6. Sei uno straccio!

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Guardo il ragazzo davanti a me vomitare per svariati minuti, costringendomi ad aprire la finestra per cambiare aria.

Ora, sembra stare meglio, ha smesso di vomitare e si è sciacquato il viso con il mio aiuto. Per fortuna, nessun cliente lo ha notato.

Dopo aver avuto anche l'accortezza di svuotare il vaso nel gabinetto e averlo lavato, faccio sdraiare Matteo, con non poca difficoltà, sul divanetto, coprendolo con una coperta marrone. La sua camicia bianca è leggermente sporca, i suoi jeans scuri sono tutti stropicciati, all'altezza del suo ginocchio destro c'è uno strappo.

Io:-Mi spieghi perché hai bevuto?- chiedo per l'ennesima volta, rimboccandogli la coperta

Matteo:-Sara mi ha detto una cosa, io volevo dimenticare quella cosa, così sono andato al bar a bere qualcosa- si giustifica, sorprendendomi nel suo linguaggio semplice ed elementare, inusuale per lui

Io:-Che volevi dimenticare?- chiedo, ignorando la parte di me che urla di chiedergli chi diavolo è Sara.

Matteo:-L'ho dimenticato- dice guardandomi negli occhi, sembra un bambino indifeso, fa quasi tenerezza.

Io:-Chi è Sara?- chiedo, sperando che riesca a soddisfare la mia curiosità con una risposta quantomeno sensata

Matteo:-La mia migliore amica- risponde come se per me dovesse essere una cosa ovvia

Io:-Perché sei venuto qui?- chiedo per l'ennesima volta

Matteo:-Ti va di uscire, stasera?- mi chiede, ottenendo da parte mia una risata divertita

Io:-Ma se sei ubriaco!- esclamo ridendo, ignorando il suo sguardo contrariato

Matteo:-Non sono ubriaco, sono solo alticcio- puntualizza lui, facendomi ridere ancora di più

Io:-Hai bevuto Matteo, è questo il punto, sei uno straccio- dico puntandogli un dito contro, con aria autoritaria

Matteo:-Giuro che non ho bevuto- dice alzando le mani in segno di difesa

Io:-Non ti crederò, è inutile che insisti- gli dico, guardandolo male, poi mi alzo dal bordo del divano

Matteo:-Dove vai?- mi chiede, senza muoversi dalla sua posizione

Io:-Prendo il cappotto, ti riporto a casa- dico avvicinandomi all'appendiabiti

Non posso certo tenerlo in ufficio in queste condizioni, ha già vomitato una volta e non vorrei vomitasse una seconda.

Io:-Torno subito- lo congedo uscendo dal mio ufficio, diretta verso l'angolo bar.

Luca:-Olivieri assaggia questo!- esclama non appena mi vede, porgendomi un calice dal liquido verdastro.

Lo prendo velocemente e ne bevo qualche sorso, poggiando il bicchiere sul piano.

Io:-Buono, Luca mi presti la macchina?- chiedo guardandolo implorante

Luca:-Certo, comunque il cocktail lo ha fatto Alysia- mi dice, indicandola

Io:-È ottimo, davvero- dico guardando la ragazza, mentre afferro le chiavi della macchina di Luca

Rientro un ufficio, trovandomi davanti Matteo giocare con delle matite sulla scrivania.

Io:-Seguimi- gli dico e sobbalza, accorgendosi solo ora della mia presenza.

Si alza e mi segue fino all'ingresso di servizio. Quando noto che la macchina nera di Luca è parcheggiata proprio qui di fronte, tiro un sospiro di sollievo. Aiuto Matteo a sedersi dal lato passeggeri, inchinandomi per allacciare la sua cintura. Faccio il giro della macchina e mi siedo, metto in moto e parto.

Indipendence (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora