[32]

17 2 0
                                    

Marie's pov
Entro in quello che dovrebbe essere il palazzo reale, adesso invece è solo un cumulo di macerie, come tutto il resto della dimensione, dopotutto.
Mi avvio verso la sala del trono, se non fosse che devo passare per uno dei passaggi segreti.
Mi metto a premere tutte le mattonelle e con uno scricchiolio un pannello si apre nel muro.
Entro nel cunicolo pieno di ragnetele e mi metto a salire una scala intagliata nella pietra.
Spingo un altro pannello e cado, letteralmente, nella sala del trono.
Mi rialzo subito e guardo il soffitto, dove un buco manifesta il mio passaggio.
Sarà un agonia ripararlo...
Mi avvicino al trono, cercando di non pestare i vari fiori neri e gialli che un tempi erano il giardino della regina.
Mi siedo su quel gigantesco trono di ferro bianco e velluto azzurro.
Sospiro, adesso dovrei tornare da Lightin, dirgli che mi dispiace, che non avrei voluto andarmene, ma non ho intenzione di farlo.
Osservo la sala del trono, l'unica stanza di tutta la dimensione, rimasta meno danneggiata.
Certo, la porta è bloccata da grosse travi di legno e le colonne sono totalmente incrinate e rovinate nei punti in cui sono state colpite da proiettili o spade, ma è sempre meglio di Snowding o delle rovine.
Mi tolgo lo zaino e lo appoggio accanto al trono.
Dovrei anche controllare l'anima, potrebbe essersi danneggiata o peggio, ma sono troppo stanca.
I miei occhi iniziano ad abbassarsi lentamente, magari stavolta sogneró qualcosa che non includa la guerra o la morte.
Sto per sprofondare nel sonno quando sento il tumore di una lama sguainata.
Spalanco gli occhi e mi preparo ad estrarre i coltelli quando sento una lama sul lato destro del collo.
Resto immobile, non vorrei farmi decapitare proprio adesso.
"Non credevo di trovarti qui, Marie" dice Nebula con tono di disgusto.
"Ogni tanto mi piace tornare" dico, Nebula ha tutte le ragioni per avercela con me.
Una tra le tante: io sono la sua Asriel, e lei è la mia Chara...
Ma lei ritrae la lama e rimette via il cutter, dovevo immaginarlo che non aveva un arma vera e propria, non è nel suo stile.
"Ho fatto qualche ricerca, anche tu sei stata alla clinica" dice sedendosi sopra i resti di una colonna poco più avanti del trono.
"Già, e io so che ci sei stata anche tu" dico sfregandomi le mani per far sparire i residui di magia.
"Abbiamo una cosa in comune allora..." dice sbuffando ma allo stesso tempo sorridendo.
"Oltre ai manga e ad un ciondolo di umanizzazione? Si concordo" dico indicando il duo orecchino nero a forma di bullone e il mio bracciale azzurro e bianco che sembra formato da alghe.
"Dovresti disattivarlo quando vieni qui, i tuoi HP scendono più in fretta" dico.
Non è che sia preoccupata per lei...
Ok forse un pochino...
Forse un po più di un pochino...
OK basta!
"E da quando ti preoccupi per me?" chiede lei mentre beve un sorso da una fiaschetta il cui contenuto a me è ignoto.
"Da quando rischio che il mio posto speciale venga rovinato dal sangue di una spia" rispondo, calcando bene l'ultima parola.
Lei pero non sembra infastidita, dove esserci abituata ormai.
"beh, perché sei venuta qui?" chiede giocherellando con una vite.
"Solo per rilassarmi, e tu?" chiedo.
Naturalmente non sono venuta qui solo per questo, di certo non sono così idiota da mettere a rischio la mia vita per un po di relax.
"Solo a ricordare... Peccato che non ci siamo più torte o fiori gialli ad aspettarci a casa" dice sorridendo.
Casa...
"Adesso devo andare, scommetto che dirai a Lightin che mi hai vista qui" dico mentre mi alzo e mi rimetto lo zaino in spalla.
"Non credo, quel bastardo mi aveva incaricata solo di trovare l'anima, c'è un intero esercito che ti sta cercando" dice bevendo un altro sorso.
"Grazie dell'informazione" dico uscendo.
Una piccola gita a casa e poi dovrò ricominciare a scappare, non mi fido di lei ma per una volta penso non stesse mentendo.
O almeno ci spero...

Alicia's pov
James e Lightin stanno giocando a scacchi... OK questo non ha fottutamente senso, ma facciamo finta di niente, nulla qui a senso.
'Concordo è come essere entrati in una versione horror del paese delle meraviglie'
Già...
Comunque nella sala sta succedendo qualcosa di strano, è come se le pareti e il pavimento si stessero scomponendo e ricomponendo all'infinito in uno spazio nero.
James sembra nervoso, ma io non calpendo nulla di nulla di scacchi non saprei dirvi se stia perdendo.
Lightin, che per la prima sta riesco a vedere bene, non è neanche tanto male.
Ha dei corti capelli neri, tagliati a marin. Indossa una specie di armatura nera e bianca, con un mantello rosso sulle spalle, alla cintura pirta una spada ed un fucile.
Abbastanza alto e anche un po muscoloso.
Gli occhi sono due puntini rossi che brillano.
Ho la vaga impressione che da oggi sarà nei miei incubi.
'Non dirlo a me..."
Comunque James è uscito dalla sala, sta visibilmente tremando ed Angel gli propone di andare a farsi un giro.
James annuisce e se ne va, adesso rimaniamo solo io, Cecilia, Angel e Reyna.
Senza una parola Reyna entra nella sala e subito questa diventa un gigantesco diardino d'argento.

Reyna's pov
Cammino per i sentieri di quella che avrebbe dovuta essere casa  mia.
Sfioro con la punta delle dita la corteccia di bronzo di uno degli alberi e questo immediatamente esplode in una nube di polvere.
Mi tolgo un po di polvere dall'armatura e continuo a camminare.
"Muehehehehe io ti cattureró umana!" Blue (underswap original) mi salta davanti e tenta di attaccarmi.
Non mi scosto, non avrebbe senso.
Ogni attacco che mi sfiora diventa polvere che viene portata via dal vento.
Faccio apparire la falce e con un colpo decapito Blue.
Non ho tempo per giocare.

(Mi reputo offesa da questa sua affermazione, c'è sempre tempo per giocare!)

Continuo a camminare e al mio passaggio decapito o trafiggo i vari papyrus e sans sulla mia strada.
Non voglio stare qui dentro più del dovuto.
Eccomi, sono arrivata.
Davanti a me una vecchia casa di legno, le pareti grigie usurate dal tempo, il tetto azzurro quasi verde di muschio.
Salgo i pochi scalini che mi conducono al terrazzino, accanto alla porta, una serie di campanelle che risuonano nel vento, sembra incantare l'aria.
Entro spingendo la porta, che cigola come se fisse rimasta chiusa per secoli.
Osservo le vecchie stanze della mia infanzia.
La cucina con il grande tavolo rostondo di legno scuro.
Il salotto con le poltrone di vimini e il cesti dei miei vecchi giocattoli.
Salgo le scale scricchiolanti e mi affaccio al secondo piano.
Tre camere e un piccolo bagno.
Ricordo che la camera accanto al bagno era quella di mio padre, Reaper, anche se non era molto spesso a casa, mentre le altre due erano nostre.
Mia e sua.
Apro la porta azzurra della sua stanza e quasi cado in un punto in cui le assi sono cedute.
Sul letto c'è lui, ancora giovane, ancora in toccato dal tempo, così fuori posto fra le lenzuola strappate e il legno marcio.
Sfioro la guancia di mio fratello, gli scostò una ciocca dei capelli biondi.
Gli occhi chiusi mi impediscono di vedere quelle meravigliose iridi azzurre come il cielo.
Indossa un vecchio completo che gli aveva regalato nostra zia, una senplice maglia nera, un piano di jeans strappati e una giacca bianca, le braccia incrociate sul petto, fra le mani una rosa nera appassita.
Sfioro i petali della rosa, che diventa polvere sotto il mio tocco, nello stesso modo tutta la scena si frantuma, facendomi tornare nella stanza bianca.
Questa sala non mostra il tuo peggior nemico, mostra il tuo peggior incubo.
Sento una lacrima scendermi sulla guancia sinistra e velocemente lasciugo con la manica.
Esco, cercando di concentrarmi solo sul ticchettio dei miei stivali sul pavimento di pannelli bianchi.
Supero Angel e James ed esco da quella maledetta stanza.
Continuo a camminare, superando guardie, robot e pazienti.
Nessuno prova a fermarmi.
In un secondo il mio mantello riappare, la falce assicurata sulla mia schiena con delle cinghie nere.
Cammino fino ad arrivare alla palestra, totalmente vuota.
Addocchio un manichino e comincio a massacrarlo di fendenti e colpi.
Calde lacrime scendono sulle mie guance.
"È tutta... colpa tua..." dico tagliando a metà il manichino e passando ad un altro.
"Tu e le tue maledette frasi da brava persona... Siamo i discendeti della morte per favore!" traccio una X sul manichino con la lama, abbastanza affilata per tagliarlo nei punti precisi.
Mi siedo a terra, non ha senso combattere, distruggere tutto o sfogarsi...
Vorrei solo sparire...
Cerco di coprirmi il più possibile col mantello, voglio solo sparire.
Sollevo leggermente la testa e vedo il mio riflesso nella falce.
Ma non sono sola, dietro di me, una nube gigantesca di spiriti neri che cercando di artigliarmi.
"Voglio solo sparire..."

Another multiuniverse...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora