Capitolo 15: CERVELLO IN TILT

1.1K 129 15
                                    

Quando rientro nella mia stanza del campus, trovo Ashley con indosso soltanto un paio di mutandine nere di pizzo, aggrovigliata al corpo mezzo nudo di Daren. Il puzzo di alcol e i residui di una notte brava aleggiano nell'aria come bombette di Capodanno. Mi pento immediatamente della scelta che ho fatto, forse era meglio rimanere all'hotel Clarke e sopportare l'invadenza di Melinda, piuttosto che respirare quest'aria costretta e vedere la mia migliore amica nel suo post sesso e post sbornia. Sono successe così tante cose in una sola notte e in un solo mattino, che mi sembrano passati mille anni dalla festa di inizio anno, ma per Ashley e Daren il tempo è rimasto più o meno fermo e stabile. Già immagino quanto abbiano ballato, bevuto e sniffato per ritrovarsi in una catalessi del genere a quest'ora del giorno!

Lascio il trolley vicino alla porta e vado ad aprire la finestra. Non ho intenzione di rimanere in penombra per tutto il giorno.
I due neanche si accorgono della luce del sole che filtra nella stanza, anzi, continuano a dormire e russare più di prima. Per un istante vorrei essere una specie di super eroe, tipo Hulk o Superman, racimolare tutte le mie energie, sollevare Daren dal letto con una sola mano e catapultarlo fuori dalla finestra.
Se il coach non si muove a trovare una soluzione, penso proprio che tornerò nel suo ufficio a spronarlo, così è davvero impossibile andare avanti! Mi fa male sapere Ashley in queste condizioni, mi fa male vederla aggrapparsi a un'illusione, a qualcosa che la sta soltanto distruggendo. Ignoro i corpi seminudi e semicoscienti sul letto e cerco di dare una sistemata alla stanza, al mio armadio e alla mia scrivania. Quando termino il lavoro mi sembra di respirare già meglio.

"Ehi, ma chi ha aperto la finestra?" La voce roca di Daren mi fa saltare in aria. Mi riscuoto, mettendomi sulla difensiva.

"Sono stata io, sono le due passate!"

Il ragazzo si stira, emettendo un verso gutturale al limite con la razza umana. Sembra un animale chiuso in gabbia o l'ingranaggio malfunzionante di un motore.

"Ma è domenica!" si lamenta.

"E allora? Perché non te ne vai a ronfare nel tuo dormitorio?" Il mio risentimento si può toccare con mano.

Il giovane scavalca Ashley e si mette in piedi di fronte a me. I suoi muscoli sono definiti ad uno ad uno, dal collo al torace, dai fianchi alle cosce. Cerco di non guardare troppo in basso, ma gli slip bianchi che porta lasciano ben poco all'immaginazione.

"Sono il fidanzato della tua compagna di stanza, posso restare fin quando mi pare e piace!" mi affronta.

"Ed io sono la sua migliore amica e questa è la mia stanza, posso fare ciò che voglio!"

Daren stringe gli occhi nei miei, puntandomi un dito contro. "Tu sei la stessa migliore amica dell'altro giorno, quella acida, quella che ha gettato nel cesso le pillole della mia ragazza?"

Faccio un passo indietro, continuando a sostenere il suo sguardo. Ovvio che sono io. Idiota!

"Credo che tu abbia bisogno di una bella scopata, migliore amica! Te lo avevo già detto, non è vero?" ride e si allontana da me. Si dirigersi in bagno, tirandosi fuori dal sedere l'elastico delle mutande.

Ora più che mai vorrei avere un super potere.
Di qualsiasi tipo. Incendiario o assassino o semplicemente l'alito pesante.

"Daren, che succede?" Ashley si stira anche lei, girandosi e cercando con una mano il ragazzo al quale era stretta fino a pochi minuti prima. Non appena si rende conto che il letto accanto a lei è vuoto, fuori è ormai giorno e che io sono in piedi in mezzo alla camera, schizza a sedere sul letto, abbracciandosi i seni.

"Tieni, mettiti questa" gli lancio una delle mie felpe che ho a portata di mano.

Lei mi fulmina con lo sguardo, lasciando cadere il capo a terra. "Non indosserei mai qualcosa appartenente ad una ladra!"

ENDLESS - Anime Nere || Ian SomerhalderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora