12. Tutti hanno diritto a far felice qualcuno.

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Io:-Che gli hai detto?- gli chiedo quando mi raggiunge in cucina

Matteo:-Gli ho dato dei soldi- dice facendo spallucce

Io:-Casa?! E perché?!- chiedo confusa alzando la voce, fra una cucchiaiata e l'altra di gelato alla fragola

Matteo:-Così può prendere una camera d'albergo e far felice la ragazza- dice tranquillo sedendosi di fronte a me.

Io:-Ma...Perché lo hai fatto?- gli chiedo alzandomi per prendere del gelato anche a lui.

Matteo:-Perché tutti hanno il diritto a far felice qualcuno- risponde prendendo il gelato che gli offro

Io:-Non è più un dovere?- chiedo confusa tornando a sedermi

Matteo:-No, perché quando ci tieni davvero ad una persona  e quella persona non vuole essere felice,  tu vuoi farla felice, vuoi farle del bene... non è qualcosa che ti pesa o che non vuoi fare, è un qualcosa che vuoi fare... E Roberto ha il diritto di far felice la sua ragazza senza commettere reati- dice iniziando a mangiare.

Io:-Wow... Ora che hai finito di fare il filosofo, ricordami perché sei qui- dico quasi a metà della vaschetta.

Matteo:-In realtà non ricordo, tu lo ricordi?-

Io:-No- dico soltanto

Continuiamo a mangiare, sento il telefono squillare ma lo ignoro, non ho proprio voglia di rovinare questo momento, non che sia dolce o speciale, ma questo episodio tremendamente banale è strano da vivere con una persona come Matteo.

Matteo:-Mi mancavi, dopo l'altro giorno- dice dopo aver finito di masticare.

Io:-Io pensavo fossi morto, quando mia madre ti ha rapito- rispondo normalmente, nascondendo l'enorme imbarazzo nel ricordare i nostri baci.

Matteo:-Ha solo iniziato con le domande, nulla che non mi aspettassi, anche se dovrei vendicarmi per questo- dice guardandomi male.

Io:-Mi dispiace davvero tanto, non volevo rovinarti tutta la festa- gli dico abbassando lo sguardo.

Finito il gelato, lo trascino per il polso fino al divano, dove mi butto a peso morto con lui addosso. Lui sorride, tenendo una mano accanto al mio fianco per tenersi. Il suo sorriso mi fa rabbrividire, facendo sorridere anche me.

Matteo:-Aspetti qualcuno?- chiede con un tono di voce calmo, restando su di me

Io:-No- rispondo solo, prendendo fiato prima di avvicinarmi e baciarlo.

Non avrei sopportato quella piccola distanza un secondo di più. Le sue labbra sono troppo invitanti per restare lontane da me.

Ricambia il bacio dolce, facendolo trasformare ben presto in uno più appassionato. Una scia di brividi mi attraversa provocando la voglia di continuare a baciarlo, sento tutto lo stomaco in subbuglio e i nostri corpi sono così vicini da poter notare il suo cuore battere all'impazzata. Resta sopra di me, mettendosi solo più comodo, continuando a baciarmi. Ricambio, giocando con la sua bocca, le nostre lingue si scontrano fugacemente e non ho parole per descrivere le sensazioni che sto provando. Le sue labbra sono morbide e soffici... avevo ragione a trovarle invitanti.

Sento la sua mano insinuarsi nella mia maglia, con un tocco delicato ma sicuro, forma dei piccoli cerchi immaginari sulla mia pelle.

Ci separiamo per riprendere ossigeno e lui ne approfitta per tirarmi su la maglia e darmi tanti piccoli baci sulla pancia. La barba corta sul suo viso solletica la mia pelle provocandomi un sorriso. Mi sorride tornando a baciarmi, mentre io metto le mie mani sui suoi bicipiti, stringendo la presa quando sento le sue labbra sul mio collo. Schiudo le labbra, non riuscendo a trattenere un sospiro.

Sento il mio telefono vibrare ma lo ignoro, non lascerò rovinare un'altra volta un momento del genere.

Sono mesi che non ho un momento di intimità con un uomo e sta volta il lavoro può aspettare. Mia madre può aspettare. Qualunque cosa può aspettare.

Mi toglie la maglia, continuando a passare le sue labbra sulla mia pelle. Inarco la schiena avvicinando il mio bacino al suo, facendogli capire che lo voglio. Non mi toglie il reggiseno, ma non ho fretta, perché io sono già impegnata a sbottonargli la camicia.

Lo spettacolo che mi ritrovo davanti bottone dopo bottone è strepitoso, potrei strappargli la camicia, ma mi limito solamente a toccarlo, passando le mie dita sul suo petto, disegnando il contorno dei suoi addominali. Lo vedo sorridere, sopra di me. Le mie dita arrivano alla mia parte preferita, l'ultima parte della tartaruga, quella v  perfettamente delineata che finisce proprio dentro ai suoi pantaloni neri.

La mia mano destra si sposta fra i suoi capelli, tirandolo verso di me e le mie labbra. Lo bacio con passione, insinuando la mia lingua nella sua bocca. Non mi sono mai considerata una gran baciatrice, ma lui non sembra lamentarsi. Per fortuna.

Dopo poco però, sentiamo il suo cellulare squillare e lui lo ignora. Neanche 2 minuti dopo, però, senza controllare il telefono, lui si alza, dicendomi di dover correre via e di essere in ritardo per un impegno importante.

Mi da un leggero bacio a stampo, prima di prendere le sue cose e scappar via.

Resto sul divano, confusa per l'accaduto. Anche un po' delusa.

Rimetto la maglia e mi insalamo per bene con delle coperte colorate. Prendo i gattini facendoli salire sul divano e inizio ad usarne uno come borsa dell'acqua calda e l'altro come scalda piedi. Inizio a guardare Gli Aristogatti, con un barattolo di nutella fra le mani.

Guardo il film, che ormai conosco a memoria, coccolando i gattini e abbuffandomi di nutella. Cerco di non pensare a Matteo, concentrandomi sul film.

Se non ho fortuna in amore, avrò fortuna nel lavoro.

Il telefono squilla facendomi subito pentire di ciò che ho pensato.

Rispondo annoiata a Luca.

Io:-Che vuoi Luca?- gli chiedo infastidita

Luca:-Io penso sia meglio tu venga subito qui, non hai idea di ciò che sta succedendo qua dentro- mi dice, mettendomi in allarme con la sua voce spaventata

Io:-Sta succedendo qualcosa con i clienti?- chiedo mentre mi alzo a cercare le scarpe

Luca:-Francesca, il locale sta andando a fuoco-

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Non uccidetemi, aggiorno presto, sono ispirata.

Se ci siete ancora, lo spazio insulti e minacce di morte è questo qui.

Indipendence (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora