Mi sveglio a causa della luce, punto gli occhi sul soffitto e mi rendo conto di essere sul letto. Avverto un brivido di freddo e abbasso lo sguardo sul lenzuolo, accanto a me c'è Matteo che dorme e in uno sguardo, come se avessi preso la scossa, riaffiora ogni ricordo risalente alla sera prima.
Una delle notti migliori della mia vita. Pelle contro pelle, labbra gonfie dai troppi baci, il calore nello stare sotto le coperte, completamente nuda e vulnerabile con lui, le sue mani su ogni mio centimetro di pelle, gli ansimi di entrambi e l'odore di sesso nella stanza. Lo osservo, ha le labbra socchiuse e il viso rilassato, un suo braccio resta sulla mia pancia, come a fermarmi, per obbligarmi a restare con lui. Ma io non ho nessuna intenzione di andarmene.
Primo: è casa mia.
Secondo: sto così bene fra le sue braccia che quasi quasi appena si sveglia gli faccio perdere i sensi a suon di schiaffi, così da stare qua qualche ora in più.
Terzo: Non c'è un terzo punto, ma faceva figo metterlo.
Sposto la mano dalla mia pancia e senza fare movimenti bruschi, mi dirigo silenziosamente in cucina, per preparare un caffè.
Cristo, come diamine ci sono arrivata a questo punto? Ho una consapevolezza in più dopo ieri e non so se è una buona notizia, lo avevo detto anche a Clara, qual è la cosa che ci fa distrarre più spesso dai nostri obbiettivi? L'amore. E l'amore è quello che provo, che sento, per l'uomo nel mio letto.
Osservo la caffettiera sul fornello e solo dopo qualche minuto, mi ricordo di dover accendere la fiamma. Controllo l'orario, più per curiosità, che per altro. Sono le 11, non mi preoccupo, tanto a controllare la situazione c'è Luca e se lascio Clara sola per qualche ora, non succede niente.
Il caffè sale e lo verso nelle tazze, poi mi dirigo in camera per svegliare Matteo.
Ma cosa vi aspettavate? La colazione a letto? Ma anche no. Metti che sporca, poi pulisco io, mica lui, poi in camera è consentito mangiare solo nei momenti di depressione e non credo che questo sia il momento.
Mi siedo sul letto e inizio a fissarlo, non ho proprio idea di come svegliarlo, così gli scuoto un braccio, ma non ottengo nessun risultato. Alzo gli occhi al cielo e gli scuoto nuovamente il braccio. Emette un lamento e si gira dall'altra parte.
Che carino..
Ma carino un par di palle, che si svegli, che gli ho pure fatto il caffè.
Ma certo, il caffè! Come ho fatto a non pensarci prima?
Vado in cucina e prendo la tazza del caffè, intenzionata ad agitarla sotto al suo naso.
Svegliati, stronzo.
Mi arrendo, poggiando la tazza sul comodino e lo fisso insistentemente indecisa su cosa fare. Gli tiro uno schiaffo sul viso, con discreta forza, ma ottengo solo un lamento. Gliene tiro un altro e finalmente sembra risvegliarsi dallo stato di catalessi in cui era caduto.
Apre gli occhi infastidito.
Matteo:-Avresti potuto svegliarmi con un bacio, come le ragazze normali- biascica sedendosi sul letto.
Io:-Ma io non sono normale, pensavo te ne fossi accorto- gli dico sorridendogli con finta aria angelica.
Matteo:-Ed è per questo che mi piaci, cioè oddio, non solo per questo, ma almeno ogni tanto potresti almeno fingere di esserlo- biascica confuso, sbadigliando.
Io:-Ci ho provato, portandoti il caffè, ingrato- gli rispondo, mettendomi a braccia conserte.
Matteo:-Oh, grazie- dice dopo essersi guardato intorno e aver preso il caffè sul comodino.
STAI LEGGENDO
Indipendence (Completata)
ChickLitFrancesca Olivieri è una venticinquenne proprietaria di due ristoranti che si ritrova messa all'angolo da diversi proprietari di catene di ristoranti. Fra le offerte Francesca riceverà un invito a cena di Matteo, un affascinante proprietario di dive...