31. Buon compleanno

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Un infinito secondo di silenzio separa la mia affermazione dalla sua reazione.

Matteo:-COSA?!- esclama sedendosi sul letto di scatto con gli occhi sgranati e l'espressione sconvolta.

Io:-Alysia è stata uccisa..- sussurro, lasciando scivolare una piccola lacrima sul mio viso.

Lui, sconvolto, inizia a fare domande a cui non so rispondere, si innervosisce e si alza andando via dalla camera da letto. Lo seguo sulle scale qualche secondo dopo mentre si dirige spedito alla porta della stanza che una volta apparteneva a Chiara.

Matteo:-Lasciami solo, per favore- dice soltanto senza guardarmi, prima di chiudersi dentro la stanza.

Mi appoggio alla porta ormai chiusa che ci separa, accasciandomi fino a sedermi per terra. Fisso il soffitto, non sapendo cosa fare, non ho mai un attimo di pace e non riesco più a gestire nulla.

Mi viene in mente per un attimo che al mio compleanno mancano davvero pochissimi giorni, ma mi sento in colpa per averci pensato, non sarebbe corretto festeggiare, essendo in lutto.

Dopo un lasso di tempo indefinito ma interminabile, sento la maniglia della porta abbassarsi, ma la porta si apre così velocemente che non riesco a spostarmi e mi ritrovo in meno di un secondo, per terra. Matteo abbassa lo sguardo allarmato ed io approfitto della prospettiva per guardarlo. I suoi occhi, gonfi e arrossati, le sue guance rosse più del solito e i capelli scompigliati mi fanno capire che la morte di Alysia è stata un brutto colpo per lui, forse per il fatto che la conoscesse da molto, o forse per la maniera in cui ha lasciato questo mondo improvvisamente.

Mi tende una mano per aiutarmi e la afferro per tirarmi sù. Una volta in piedi ci guardiamo negli occhi, non so cosa dire per confortarlo, perché penso che nessuna frase possa essere minimamente utile in questa situazione. Resto per un attimo impreparata quando lui, dopo qualche secondo di silenzio, si butta fra le mie braccia, stringendomi come mai aveva fatto prima d'ora.

***
Matteo:-Parlami di qualcosa di bello- mi chiede mentre fruga fra i pensili della cucina, senza guardarmi.

Seduta sul piano della sua cucina, con le gambe comodamente accavallate, mi godo la vista del suo lato b, nel momento in cui si inchina a cercare qualcosa in frigo. Mordo il labbro, ma dopo essermi data uno schiaffo mentale, torno alla realtà.

Io:-Fra qualche giorno è il mio compleanno- dico sputando fuori la prima cosa che mi è venuta in mente. Alla notizia Matteo smette di fare ciò che lo occupava fino a quel momento e si gira di scatto verso la mia direzione.

Matteo:-Cosa? Quando?- chiede interessato e preoccupato allo stesso tempo.

Faccio il conto mentalmente, i giorni mancanti al mio compleanno sono cinque.

Io:-Fra cinque giorni- rispondo precisa.

Matteo:-E perché diamine non me lo hai detto prima?- mi dice gesticolando animatamente.

Io:-Perché avevamo altro a cui pensare, non credi?- gli sussurro guardando il pavimento, colpita improvvisamente da un nuovo moto di tristezza.

Matteo non risponde, resta in silenzio e mi abbraccia, triste anche più di me. Questi giorni saranno pesanti, per tutti.

___

I giorni passano lentamente, senza nessuna novità, a lavoro sono tutti malinconici, soprattutto Luca. Le giornate sono sempre più pesanti, nessuno parla più, nessuno ride, nessuno si diverte. Sono tutti tristi e lo sono anche io, forse anche più di quando l'ho saputo. Piano piano ci stiamo rendendo conto dell'accaduto, stiamo realizzando che tutto questo è la realtà ma soprattutto stiamo imparando a vivere senza di lei, pronti a non rivederla più. 

Quando mi alzo dal letto, il giorno del mio compleanno, non sono felice come mi sento ogni anno in questo giorno. Cammino lentamente strisciando i piedi fino in bagno, dove faccio una lunga doccia per lavare via la stanchezza. Quando finisco, mi vesto e do da mangiare ai gattini che si svegliano non appena mi sentono agitare la bustina di croccantini.

Sento bussare alla porta e sbuffo. Senza nessuna fretta vado verso la porta ma quando la apro, non c'è nessuno. Sto per chiudere la porta, ma noto per terra un biglietto. Più precisamente, arrivo a comprendere osservando da vicino il pezzo di carta, si tratta di un invito. Un invito alla mia festa di compleanno.

Sorrido, pensando che probabilmente è stata una trovata di Matteo o di Luca. Così trascorro tutta la mattina con un piccolo accenno di sorriso sulle labbra, facendomi più bella del solito per andare a lavoro. Una volta arrivata al ristorante, Luca mi corre incontro abbracciandomi per farmi gli auguri di buon compleanno. 

Luca:-In ufficio ci sono già i fiori- mi dice, facendomi l'occhiolino per poi tornarsene al bancone per lavare e lucidare i bicchieri.

Quando vado in ufficio, un grande mazzo di fiori freschi colorati attira il mio sguardo. Sul tavolino su cui sono poggiati, rendono più accogliente del solito la stanza. Mi avvicino per leggere il biglietto poggiato fra i fiori.

Buon compleanno, la mamma.

Mi siedo dietro alla scrivania ed inizio a lavorare come se fosse un giorno come gli altri. Mi alzo solo quando decido di andare a svolgere le mansioni che solitamente spettavano ad Alysia per non appesantire il lavoro degli altri dipendenti. Di conseguenza, all'ora di pranzo, non faccio altro che prendere ordinazioni su ordinazioni, tavolo dopo tavolo, vedendo il locale pieno come lo era sempre stato fino a prima dell'incendio. In fondo, se non fosse stato per Alysia, avrei potuto pensare che stesse tornando tutto a posto. Invece, la vita non è tutta rose e fiori ed io dovevo cercare di sopportare tutto quanto pensando che prima o poi sarebbe passata.

Non era esattamente il mio piano per il mio compleanno fino ad una settimana fa, ma qualcuno ha avuto l'idea di organizzarmi una festa e di conseguenza, dopo pranzo mi sono trovata in camera anziché a lavoro, per decidere con Clara cosa indossare per la festa.

La festa a quanto pare si sarebbe tenuta fuori città, in periferia. Sul biglietto non c'era scritto altro se non l'ora e che mi sarebbero venuti a prendere in auto. Non faccio caso al fatto che sia strano, decido di godermi l'unica cosa bella che sembra starmi capitando.

Decido alla fine di indossare un tubino semplice color ciliegia, abbinati alle classiche décolleté nere. Appena finisco di prepararmi, suona il campanello.

Quando apro la porta, davanti a me c'è un uomo vestito da autista con lo sguardo basso e il cappello della divisa messo a nascondere la fronte. Dopo il mio sguardo perplesso l'uomo dalla barba lunga e molto curata, apre finalmente bocca.

Autista:-Buon compleanno signorina, spero sia pronta perché sono qui per accompagnarla alla sua festa- dice l'uomo, accennando un sorriso rassicurante.

Dopo aver preso la mia borsa nera e aver indossato un blazer nero per non morire di freddo, seguo l'uomo giù per le scale fino ad arrivare davanti ad una macchina nera con i finestrini oscurati.

L'autista mi apre la portiera e salgo in auto con una scarica di adrenalina in corpo, dettata dall'eccitazione e dal mistero.

Indipendence (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora