7. Sono nei guai

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Mentre continuo a guardare tutte quelle foto, sento un rumore che mi fa istintivamente girare di scatto. Matteo è sulla porta, che mi guarda con aria incazzata.

Sono nei guai.

Ora che farà? Mi ucciderà? Troveranno mai il mio corpo? Soffrirò oppure morirò velocemente? E io che pensavo che avrei avuto un futuro da Zia piena di soldi che gira il mondo e porta regali ai nipoti!

Devo smetterla con i film mentali, inizio a diventare patetica.

Matteo:-Che ci fai qui?- mi dice semplicemente, sembra infastidito più che arrabbiato, ma non è comunque un buon segno.

C'è la possibilità che non mi uccida, però.

Io:-Cercavo la cucina e sono finita qui- rispondo imbarazzata, con aria colpevole, sorpresa di non vederlo arrabbiato come immaginavo.

Matteo:-La cucina è sulla destra- risponde serio, spostandosi e indicando il corridoio.

In effetti mi sono intrufolata in una stanza chiusa a chiave in cui non sarei dovuta entrare. Ha tutto il diritto di risultare infastidito.

Torno alla realtà, guardando fuori dalla porta, dietro la figura di Matteo. Da lì riesco a scorgere la cucina, che a dirla tutta non ha nemmeno la porta, quindi ho perso la scusa del "Non l'ho notata", nonostante sia la verità.

Come diamine ho fatto a non vederla?, mi chiedo, mordendomi il labbro.

Mi sento terribilmente stupida in questo momento.

Io:-Perché non sei a letto?- svio il discorso, sperando di passarla liscia.

Matteo:-Stavi tardando e mi sono preoccupato- dice facendo spallucce -Poi credo di sentirmi meglio, la sbornia è passata- dice tranquillo, venendo verso di me per poi trascinarmi letteralmente fuori dalla stanza.

Non ho mai conosciuto un uomo a cui una sbronza venisse e passasse così in fretta.

Quest'uomo ha dei seri sbalzi d'umore, penso, sorridendo.

Io:-Com'è che hai una camera dei segreti in casa?- scherzo per alleggerire la tensione, in realtà sono curiosa della sua risposta.

Matteo:-È una stanza che non viene usata da un po', non era la mia- risponde evitando il mio sguardo, entrando in cucina.

Quindi non viveva da solo? Mi chiedo, cercando di capire il senso della sua frase.

In siedo sul piano dell'isola della cucina, mentre lui apre il frigo, in cerca di cibo.

Io:-Forse dovresti fare la spesa- dico constatando, con un sorriso, la desolazione del suo frigo contenente solo uno spicchio di limone rinsecchito e una carota.

Lì dentro il mio cadavere ci starebbe benissimo, penso, per poi cercare di non ridere da sola.

Matteo:-Probabile, sì- risponde distrattamente, studiando il contenuto del frigo.

Io:-Quando sono entrata in quella stanza...- inizio nervosa, ma vengo subito interrotta

Matteo:-Cosa vuoi sapere?- dice sbuffando, per poi chiudere in frigo e poggiarsi ad esso

Io:-Sei sposato?- gli domando, dopo aver deciso di essere il più diretta possibile.

Lui sembra spiazzato dalla mia domanda, quasi interdetto. Come se la mia domanda non avesse alcun senso.

Matteo:-Perché me lo chiedi?- chiede, con espressione perplessa.

Io:-Beh io... ho visto una foto e pensavo che... insomma c'era una ragazza e voi...- inizio totalmente in panico, se continuo così balbetterò anche e tutta la mia sicurezza si sgretolerà di fronte alla sua espressione confusa e divertita.

Quest'uomo mi fa uno strano effetto. Manda il mio cervello in confusione.

Matteo:-Erano le foto di mia sorella, probabilmente hai visto quelle del suo matrimonio- mi interrompe, facendo spallucce, mentre io tiro un sospiro di sollievo.

Io:-Allora non sei sposato...- sussurro senza guardarlo

Matteo:-No, non sono sposato, altrimenti non ci proverei con te- dice ed io arrossisco di botto

Io:-Tu ci provi con me!?- esclamo guardandolo

Matteo:-A volte, forse, hai altre domande?- dice sviando il discorso.

Tanto prima o poi mi risponderai decentemente, penso legandomela al dito.

Io:-Quindi quella stanza è di tua sorella, vivi con lei quindi?- gli chiedo, facendogli l'ennesima domanda, consapevole di sembrare una psicopatica invadente.

Matteo:-Era sua e sì, vivevo con lei- risponde con un velo di tristezza negli occhi, facendo un passo verso di me

Io:-Perché parli al passato?- chiedo, ma subito dopo capisco.

Istintivamente torno in piedi e, con uno slancio improvviso, abbraccio l'uomo di fronte a me, che ricambia qualche secondo dopo, forse sorpreso. Sono sorpresa anche io del mio gesto, ma in momenti del genere, questo, è l'unica cosa che serve.

Lui ha perso sua sorella. Per questo vuole così tanto che io vada al matrimonio di Anastasia, per questo, anche conoscendomi appena, lui ci tiene così tanto.

Matteo:-Due anni fa, il giorno del suo matrimonio, lei e Carlo, suo marito, stavano andando in Albergo in macchina, Carlo ha bruciato un stop, frontale con un Tir, morti sul colpo, entrambi- dice con voce rotta.

Ignoro il brivido nervoso provocato da quel nome, facendo finta di niente.

Mi stringo di più a lui, per niente intenzionata a sciogliere l'abbraccio, poggio la guancia sulla sua spalla, ignorando il fatto che sono in punta di piedi e le caviglie iniziano a dolere abbastanza.

Io:-Matteo?- lo richiamo, dopo un po' che siamo abbracciati

Matteo:-Sì?- mi chiede, sciogliendo l'abbraccio per guardarmi negli occhi

Io:-Ti andrebbe di essere il mio cavaliere al matrimonio di mia sorella?- gli chiedo, sorridendogli

Matteo:-Mi farebbe davvero piacere, Francesca- dice piano, per poi tirarmi verso di sé, così da abbracciarmi di nuovo.

Sento che sto per perdere l'equilibrio, così Matteo indietreggia fino ad appoggiarsi al piano della cucina. Senza sciogliere l'abbraccio, alzo lo sguardo verso di lui.

Da quando ha quelle labbra così invitanti?, pensa una parte di me, che mi fa mordere il labbro per l'imbarazzo di aver pensato una cosa simile.

Torno alla realtà quando mi rendo conto che il suo viso si sta avvicinando al mio. Sta per baciarmi.

Nemmeno il tempo di rendermene conto che le sue labbra sono sulle mie. In quel momento, tutte le preoccupazioni, tutti i problemi, spariscono ed io, decido di ricambiare il suo bacio lento e caldo.

Allaccio le braccia attorno al suo collo, continuando a ricambiare i suoi baci. Sento che mi stringe i fianchi e sorrido istintivamente sulle sue labbra.

Mi costringe a girarmi, facendomi poggiare al piano della cucina.

Baciarlo mi provoca degli strani brividi, brividi che non ricordo di aver mai provato. Molto più forti rispetto a quelli che ho provato in tutta la mia vita, nemmeno con Carlo è mai successo niente del genere.

Al suo ricordo mi allontano bruscamente da Matteo, rendendomi conto dell'onda di emozioni che mi ha appena investito, scappo via da casa sua, da lui, senza nemmeno salutarlo, senza dargli spiegazioni, senza scusarmi o rivolgergli un fiato.
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IL LORO PRIMO BACIO.
AW.

SHIP MOMENT PLEASE.

Com'era il capitolo? Siate attive, vi prego, è questo che mi motiva a continuare a scrivere!

-Nenne23

Indipendence (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora