9. Doppia vita

217 13 14
                                    

Carlo:-Matteo- sussurra, per poi accogliere quest'ultimo in un abbraccio amichevole.

Io:-Vi conoscete?- chiedo rivolta più a Matteo che a Carlo.

Matteo:-Tu lo conosci?- mi chiede, girandosi a guardarmi, con le lacrime agli occhi.

Io:-Beh sai, 3 anni di fidanzamento- dico e vedo Carlo fare una smorfia.

Che c'è piccoletto, ti vergogni di me?, vorrei dire, ma sono troppo confusa per fare battute acide.

Matteo:-Come scusa?- mi chiede, incamminandosi con noi verso casa mia

Carlo:-Beh ragazzi, forse è arrivato il momento di spiegarvi un po' di cose- dice, ottenendo subito una risposta da Matteo, comparso dal nulla poco prima

Matteo:-E vorrei vedere! Tu eri morto, o almeno, credevo lo fossi, insomma tu e mia sorella eravate... Oddio è così bello averti qui- dice confondendomi ancora di più.

Carlo:-Sarà difficile da spiegare, meglio farlo davanti a del vino- inizia, così decidiamo velocemente di andare da me, che con orgoglio li informo di avere del vino bianco degno di una sbronza come si deve. Non so perché, ma ho l'impressione che berrò molto, stasera.

Una volta sul divano di casa mia, con un bicchiere di vino bianco per ciascuno, Carlo decide (finalmente), di aprire bocca.

Carlo:-Vedi Francesca, dopo essere stato con te, nel periodo in cui decidemmo di fare una pausa, conobbi una donna, la sorella di Matteo, me ne innamorai, perché negarlo, lei si innamorò di me, così decisi di sposarmi con lei. Iniziai ad allontanarmi da te, non fui abbastanza coraggioso da dirtelo. Misi in atto una sorta di doppia vita, il giorno del matrimonio io e mia moglie, avemmo un incidente, me ne assunsi ogni colpa, facendomi dare per morto, così come realmente è la sorella di Matteo. In quel momento il dolore mi ha sopraffatto, mandandomi in uno stato di shock post traumatico, per cui decisi di scappare da tutto e da tutti. Presi un aereo e sparii, mentre qui si celebravano i miei funerali e tu piangevi per ciò che provavi per me. Ora ti chiedo scusa, sono stato un codardo, scusa, perché non ho avuto il coraggio di dirtelo... Scusa anche a te Matteo, ma non sarei riuscito a reggere la situazione... insomma, la mia neo moglie mi era morta davanti, non avrei retto i vostri sguardi, il vostro dolore, il mio dolore messo in mostra davanti a voi- racconta, scusandosi anche con Matteo, mentre la mia mascella può toccare terra.

Al "mia moglie", mi è quasi caduto il calice di vino dalle mani. Ho dovuto fare molta forza per riuscire a tenerlo fra le mani. Per sicurezza bevo tutto il contenuto del bicchiere. Tutto d'un fiato.

Io:-Tu... avevi una doppia vita... Tu avevi un'altra, tu sei scappato mentre io ero incinta cavolo!- esclamo tappandomi subito la bocca dopo averlo detto

Carlo:-Tu eri... incinta?- dice esitante, come se stesse cercando di metabolizzarlo.

Matteo:-Tu sei mamma?!- esclama sconvolto, in contemporanea con Carlo.

Io:-Ho avuto un aborto spontaneo due mesi dopo averlo scoperto- dico con un groppo alla gola.

Dannazione, il vino deve avermi sciolto la lingua!

Non riesco più a trattenermi, scoppiando a piangere con la testa poggiata alle ginocchia. Reprimo qualche singhiozzo, sento alcune lacrime salate scendere fino a fermarsi sulle mie labbra.

I ricordi di quei due mesi di dolore per l'abbandono di Carlo, si mischiano a quelli della mia maternità. Quando scoprii di aver perso la creatura che avevo in grembo, fu un colpo così grande che entrai in una fare di profonda depressione, da cui solo Clara e Claudio, riuscirono a tirarmi fuori.

Sento un fiato caldo sul collo, ispiro violentemente, constatando che si tratta di Matteo dopo aver riconosciuto il profumo.

Sa di muschio, penso, ignorando tutto ciò che ho intorno.

Matteo:-Forse è meglio se vai ora, qua ci sono io- dice con non poca autorità

Dopo poco sento una porta chiudersi, intuisco che sia andato via, ma io non smetto di piangere a dirotto, senza alzare lo sguardo.

Matteo:-Hey, vieni qui- dice tirandomi su per i fianchi, io rispondo buttandogli le braccia al collo, continuando a piangere.

Matteo:-So che non può consolarti molto ma, potrei prepararti una cioccolata calda- tenta, accarezzandomi i capelli dolcemente.

Annuisco debolmente, sciogliendo la sottospecie di abbraccio che lo teneva attaccato a me.

Un'improvvisa sensazione di freddo invade il mio corpo non appena lui si alza, diretto verso quella che gli indico come la cucina.

Probabilmente è solo per la temperatura della stanza, penso dandomi ragione da sola. Mi sento terribilmente patetica.

Mi guardo intorno, notando la bottiglia di vino aperta sul tavolino. La fisso e la prendo, notando l'annata, poi lo assaggio, bevendolo direttamente dalla bottiglia. Sorso dopo sorso, inizio ad avere la nausea.

Matteo torna dalla cucina con due tazze in mano. Non appena mi vede, però, corre verso di me, poggiando poi le tazze sul tavolino chiaro di fronte a me.

La bottiglia di vino mi viene letteralmente strappata dalle mani. Mugugno contrariata alzando lo sguardo verso Matteo, che tiene saldamente in mano la bottiglia.

Matteo:-Che diamine stai facendo? Ti ho lasciato due minuti e ti sono bastati per bere metà bottiglia di vino?- dice quasi arrabbiato

Io:-Era giusto per assaggiarlo...- mi difendo, consapevole di stare dicendo una stupidaggine.

Matteo:-Non diventare un'alcolizzata per una persona che vale meno di zero- mi dice, serio, facendomi riflettere.

In fondo ha ragione, mica posso iniziare a bere per Carlo. L'ho già fatto una volta e ho rischiato di perdere tutto, non lo farò ancora, non ora che i ristoranti sono in serio pericolo. Come dei piccoli uccellini circondati da tanti avvoltoi affamati.

Io:-Non voglio diventare un'alcolizzata, volevo solo bere un po' di questo vino- dico buttando giù una mezza scusa poco credibile.

Matteo:-Un po'?- mi riprende, alzando le sopracciglia, per poi porgermi la tazza di cioccolata calda.

Io:-Sta zitto- gli dico, per poi bere nervosamente la bevanda

Siamo soli, completamente soli. Arrossisco di botto la pensiero, poi ricordo cosa è successo l'ultima volta e arrossisco ancora di più. Sono scappata come una vigliacca svalvolata ed ora siamo a meno di un metro di distanza, soli, a casa mia.

Io:-Scusa per...- inizio imbarazzata, non sapendo bene come completare la frase.

Matteo:-È colpa mia- mi interrompe, smettendo di bere la sua cioccolata calda -Non avrei mai dovuto sfiorarti, non senza il tuo consenso- continua poi, lasciandomi senza fiato per qualche lungo attimo.

È davvero un gentiluomo, penso guardandolo.

Io:-Non fraintendere, il bacio è stato... sensazionale, ma è proprio questo il problema- gli dico, per poi vederlo mentre si acciglia, confuso forse più di me.

Matteo:-Scusa Francesca, ma non penso di aver capito- confessa confuso, mordendosi il labbro inferiore.

Io:-Ho paura di provare qualcosa per te- confesso, senza trovare il coraggio di guardarlo.

__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Dan dan daaan!

E adesso? Eheh, buona lettura:)

Indipendence (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora