Credevo di essere paranoica, di farmi troppi film e invece... La realtà è peggio di quello che avevo immaginato fin'ora. Guardo Matteo sconvolta, senza sapere cosa dire. Da un lato vorrei supportarlo nella ricerca di prove per dare giustizia e sapere la verità sull'accaduto. Dall'altro vorrei solo scappare via perché il pensiero che lui mi conoscesse, sapesse del doppio gioco di Carlo e pensare che avrebbe potuto fare qualcosa ma non l'ha fatto mi distrugge. Non riesco a far a meno di pensare che se Matteo avesse parlato subito, se avesse agito io avrei lasciato Carlo prima di rimanere incinta o forse non avrei avuto l'aborto spontaneo e la creaturina che per pochi mesi ha vissuto dentro di me ora scorrazzerebbe allegra per casa mia. Lui ha deciso il destino della mia vita mentre io non sapevo nemmeno chi fosse. Non riesco a smettere di pensarci, era solo uno sconosciuto e già era così importante nei confronti del mio futuro.
Delle lacrime scendono copiose sul mio viso senza che io possa controllarle, lui con il pollice asciuga le mie guance. So che vorrebbe che dicessi qualcosa, ma non ce la faccio. Non so cosa dire, non so nemmeno se la mia voce riuscirebbe ad uscire dalla mia bocca nel caso dovessi trovare le parole giuste. Forse le parole giuste, arriveranno con il tempo.
Io:-Ho bisogno di tempo- biascico fra i singhiozzi, lo vedo annuire triste prima di correre via.
Corro veloce verso casa, non ho il tempo di pensare alla paura, ho bisogno di tornare a casa e chiudermi in camera, ho bisogno di pensare, ho bisogno di piangere mentre mangio chili di cibo. Quando apro il portone mi fiondo verso camera mia, mi lascio cadere sul letto fra le lacrime. Dei rumori mi distraggono dal mio pianto, che comunque non accenna a smettere. Allungo il collo e vedo che i gattini sono corsi verso di me, ma che non riescono a saltare sopra al letto. Uno per uno, li prendo e li metto accanto a me fra le lenzuola. Vedendomi in queste condizioni, iniziano a strusciarsi sul mio viso e sulle mie mani, regalandomi un piccolo sorriso sincero, prima di altre lacrime. Piango, pensando a come sarebbe stato, pensando a come è cambiato tutto per una sua decisione. Pensando al fatto che era solo uno sconosciuto ma che con la sua decisione ha cambiato la mia vita, avrebbe potuto farla andare diversamente, ma non l'ha fatto. Non riesco a pensare a come è adesso la mia vita, penso solo a come stavo dopo nei mesi dopo aver perso il bambino, penso a come mi sentivo e a come sarebbe stato se lui ora fosse nato e fosse qui con me.
Forse quando smetterò di piangere, inizierò a ragionare, penso.
Non voglio restare sola a piangere, così scrivo un messaggio a Clara e uno a Claudio, che ultimamente ho un po' perso di vista e inizio a sentirne la mancanza. Mezz'ora dopo il campanello suona e i miei due migliori amici, varcano l'ingresso con due bottiglie di vino in mano.
Ci troviamo nel mio letto, mentre racconto per filo e per segno tutto quello che Matteo mi ha confessato, insieme ai miei dubbi e i miei pensieri. Prendo la bottiglia di mano a Claudio di tanto in tanto, mandando giù lunghi sorsi di alcol, nella speranza di sentirmi più leggera, meno schiacciata dalla realtà.
Claudio:-Ormai è passato Fra, secondo me dovresti concentrarti sul presente. Su come è bella la tua vita ora e sul suo valore. Probabilmente non daresti tanto valore alla tua vita di adesso se prima non avessi sofferto- mi dice e le sue parole mi toccano il cuore, ma è ubriaco e lo sono anche io, quindi le sue parole iniziano presto a mischiarsi nella mia testa in mezzo a milioni di pensieri.
Clara:-Dovresti scoprire la verità, andare da Carlo, usare il pugno di ferro e farti dire la sua versione.. ma non mi fiderei più di tanto, è un idiota- propone con voce un po' impastata.
Forse, hanno ragione entrambi, ma è anche vero che se non mi riprendo, tornerò a stare male. Devo smettere di pensare a come sarebbe stato e pensare a cosa fare adesso.
Basta, non si piange sul latte versato.
Io:-Allora io direi che il piano di attacco si può dividere in cinque fasi: fase uno, finire le bottiglie; Fase due, dormire; Fase tre, andare a lavoro fino a che smetto di pensarci; Fase quattro, parlare con Carlo; Fase cinque, parlare con Matteo a mente lucida;- dico a voce alta, forse perché sono ubriaca e ho paura di dimenticare il piano d'azione.
I due annuiscono in risposta, accarezzando un gattino ciascuno.
Clara:-Mi sembra un ottimo piano!- esclama annuendo con energia
Claudio:-Io già non me lo ricordo, ma eri così sicura di te mentre parlavi che probabilmente era roba intelligente- biascica facendo spallucce.
Cretino, penso, poi scoppio a ridere.
Senza di loro, a volte, non so proprio che cosa farei. Gli amici sono un po' i parenti che ti scegli, perché quelli veri mica puoi sceglierli e quasi mai non li sopporti. Clara e Claudio sono più che fratelli per me, sono la mia famiglia. Non vorrei mai trovarmi senza di loro, non vorrei mai trovarmi sola, perché ho paura di ritrovarmi sola, ho paura della solitudine. Ho paura di piangere sola nella mia stanza, paura di non avere nessuno che mi asciughi le lacrime... Perché noi umani non siamo fatti per la solitudine. C'è qualcuno che pensa di poter stare solo, che pensa di non aver bisogno di nessuno, ma sono convinzioni, bugie, dette perché crederci è comodo, ci fa sentire forti. Ma la verità è che so perfettamente quanto sono fragile, perché sono umana e la fragilità e l'imperfezione sono dirette conseguenze dell'essere umano.
Non so ancora se delle decisioni prese con due amici ubriachi in un letto da ubriaca siano decisioni valide. Ma nella mia testa sono state risposte sagge ed intelligenti quindi se non dimentico tutto potrei anche dar retta ai miei amici, anche se so prendere decisioni da sola, il loro aiuto e i loro consigli sono qualcosa di davvero utile e credo che dovrei tenermi stretta persone così nella vita.
Il momento però, viene interrotto dal suono del campanello. Barcollante, mi alzo e vado ad aprire, senza pensare a chi potrebbe esserci dall'altro lato della porta, dando per scontato di vedere Matteo.
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Mi sento ispirata perché siamo quasi alla fine, voi come pensate che finirà?
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Indipendence (Completata)
ChickLitFrancesca Olivieri è una venticinquenne proprietaria di due ristoranti che si ritrova messa all'angolo da diversi proprietari di catene di ristoranti. Fra le offerte Francesca riceverà un invito a cena di Matteo, un affascinante proprietario di dive...