32. Tutto in pezzi

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Il tragitto dura circa venti minuti, lasso di tempo in cui non riesco a vedere il paesaggio circostante o la strada percorsa, perché dai finestrini non si vede proprio niente se non chiazze sfocate di colori non definiti.

Quando il motore dell'auto si spegne e la portiera viene aperta, scendo approfittato del gentile aiuto dell'autista per camminare sulla ghiaia fino all'entrata di una gigantesca casa dall'aspetto lussuoso in stile liberty.

Una volta dentro, l'autista sparisce ed io, confusa, mi lascio guidare dal suono della musica che arriva alle mie orecchie. Arrivo finalmente alla mia festa in una grande sala piena dei miei amici, della mia famiglia, dei miei dipendenti che chiacchierano, ballano e si divertono fra di loro. Tutti quanti però, o quasi, portano una maschera.

Prima che mi renda conto di non avere una di queste maschere, un uomo all'ingresso me ne porge una bianca, meravigliosa e diversa da qualunque altra all'interno di quella sala. La allaccio facendo un fiocco e inizio a camminare e a salutare amici e parenti. Tutti mi fanno i complimenti della magnifica festa, ma l'unica cosa che mi viene da dire, è che non l'ho organizzata io.

D'un tratto sento una voce un po' metallica chiamarmi e pregare la folla di avere un po' di attenzione e di silenzio.

Noto non molto lontano un piccolo palco di legno con un microfono attaccato ad un'asta proprio al centro. Al microfono, una persona in giacca e cravatta, con una maschera intera sul viso che non mi permette di riconoscere di chi si tratta.

Sarà Matteo, penso felice. Cammino fino al palchetto di legno e ci salgo senza grosse difficoltà, fermandomi accanto all'uomo.

Tutti i presenti mi guardano e dopo qualche secondo, iniziano a battere le mani e ad urlare invitandomi a fare un discorso.

Io:-Non sono molto brava con i discorsi- confesso davanti al microfono accennando una risatina nervosa.

La persona accanto a me, stacca il microfono dall'asta con poca grazia e gentilezza.

X:-Allora lo faccio io un discorso, che ne dici? Perché ho proprio tanto da dire- dice l'uomo, con un tono di voce che mi fa rabbrividire. Tutto l'astio in quelle parole è spiacevole, ma resto in silenzio.

X:-Francesca, tesoro. Sei colei che si è costruita una carriera da sola, con la sola forza di sé stessa. Sei colei che non si è mai arresa davanti a niente, colei che ha sofferto ma non si è mai lasciata scoraggiare. Sei la donna che ha seminato gioia e amore ovunque andasse, finché non ha deciso di pestare i piedi a qualcuno a cui non avrebbe dovuto pestare i piedi. Povera stupida, eh? La donna indipendente a forza di fare la dura è finita nei guai senza nemmeno rendersene conto... Il tuo momento di gloria e ammirazione è finito, perché hai deciso di non fiutare il pericolo che avevi davanti, perché hai deciso di rischiare e sei finita in mezzo ai guai. Figurati se te ne sei accorta, poi, troppo distratta dall'amore e dalla tua voglia di dimostrare al mondo che sei forte e indipendente. Mi sento buono oggi e come regalo di compleanno ti faccio un piccolo spoiler: sei ingenua come Alice nel paese delle meraviglie. Più hai ricevuto delle offerte da acquirenti per la vendita, più hai rifiutato categoricamente anche davanti a cifre da far girare la testa. Così, un uomo dopo l'altro che veniva mandato via da te, ho deciso di presentarmi io stesso senza assoldare finti intermediari. Il destino ha voluto che tu ci cascassi e come previsto, piano piano stavi cedendo. Ma la tua vita nel frattempo è andata a rotoli, non è vero? Povera gioia, tutta sola sei corsa dal primo uomo che si è mostrato disposto a donarti qualche attenzione.  Non ti sei nemmeno resa conto di essere stata manipolata da chi avevi accanto fin dall'inizio, in ogni singolo momento.
Devo dire che non è stato semplice, ma mi sono divertito. Bell'impegno, devo dire, starti accanto... Ma ne è valsa la pena. Sai perché? Perché mi hai permesso di farti un secondo regalo di compleanno. Conosci la Alcover? La chiamano comunemente "droga dello stupro" e come puoi immaginare, non serve solo per approfittare di donne indifese. Io per esempio, l'ho usata su di te e non indovinerai mai quanto sei stata stupida: ti sei rovinata con le tue stesse mani. Ti ho fatto firmare le carte in cui cedi entrambi i tuoi ristoranti a me, ma sono stato buono e ho reso il contratto un po' più realistico, offrendo una piccola somma in cambio con cui ho deciso di organizzare questa meravigliosa festa in tuo onore, non sei contenta? Te la meritavi proprio, data la facilità con cui mi hai lasciato svolgere alla perfezione ogni punto del mio piano. Ora che ti ho distrutta, non era da me uscire di scena silenziosamente e ho preferito organizzare tutto questo, molto più plateale... Molto più nel mio stile. Ora, possiamo festeggiare, no? La mia vittoria con conseguente distruzione della tua intera vita e il tuo compleanno.-

L'uomo conclude il discorso che nemmeno per un attimo ho avuto il tempo, l'occasione o la lucidità mentale di interrompere. Sono così confusa che la mia testa inizia a girare, tutto intorno a me inizia a girare e cado a terra svenuta.

Un improvviso senso di fresco sul viso mi fa aprire di colpo gli occhi. Qualcuno mi ha gettato dell'acqua in faccia. Sbatto più volte le palpebre e per poco non perdo i sensi di nuovo quando quello che è successo mi torna alla mente.

Un signore in divisa da poliziotto mi chiede se riesco a sentirlo e se sto bene. Annuisco soltanto, cercando di alzarmi. Facendolo noto che la grande sala è vuota e senza le persone sembra ancora più grande.

Senza che me ne accorga, delle lacrime iniziano a solcarmi il viso copiosamente una dopo l'altra. Il pianto in cui mi libero mi fa scappare dei singhiozzi.

Io:-Cosa è successo?- mi ritrovo a chiedere confusa, senza riuscire a capire più niente.

Poliziotto:-È tutto finito, signorina, l'abbiamo arrestato- mi dice poggiandomi una mano su una spalla come gesto di conforto.

Io:-Ma arrestato chi?- chiedo, sentendo un forte dolore alla testa.

Il nome che rimbomba nelle mie orecchie poi, mi fa sentire più dolore di quante ne sentirei con una pugnalata al cuore.

Poliziotto:-Il signor Matteo Farro-

Io:-Scusi ma, arrestato per cosa?- chiedo spaventata

Poliziotto:-Per truffa, molestie, falsificazione di atti notarili e omicidio- risponde serio, guardandomi negli occhi ed io in reazione, mi sento mancare di nuovo.

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Vi prego, non uccidetemi se la storia manca di lieto fine, in fondo nella realtà non sempre tutto finisce bene, no? Spero che il libro sia stato una piacevole lettura per voi, perché ci ho messo tre anni a scriverlo e oggi, 21 aprile 2020, l'ho concluso alle 04:08 del mattino.
~Nenne23

Indipendence (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora