi le maniche. Prende un secchio vuoto e uno straccio, chinandosi ad aiutare.

Non dico niente, ma mi si scalda il cuore per questo gesto. Perché potrebbe distruggermi in questo mio momento di profonda vulnerabilità. Invece, mi sta aiutando a rialzarmi, senza che io gli abbia chiesto aiuto.

Dopo ore e ore passate a cercare di asciugare, chiamo il centro ecologico per farli venire a prendere tutti i tavoli e le sedie e chiudo ufficialmente il ristorante per qualche giorno, il tempo di rimetterlo a nuovo.

Io:-Grazie dell'aiuto ragazzi, siete tutti invitati a cena da me, visto che ormai è ora- dico a tutti coloro che mi hanno aiutato, rivolgendo un sorriso anche a Matteo, che stanco morto è appoggiato ad un palo della luce sul marciapiede.

Ceniamo tutti insieme a casa da me, pasta con aglio, olio e peperoncino, nessuno aveva la forza di cucinare o mangiare niente di troppo pesante.

Dopo un po' tutti vanno via, mentre Clara e Luca decidono di restare a dormire. Matteo mi saluta con un bacio sulla tempia, prima di tornare a casa sua.

Clara resta a giocare con i gattini, mentre Luca sistema la cucina rimettendo in ordine. Io invece, demotivata e stanca morta, mi butto sul letto in fase di depressione acuta.

Alla fine dormiamo tutti e tre insieme nel letto, con i gattini che si sono appropriati dei cuscini e le coperte che stanotte sembrano avere più freddo di noi.

***

"L'ho rovinata, ce l'ho quasi fatta. Tutti pensano che sia un incidente, sta andando tutto secondo i piani" sento dire da una voce familiare.

"Sta tranquillo, lei non saprà mai nulla" sento poi e mi avvicino, seguendo il suono della voce.

"Quella povera illusa crede che la candela sia caduta accidentalmente, se l'ha bevuta così come tutti gli altri" dice poi, qualcuno.

Mi avvicino di più, vedendo colui che ha pronunciato quelle frasi. Matteo si gira verso di me, facendomi un sorriso perfido, mi viene in mente l'immagine del bacio di giuda. Mi ha tradita, si è avvicinato a me con il fine di distruggermi e ci è riuscito.

"È finita, Francesca, tutto ciò che avevi andrà lentamente in frantumi fino a portare te stessa all'autodistruzione." mi dice, guardandomi negli occhi.

Mi sento debole, impotente, non riesco a muovermi, sto per piangere.

"Francesca svegliati! Francesca? France, è tardi!" Sento un'altra voce, ma non c'è nessuno a parte noi.

Mi guardo intorno, senza capire. Un dolore si diffonde sulla mia guancia, facendomi aprire gli occhi di colpo.

Era tutto un sogno, era solo un sogno.

Tiro un sospiro di sollievo e abbraccio Clara in silenzio, che mi ha svegliata con uno schiaffo. Luca dorme ancora, ma la mia amica mi spiega che mi stavo agitando, così ha deciso di svegliarmi.

Mi alzo, cercando di non svegliare Luca, poi raggiungo la cucina con il pensiero di mettere del latte ai gattini, che si svegliano e mi seguono fino in cucina, dove gli lascio una ciotola per ciascuno.

Preparo la colazione per tutti con il malumore che sprizza da ogni poro del mio corpo. Sono talmente pensierosa che brucio il caffè, sporcando tutta la cucina. E pensare che solo 10 minuti fa questa cucina era così pulita. 10 minuti fa.

Clara si mette a ridere vedendo la cucina in quelle condizioni, poi decide di rinunciare al caffè preferendo del succo d'arancia. Decidiamo di non svegliare Luca, almeno per ora e dedicarci alla visione di un film, visto che tanto è mezzogiorno.

Questo pomeriggio mi dovrò occupare di scegliere e ordinare il nuovo arredamento e le spese saranno complicate da sostenere. Ma ce la farò, autonomamente. Non ci voleva, è vero, ma in fondo avrei dovuto ridare una rimodernata già tempo fa e ora ne ho solo avuto l'occasione obbligata.

Clara:-Non ci voleva proprio!- esclama lei, come se mi avesse letto nel pensiero, fra una nocciolina e l'altra.

Questa ragazza ha una seria dipendenza da noccioline.

Io:-Supererò anche questa, in fondo ho passato di peggio, ricordi?- gli chiedo alludendo ad altri problemi già superati ormai da tempo.

Clara:-Beh, ma non puoi negare che sia un imprevisto... in fondo adesso le spese saranno difficili da sostenere- mi dice e io penso seriamente all'idea di chiedere un prestito.

Io:-E se chiedessi un prestito?- gli dico distratta, fissando il vuoto

Clara:-E la tua indipendenza dove la lasci?- risponde zittendomi di colpo.

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Capitolo decisamente di passaggio. Niente di che, abbiate pazienza💕

Indipendence (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora