Capitolo 9: CARCERATA E CARCERIERE

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Quando rientriamo ai dormitori, Penn mi supplica di portarlo da Ashley. Vuole vederla ad ogni costo! Decido di acconsentire, primo perché lui non accetta rifiuti, secondo perché desidero accertarmi io stessa del suo stato di salute. Chissà se si è risvegliata? Chissà se ricorda quello che mi ha detto ieri sera?
Forse, una volta tornata in sé, sarà di nuovo arrabbiata; o forse il viaggio e la droga le hanno annebbiato la mente circa i nostri litigi degli ultimi giorni.

Non faccio in tempo ad aprire la porta della stanza, che Ian si fionda su di me, afferrandomi saldamente per un braccio. "No, ma dico, sei forse impazzita?" urla, più arrabbiato che mai.

Lo guardo perplessa per un istante poi alzo gli occhi al cielo e lascio andare un lungo soffio. "Scusa per non averti svegliato"

"Scusa?" Mi strattona, "pensi di cavartela con una semplice scusa?"

Cerco di sfuggire alla sua presa, ma non ci riesco. Gli occhi di Ian sono dritti nei miei e non preannunciano niente di buono. Queste mie scappatelle mattutine sembrano essere divenute di moda. La cosa mi fa sorridere e mi eccita particolarmente. Sapere che sono legata a Ian e, al contempo, posso sfuggirgli quando meno se lo aspetta, mi rinvigorisce.

"Abbiamo deciso delle regole, devi rispettarle. Per la sicurezza di entrambi!" mi spinge contro la parete.

"Tu hai deciso delle regole, io mi sento soltanto una carcerata!" sputo fuori tutto il mio disagio interiore.

"Se è così che vuoi vedermi, per me va bene. Il tuo carceriere! L'importante è che smetti di cacciarti nei guai!" ribatte, tenacemente.

"Non mi sto mettendo nei guai, caro Ian, e, se può farti stare tranquillo, Felton non si è ancora visto in giro"

"Hai commesso un errore, piccola Holland, non abbassare l'attenzione è la prima regola. Non abbassarla...Mai!"

Il mio respiro cresce insieme alla pressione esercitata dal busto di Ian contro il mio. La mia felpa sembra improvvisamente troppo calda e troppo stretta.

"Cosa hai intenzione di farmi adesso? Sentiamo!" lo affronto, affondando gli incisivi sulle labbra. "Vuoi punirmi?"

Ian concentra l'attenzione sul mio impercettibile movimento. Siamo a pochi centimetri l'una dall'altro. I nostri respiri si intrecciano, così come la nostra voglia di portare avanti qualcosa che abbiamo iniziato e mai terminato. Siamo due cuori che battono forte. Improvvisamente. Incessantemente. Siamo due respiri che stanno per incontrarsi. Due bocche protese. Ogni arrabbiatura sfuma, sfuocandosi come per magia e lasciando il posto alla passione. Viva. Fresca. Vorace.
Ian preme la bocca contro la mia, lasciandomi priva di iniziativa. Il mio cuore si ferma.
Il mio respiro anche.

"Wow" Penn si schiarisce la voce, indeciso se entrare o meno.

Ian si scosta da me, lasciando incollato alle mie labbra il sapore delle sue.

"No, fate pure, io do solo una sbirciatina ad Ashley e me ne vado..."

Ian mi lascia andare, puntando l'attenzione contro Penn. "E tu che ci fai qui?"

Immagino i suoi ricordi vagare all'ultima volta che ha visto Penn Badgley, la festa in spiaggia e l'attacco di Tom Felton alla stazione degli autobus. Penn era ubriaco marcio, ma non abbastanza per non rendersi conto di ciò che stava accadendo.

"Ashley, sono venuto per Ashley" alza le mani il moro, chiudendosi la porta alle spalle.

Ian emette un risolino strozzato. "Sei ancora fottutamente cotto a puntino di lei, non è vero?"

Penn apre e chiude la bocca, senza proferire parola. Mi avvicino a lui, non appena mi riprendo dallo shock del bacio che ho appena ricevuto.

"Penn mi ha aiutato con il signor Agee, siamo  stati da lui e lo abbiamo costretto ad aiutarci. Se quell'uomo rivuole indietro il suo assegno dovrà trovare un modo per tenere Kagasoff lontano da Ashley" ficco una mano in tasca, accertandomi per l'ennesima volta della mia arma a disposizione.

Anche Ian infila le mani in tasca, piegando le spalle in avanti. "Siete appena stati a minacciare un pover'uomo?"

"Il signor Agee non è un pover'uomo. E' corrotto!" squilla Penn, poi si volta verso il letto di Ashley e resta incantato a guardarla per un tempo indefinito.

"Si riprenderà. La aiuteremo a farlo" lo rassicuro.

Ian mi lancia un'occhiata di complicità, indossa la sua giacca di pelle e si avvicina, sfiorandomi i capelli con le labbra. "Vado a lavoro, altrimenti faccio tardi. Stai attenta, mi raccomando!" La sua voce è un misto tra rimprovero e sensualità, mentre la scia che lascia andandosene mi svuota la testa, il cuore e ogni organo del corpo.

"Certo che anche tu non sei messa molto meglio di me!" commenta Penn, grattandosi la testa.

"Evita qualsiasi commento inappropriato, fai il tuo saluto ad Ashley e poi vai a lezione. Quando si sveglierà voglio essere da sola con lei"

"Non è giusto, voglio esserci anche io al suo risveglio!" protesta.

"Ogni cosa a suo tempo, Penn. Le compagne di stanza hanno la precedenza!"

Le palpebre di Ashley si schiudono, i suoi occhi vagano nella stanza, sembrano non vederci. Sembrano non vedere niente in realtà.

"Fidati, Penn, presto arriveranno i frutti del signor Agee, ma fino a quel momento è meglio se gestisco io la situazione. Ti ricordo che lei è ancora arrabbiata con il cavaliere mascherato, cioè con te..."

"E' arrabbiata anche con te" dice Penn, inginocchiandosi vicino ad Ashley, che sembra pian piano prendere coscienza del mondo. "Per averle nascosto di conoscere l'identità del cavaliere mascherato"

"Okay, okay" lo sposto, trascinandolo lontano dal letto della bionda. "Lascia fare a me. Arriverà il tuo momento. Fidati..."

Ashley mugola qualcosa. Forse il mio nome. Penn studia un'ultima volta la ragazza per il quale ha perso la testa e per fortuna acconsente ad uscire.

"Prendi gli appunti anche per me, credo proprio che avrò bisogno dell'intera giornata"

Lui raggiunge la porta. "D'accordo, Holland, mi fido di te, in fondo siamo una bella squadra!" mi fa occhiolino.

"Puoi giurarci" ricambio l'espressione d'affetto.

Non appena la porta si chiude, Ashley schizza a sedere sul letto come una molla.

"Daren? Dove sei Daren?" I suoi occhi, improvvisamente vispi e presenti, incontrano i miei.  "Holland? Che diavolo ci fai qui? E...dove sono?"

Un groppo amaro mi si ferma in gola, e non è perché non ho ancora fatto colazione. E' più una sensazione viscerale quella che provo, una sensazione che non preannuncia niente di positivo. A dire il vero prevedo una giornata estremamente faticosa, molto più di una lezione in laboratorio o un paio d'ore con il professor Wilder.

NOTE AUTRICE:
Sera!!!
Ne approfitto di questo spazio per ringraziare la creatrice della nuova copertina di ENDLESS- Anime Nere...DafneDAmbrosio l'ho stalkerata così tanto con le mie richieste che si merita i più grandi ringraziamenti !!!

DafneDAmbrosio l'ho stalkerata così tanto con le mie richieste che si merita i più grandi ringraziamenti !!!

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Vi auguro una buona serata e una buona settimana, a presto con gli aggiornamenti!

Baci
Serena

ENDLESS - Anime Nere || Ian SomerhalderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora