23. Fuga dalla realtà e misteri

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Il telefono continua a squillare e più tento di rispondere, più Matteo lo allontana dalle mie mani. Stiamo camminando già da un po', ma siamo quasi arrivati.

Io:-Devo rispondere!- esclamo allungando le mani verso il mio cellulare, che tiene fra le mani

Matteo:-Scordatelo, risponderai domani- mi dice bloccandomi i polsi con una mano, per poi stamparmi un bacio sulle labbra.

Mi fingo arrabbiata, ma mi scappa un sorriso e alla fine scoppiamo a ridere entrambi.

Quando entriamo nella hall del minuscolo -e penso unico- albergo sull'isola, la signora ci da una chiave, per poi indicarci le scale. Un ragazzo si offre di portare il borsone su, ma Matteo rifiuta l'aiuto con un sorriso.

Evidentemente la camera è vicina, altrimenti non capisco il senso.

Un improvviso senso di stanchezza mi invade e quando arriva il momento di salire le scale lo faccio con una lentezza così snervante che un'anziana signora con la stampella mi supera zoppicante.

Tutta soddisfatta nel suo vestitino rosa lancia un'occhiata generosa a Matteo, che ricambia un sorriso, per poi dileguarsi al piano di sopra.

Che schifo.

Fatte le scale, accelero il passo, dato che Matteo ha preso vantaggio.

Sento ancora lo stomaco sotto sopra. Ho bisogno di lavarmi i denti, no, che dico, ho bisogno di lavarmi tutta. Una doccia è l'unica cosa che potrebbe servire. O magari un bagno, ma so di non poter passare delle ore a mollo in un bagno non mio, quando resterò qui fino a domani mattina.

Matteo:-Questa è la nostra camera- dice aprendo una porta color crema.

Mi lascia entrare prima di lui e avanzo senza nemmeno osservare ciò che mi circonda, mi avvicino al letto, buttandomi a peso morto sopra.

Una parte del materasso si abbassa e apro un occhio per controllare la situazione, Matteo è seduto sul letto che mi osserva.

Io:-Che vuoi?- sussurro infastidita.

Matteo:-Ho un tuo cambio nella borsa, lavati, cambiati e preparati ad andare a cena fuori- mi dice, suona quasi un ordine, così, per ripicca, mi giro dall'altra parte richiudendo gli occhi.

Io:-Dove hai trovato un mio cambio?- chiedo alzando la testa dal letto invasa da un improvviso moto di curiosità.

Matteo:-Sofia mi ha dato una mano per questa piccola fuga dalla realtà- ammette, in un sorriso tanto colpevole quanto adorabile.

Io:-Smettila di chiamare mia madre per nome, da quando vi coalizzate contro di me, di grazia?- gli chiedo, lanciandogli un'occhiataccia.

Matteo:-Vuoi fare tardi?- dice sorridente.

Mi alzo come ha detto, andando in bagno. Tolgo le scarpe e, con i piedi scalzi mi sposto velocemente sul tappeto presa da un brivido di freddo. Mi spoglio velocemente, buttandomi sotto il getto caldo della doccia, attenta a non bagnare i capelli. Sento i muscoli sciogliersi sotto l'acqua calda, mi insapono velocemente e dopo essermi sciacquata inizio a pensare, sotto il getto caldo, come al solito.

Ripenso un po' a tutto, agli ultimi giorni, dall'intervista appiccicosa alla serata tutti insieme. Poi, dopo un tempo interminabile, esco dalla doccia, prendo l'accappatoio bianco accanto al mobile e mi asciugo. A piedi nudi poi, vado verso camera.

Mi fermo sulla porta quando sento un rumore sospetto, qualcosa che viene sbattuto.

Apro leggermente la porta tanto da intravedere qualcosa, Matteo, al telefono, faccia al muro, la mano chiusa a pugno e i muscoli tesi. Tira un pugno al muro e sento lo stesso rumore di prima, scarica la sua rabbia, serra la mascella.

Tento di sentire che dice, recuperando solo qualche stralcio di conversazione. Non dovrei origliare, ma qualcosa dentro mi urla di farlo, sarò paranoica, ma il mio istinto non si sbaglia mai.

Poi una frase mi colpisce come potrebbe fare un pugnale, puntato dritto verso il cuore.

"Non mi allontanerò da lei per te, Alysia. Mettitelo bene in testa"

Che cosa significa? È questo che nasconde Matteo? Una fantomatica tresca con Alysia? Che significa quella frase?

Queste e un altro milione di domande nella mia testa, nessuna risposta ad esse.

Prendo coraggio e apro la porta del bagno, con l'espressione più tranquilla che riesco a fare, entro in camera attirando l'attenzione di Matteo che ha appena chiuso il telefono.

***
Luca's pov.

Il piano bar pieno di gente, il ristorante vero e proprio un po' meno.

Faccio una pausa sigaretta dopo aver servito tutti i clienti al piano bar, ora che c'è Alysia, qualche pausa in più posso permettermela.

Tiro dopo tiro, la sigaretta si consuma e quando rientro mi sorprendo di non vedere Alysia dietro il bancone. Dopo l'altra sera non abbiamo parlato molto, più che altro ci siamo limitati al professionale.

Torno subito a lavorare, preoccupato. Alysia solitamente aspetta il mio ritorno per allontanarsi, quindi se lo ha fatto adesso, deve essere successo qualcosa di grave.

Smetto di pensarci quando un anziano signore mi chiede "il cocktail celeste, quello con l'alcol"

Ci metto qualche tentativo a capire cosa intende, ma quando gli mostro il menù sono felice del fatto che mi stia chiedendo proprio la mia specialità.

Glielo preparo subito, attento a non mettere troppo alcol e abbondando col ghiaccio, dato che non vorrei farlo ubriacare. Infilzo un'oliva con uno stecchino e lo butto nel cocktail, per aggiungere sapore. Poggio una piccola ciotola di patatine e passo ad un altro cliente che mi chiede un Bourbon.

Un ragazzo si avvicina verso l'ufficio di Francesca, sicuro di sé, lo ignoro, ma poi ricordo che oggi lei non c'è, così approfitto del ritorno di Alysia per fermare ed avvisare il ragazzo.

Poi con Alysia ci faccio una bella chiacchierata.

Io:-Mi scusi, dove sta andando?- fermo il ragazzo prendendolo per la spalla

Al contatto, il ragazzo si gira e mi fermo qualche secondo.

Carlo:-Cercavo Francesca- dice soltanto, con un sorriso innocente sulle labbra.

Io:-Carlo?- chiedo incredulo

Carlo:-Luca!- esclama lui avvicinandomi in un abbraccio fra uomini.

Io:-Francesca non c'è, perché non vieni a bere qualcosa intanto? Così la chiamo e le chiedo quando arriva- lo invito contento di rivederlo dopo tanto tempo.

Nonostante ciò che è successo fra lui e Francesca, io e Carlo non abbiamo mai litigato e ci siamo solamente allontanati per un certo periodo. Niente che abbia intaccato la nostra amicizia, a quanto pare.

Presento Carlo ad Alysia, la quale sgrana per un attimo gli occhi, poi sorride nervosa e gli stringe la mano, Carlo intanto, sembra confuso, ma non ci faccio caso, magari è solo una mia impressione.

Mi allontano per chiamare Francesca, il suo telefono squilla, ma lei continua a non rispondere, sono preoccupato, ma sparisce spesso quindi riprovo e dopo torno al piano bar.

Loro non si rendono conto della mia presenza, li sento parlare, Alysia è piuttosto seria, sembra minacciosa.

"Non farle altro male, non fare come con lei" capisco soltanto. Alysia poi si zittisce di colpo quando si rende conto della mia presenza e io faccio spallucce, tornando a lavoro.

_________
È il primo point of view di qualcuno che non sia Francesca.

Avete capito cosa sta succedendo? Mi sono inventata un bel casino dietro, ma detto questo Alysia è fra i buoni o i cattivi?

~Nenne23

Indipendence (Completata)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora