25. Telefonate misteriose

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Esco dalla doccia e mi asciugo con calma, tanto Matteo sta dormendo.

Sto per aprire la porta, ma poi sento una voce e decido di non farlo, poggiando soltanto l'orecchio alla superficie di legno. Non so perché, ma lo faccio.

Non dovresti origliare..

Questo non è origliare!

"Non credere di sapere tutta la verità, Alysia, smettila di fare così"

"Sì sì, lo so, ha il diritto di sapere, ma ho il diritto di spiegare, stanne fuori"

"Non mi importa di Carlo, ha distrutto due vite insieme!"

"Alysia, sai perfettamente che ho provato in ogni modo a sabotare tutto, ma se il destino ha voluto così, non ci posso fare niente"

"Non è stata colpa mia, non sono un assassino, cazzo! Io neanche c'ero su quella macchina"

Il mio respiro si blocca per un'infinità di secondi, mi gira la testa e poggio la mano al muro, mi accascio davanti alla porta, senza capirci niente, con un sacco di domande in testa e nessun modo per trovare risposte.

Chiedere? Neanche per idea.

Quando mi riprendo, esco dal bagno. Non so con certezza quanto io sia rimasta seduta per terra, so solo che il tempo sembrava essersi fermato e ora Matteo non è in camera mia. Vado in cucina e lo trovo lì, intento a bere una tazza di caffè.

Mi avvicino scalza verso di lui, lo abbraccio da dietro regalandogli un bacio sulla guancia. Sembra pensieroso, vorrei capire... ma non riesco. Cerco di levarmi dalla mente gli stralci di telefonata di prima.

Matteo:-Buongiorno- mi sussurra girandosi verso di me per poi tenermi i fianchi con determinazione.

Io:-Buongiorno.. va tutto bene?- gli chiedo, con la speranza che mi dica qualcosa

Matteo:-Sì sì, tranquilla, sono solo ancora mezzo addormentato- biascica con un sorriso

Io:-Che giorno è oggi?- gli chiedo, cercando di capire che impegni mi aspettano.

Matteo:-Venerdì- risponde dopo aver controllato sul cellulare.

Bene. Mi aspetta un weekend di lavoro.

Un'ora dopo sono al ristorante, dove Luca e Alysia mi accolgono in panico.

Luca:-Pensavamo fossi morta!- urla Luca abbracciandomi

Alysia:-Va bene che sei il capo, ma avvisare? Dare segni di vita? Zero?- mi rimprovera con le braccia conserte

Io:-Ehm... non ho fatto in tempo ad avvisare, ho fatto un viaggio... improvviso- mi giustifico, in difficoltà.

Tornano tutti a lavoro, mentre io sento seriamente il bisogno di Clara.

La chiamo, non risponde, ma 15 minuti dopo mi invade l'ufficio prendendosi il mio divano, le mie noccioline e abbandonando sulla scrivania delle ciambelle.

Clara:-Raccontami tutto- dice, con i piedi poggiati sul tavolino e delle noccioline in bocca.

Io:-Matteo nasconde qualcosa.- inizio, raccontandogli dettagliatamente ogni cosa strana degli ultimi giorni.

Alla fine della conversazione le domande sono molte. Qual è il legame fra Matteo e Alysia? Perché Alysia lo accusa di essere un assassino? Che cosa avrebbe cercato di sabotare Matteo? Che c'entro io? Perché Marco, il fratello di Alysia, sembra così preoccupato?

Le conclusioni? Nessuna, se non far finta di nulla almeno finché non ci avremo capito qualcosa.

Torno alla realtà quando affondando la forchetta nel piatto sento solo un rumore fastidioso. Ho finito la pasta e nemmeno ricordo che stavo mangiando. Torno a casa, con la scusa di non sentirmi bene, un moto improvviso di malinconia mi investe e finisco con il desiderare del gelato.

Quando arrivo in casa, dopo aver abbandonato le chiavi della macchina sul mobile all'entrata, nel disordine più totale, mi levo le scarpe lasciandole davanti all'ingresso e mi spoglio lanciando i vestiti sul letto. Indosso un pantaloncino di tuta nero e bianco e un magliettone largo blu. Mi butto sul divano color panna e mi allungo il più possibile per acciuffare il plaid rosa con i gattini. Mi avvolgo nella coperta tipo involtino di sushi e poco importa se fuori ci sono 25° gradi, mi serve affetto.

La fortuna è dalla mia parte, caso strano, quando trovo un film Disney.

Grazie Dio, amo Biancaneve.

In un certo senso mi sento come ingannata, non ai livelli di Biancaneve, ma mi sento esclusa da qualcosa di importante, ho come l'impressione che tutti sappiano tranne me, come se tutti mi nascondessero qualcosa... non capisco cosa. Per questo motivo questo pomeriggio resterò sul divano, sola con il mio adorato plaid, assieme a Biancaneve e i sette nani. Fanculo tutto, le persone, gli impegni, il lavoro e fanculo pure tu, che tanto lo so che te lo meriti.

Squilla il cellulare, lo ignoro, poi arriva un messaggio da Luca.

"L'altro giorno è passato Carlo, ti cercava"

Ah.

In realtà non ho la minima voglia di chiamare Carlo, così continuo a guardarmi il film. Qualcuno suona al campanello, forse Matteo, ma non ho voglia di aprire. Continua a suonare, è fastidioso.

Suona, bussa, suona ancora, bussa prepotentemente. Stufa, mi alzo.

Apro la porta, jeans e camicia, Carlo.

Lo fisso, senza salutarlo, aspettando che mi dica molto velocemente cosa vuole e vada via.

Carlo:-Hei- mi dice, non ottiene risposta. -Posso entrare?- mi chiede e allora decido di parlare

Io:-Sono impegnata- gli dico e lui in risposta alza il sopracciglio destro.

Carlo:-Disney?- chiede sopprimendo un sorriso

Io:-Carlo, cosa vuoi- gli dico scocciata.

Carlo:-Senti...- inizia, appoggiandosi col braccio allo stipite della porta -Devi stare lontana da Matteo, non credere a ciò che ti dirà, non crederci. Sono tutte bugie.- dice e si avvicina velocemente a me.

Mi posa un bacio fugace sulla guancia e va via, lasciandomi sulla porta confusa come non mai.

Allora c'è davvero qualcosa che io non so.

Ma una parte di me si rifiuta di ascoltare Carlo, in fondo avrebbe un sacco di motivi per mentire, dato che in quella storia lui è praticamente il protagonista. Chiudo la porta e torno sul mio divano, ma non riesco più a prestare attenzione al film. Sono troppo distratta. Osservo distrattamente il salotto disordinato, il divano color panna, dei fazzoletti sporchi sul tavolino, un bric di succo vuoto abbandonato in un angolo, la finestra socchiusa e le tende chiare... Poi sposto lo sguardo sulle mie gambe coperte dal plaid rosa... Alla fine, senza volerlo, mi lascio andare in un pianto liberatorio che non viene interrotto finché non mi addormento.

Quando riapro gli occhi non so nemmeno quanto io abbia dormito, sono ancora sul divano e la coperta è caduta a terra. Controllo l'orario dal cellulare e mi prende un colpo, sono le 4 del mattino, è sabato. Raccolgo tutte le forze che ho per mettere in carica il cellulare, raccolgo la coperta e noto che la finestra ora è completamente aperta.

Sarà stato un colpo di vento.

Rabbrividisco un'ultima volta prima di chiudere la finestra ed assicurarmi che resti chiusa.

Conoscendomi, non riuscirò più a dormire, così inizio a mettere un pochino in ordine e ne approfitto per prendere un bicchiere d'acqua dal frigo.

Quasi mi va di traverso quando un forte rumore proveniente dall'ingresso mi fa spaventare. Prendo la prima cosa che trovo e lascio il bicchiere sul piano. Mi avvicino a passo felpato e vedo qualcosa muoversi nella penombra, ricordavo di aver lasciato la luce accesa.

Varco la porta e quando vedo una sagoma avvicinarsi non ci penso due volte e la colpisco con il mattarello, usandolo come se fosse una mazza da baseball. Un tonfo aleggia nella stanza e con le mani tremanti accendo la luce. Un uomo dal volto coperto è a terra, lo osservo terrorizzata, è immobile.

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Scusate per il lungo periodo di assenza:'(

Indipendence (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora