A volte, quando una persona a cui tieni sta male, vorresti prenderti tutto il suo dolore, tenerlo per te. Ma non puoi, non è possibile, perché non esiste una macchina che trasferisce il dolore da una persona all'altra.
A volte, quando vedi qualcuno che ti ha fatto del male, ti chiedi perché l'abbia fatto. Ti chiedi se hai sbagliato in qualcosa, a volte ti chiedi persino se sei proprio tu ad essere sbagliata.
Poi arrivi in quella fase in cui ti chiedi se il dolore passerà, se la ferita si cicatrizzerà. Quando capirai di aver vinto davvero? Alcune persone sostengono che basti guardare negli occhi la persona che vi ha fatto del male, senza soffrire.
Ma vale anche in amore?
Guardo la mia amica, distrutta, sdraiata nel suo letto, si rifiuta silenziosamente di uscire dalla sua camera. Ormai sono tre giorni così. Tre giorni che piange nella sua camera, nel buio, sotto le coperte. Non dice una parola ma lo so, lo sento che vorrebbe urlare, ma non sa cosa dire per spiegare il suo dolore.
Né io né Luca, siamo riusciti a farla uscire dalla sua camera, facciamo a turno per controllarla così da non trascurare il lavoro, intanto però, nessun miglioramento. Nessun cambiamento. Solo Claudio, in ospedale non per un incidente, ma per l'uso eccessivo di droghe pesanti.
Non ho voluto sapere che droghe fossero, non ho voluto sapere niente, quando ho sentito Claudio che tranquillamente mi chiedeva di procurargli altre dosi. La cosa più dolorosa è che non ci siamo accorte di niente. Assolutamente di niente. Abbiamo saputo tutto nel momento in cui l'ha scelto lui, quando non aveva altra scelta che dircelo.
Ora Clara si sente in colpa. Non la biasimo, ma non è certo colpa sua, se Claudio ha fatto questa scelta.
Io:-Devi reagire, Clara, ti prego, reagisci- le dico, disperata, vedere la mia amica così mi addolora.
Non voglio pensare a me ora, non sto bene, ma non importa, perché lei è la mia priorità. Claudio è un amico, ma mi ha nascosto troppe cose, se sto male io, non posso biasimare Clara, che era la sua ragazza.
Clara:-Gli sono bastate solo due parole e non so quanti grammi, per buttare via migliaia e migliaia di ricordi insieme- sussurra, fissando il vuoto.
La avvolgo in un abbraccio. Non posso fare nient'altro.
Io:-Reagisci- sussurro soltanto, veramente preoccupata per lei.
Clara resta in silenzio. I suoi occhi sono coperti da un velo di dolore e tristezza, cerca di nasconderlo, ma lo vedo. È a pezzi, in frantumi.
Clara:-Voglio stare sola- dice e sciolgo l'abbraccio, lasciandola sola come mi ha chiesto.
Non ho intenzione di starle troppo addosso, vorrei farla reagire ma non ho idea di come fare.
Mi avvicino in cucina, andando a prendere una bottiglia di vino bianco nascosta in cucina. Verso un po' di contenuto in un calice e vado a sedermi sul divano.
Un sorso, Clara non merita di soffrire così tanto.
Due sorsi, ho sofferto così tanto solamente una volta.
Tre sorsi, i ricordi del passato riaffiorano.
Quattro sorsi, Carlo. Il bambino. La sua improvvisa sparizione. L'aborto spontaneo.
Cinque sorsi, il periodo di depressione.
Sei sorsi, Carla e Claudio che mi aiutano.
Finisco il bicchiere. Devo aiutare la mia amica, lei per me c'è sempre stata. Sempre. È grazie a lei se ora sono ancora qui. È grazie a lei se ho superato il mio dolore.
Poco dopo essere rientrata in casa per riposare un po', il campanello suona e sono sicura del fatto che non si tratti di Luca, visto che dovrebbe essere a lavoro.
Apro la porta e vedo Matteo, in questi giorni ci siamo visti di rado per via di Clara, però ogni tanto mi ha fatto visita, così come oggi.
Io:-Hey...- dico stanca, mettendomi in punta di piedi per dargli un bacio sulla guancia.
Matteo:-Ciao Francesca, posso entrare?- mi dice. Il vizio di nominarmi ad ogni frase non è mai sparito, ormai nemmeno ci faccio caso.
Io:-Prego, entra- dico lasciandolo passare, per poi richiudere la porta.
Matteo:-Sono venuto qui perché è da un po' che non stacchi la spina e pensavo di portarti in un posto, stasera- mi dice restando in piedi.
Io:-Sono molto stanca- biascico, senza nemmeno la voglia di cambiarmi per mettere qualcosa di decente.
Matteo:-Sapevo che lo avresti detto, così ho deciso per il piano b- sorride, estraendo dalla tasca interna della giacca un dvd.
Leggo la scritta "Mission Impossible 5" e sorrido, trascinandolo sul divano.
Mezz'ora dopo ci siamo solo io, Matteo, i gattini, il film e il pigiama più sexy che ho trovato: Una canotta di raso color panna e i pantaloncini abbinati decorati con il pizzo. Matteo, seduto perfettamente composto, solo con la schiena poggiata allo schienale ed io, seduta di lato, con la schiena sulla spalliera e le gambe sulle sue, mentre sulla pancia tengo i due gattini.
Seguo il film così come fa lui, non abbiamo preparato pop corn ne nessun tipo di snack, ma non importa, perché mi distraggo ogni due per tre accarezzando i gattini e osservando l'uomo al mio fianco. Camicia scura e jeans non troppo stretto, capelli scompigliati e barbetta incolta.
Sì Matteo, sei sexy. Ma fatti la barba.
È comunque sexy, non cercargli dei difetti.
Ci vuole poco a trovargli dei difetti, vedi il cognome orribili.
Ci vuole ancora meno a trovare dei pregi, tipo la dolcezza, la bellezza, l'intelligenza...
Stop, hai reso l'idea.
Bene, ma smettila di fissarlo, prima o poi se ne accorgerà.
Torno alla realtà dopo il piccolo battibecco con la me interiore, lo guardo per qualche altro secondo poi mi giro, continuando a vedere il film, anche se ormai ho perso il filo.
Matteo:-Se avessi saputo prima che avresti preferito guardare me al film avrei organizzato uno spogliarello- dice tranquillo, scoppiando a ridere alla fine, guardandomi.
Prendo un cuscino e lo uso per colpirlo, lui prende l'altro cuscino colpendomi in pieno viso e da lì inizia una vera e propria lotta con i cuscini.
Finiamo una sopra l'altro, entrambi smettiamo gradualmente di ridere, riprendendo fiato e lasciando i cuscini a terra. I gattini ormai se la sono data a gambe dopo la prima cuscinata.
Matteo:-Ammettilo, ci voleva una serata così- sussurra guardandomi dritta negli occhi
Io:-La serata non è ancora finita- sussurro lasciandomi scappare un sorriso, sopra di lui.
Matteo:-Facciamola finire bene allora- dice avvicinando il suo viso al mio.
Le nostre labbra si scontrano e giocano, sento le sue mani stringermi i fianchi e un senso di protezione mi invade totalmente. Non mi sono mai sentita così a casa come ora. Non è il nostro primo bacio, ma oltre al solito brivido, sento il cuore accelerare e vorrei questo momento non finisse mai. Tutti i rumori che c'erano prima, compresa la tv, sono come spariti e prendo l'iniziativa di approfondire il bacio. Come se avessi paura di perderlo, come se lui fosse la mia priorità.
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SCUSATE, OKAY? Scusate.
Sto aggiornando perché sono così felice che potrei uccidere qualcuno mentre saltello a caso. Ma tanto a voi non frega niente quindi passiamo oltre.Ho voluto ritrovare l'intimità dei due, non sono una coppia ma negli ultimi capitoli Francesca aveva decisamente altro a cui pensare. Nel prossimo capitolo mi soffermerò parecchio sui sentimenti di Francesca, penso che ci sia bisogno di un po' d'amore nella storia.
A presto🌹
~Nenne23
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Indipendence (Completata)
ChickLitFrancesca Olivieri è una venticinquenne proprietaria di due ristoranti che si ritrova messa all'angolo da diversi proprietari di catene di ristoranti. Fra le offerte Francesca riceverà un invito a cena di Matteo, un affascinante proprietario di dive...