Capitolo 7: BENZODIAZEPINE E COCAINA

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Allen ci viene ad aprire la porta strascicando un paio di orrende infradito. Ian mi spinge dentro la stanza, premendo appena contro il mio fondoschiena. Il suo tocco mi fa saltare il cuore in gola, ricordandomi che fino a poco fa stavamo sul letto della sua stanza d'hotel, nudi o quasi, avvinghiati l'uno all'altra, incapaci di separarci di un solo centimetro.

"Ashley sta là" Allen punta un dito contro il letto vicino alla finestra.

Schivo un paio di scarpe, qualche maglietta che sembra aver bisogno di un giro in lavatrice, un vocabolario e un paio di cd. L'aria è pesante, mi verrebbe quasi la tentazione di andare alla finestra e aprire i vetri per fare spazio a un po' di ossigeno, invece mi faccio coraggio e proseguo per il letto sul quale è adagiata la mia amica. Sembra Biancaneve dopo aver mangiato la mela avvelenata. Ha i piedi scalzi ed indossa un vestito floreale lungo fino alle caviglie.
Steso sul pavimento, appena sotto di lei, c'è Daren; la testa piegata di lato e un sottile rivolo di saliva che gli scende dalla bocca.

"Non so da quanto stanno così, li ho trovati poco fa quando sono tornato dal mio tirocinio in clinica"

Sento Ian affiancarsi a me. Lo vedo piegarsi sulle ginocchia, accovacciandosi vicino al ragazzo in stato semicomatoso. "Il battito è regolare, forse sta soltanto dormendo..." mantiene indice e medio sul polso di Daren.

Allen si gratta la testa, emettendo un rantolo soffocato. "Non sta dormendo, sta smaltendo qualcuna delle sue sostanze..."

Mi sembra di rivivere una scena già vista, soltanto che questa volta non è come alla festa di Halloween, Daren non è il solo ad essere k.o. C'è anche Ashley, l'impeccabile Ashley.

"Credi che dovremmo chiamare un dottore?" cerco di non pensare al peggio, ma la pelle della mia compagna di stanza è davvero molto pallida e anche le sue labbra lo sono.

Allen allarga le braccia, lasciandole ricadere subito dopo sui fianchi. "Sono soltanto strafatti, una bella dormita e torneranno come nuovi"

"Portiamola nella sua camera, coraggio!" propone Ian, incastrando un braccio sotto al collo e uno sotto alle ginocchia di Ashley. La solleva e mi fa cenno di seguirlo.

Lancio un ultimo sguardo a Daren. Se potessi gli mollerei un bel calcio sul fianco, non so dove trovi la forza per reprimere l'impulso e passare oltre, ignorandolo.

"Grazie per avermi avvisata" recupero il trolley di Ashley e la sua borsetta.

Allen si ferma in mezzo alla stanza. La sua maglietta gialla non è esattamente intonata con i bermuda rosa pallido che indossa. A quanto pare, le ciabatte che ho notato quando sono arrivata, sono soltanto una piccola nota stridente, nel suo corpo asciutto e stonato.

"Fammi avere notizie" si raccomanda, prima di chiudere la porta.

Quando entriamo nella nostra stanza, Ian adagia delicatamente Ashley sul letto.
La copre con le lenzuola e le sistema i capelli dietro le orecchie. A quest'ora i dormitori sono deserti, il silenzio regna sovrano, disturbato soltanto dal morbido respiro della mia compagna.

"Non posso lasciarla da sola. Io resto qui" mi siedo vicino ad Ashley, accarezzandole la mano.

"Resto anch'io" Ian si sfila le scarpe, si toglie i calzini e, a piedi nudi, entra in bagno.

Guardo di nuovo la mia amica. Le sue palpebre compiono un leggero tremolio.

"Come abbiamo fatto a finire così? Perché siamo arrivate a questo punto? Cosa ti ha dato quel pezzo di merda di Daren?"

Domande inutili. Domande che non hanno una risposta. Ashley dorme ed io prendo la sua borsetta. So che non è educato farlo, ma si tratta di una questione troppo importante per pensare al galateo. Tiro fuori dalla piccola sacca di pelle rossetti, qualche dollaro e una crema per il viso. Non trovo il cellulare e nemmeno il portafogli. Cerco nella tasca interna, c'è il passaporto e poi ci sono un paio di scatole di medicinali. Benzodiazepine. Dalla confezione mancano una decina di pasticche.

"Holly..."

La voce di Ashley, debole, strascicata, mi fa cadere tutto dalle mani.

"Holly..."

Ashley ha ancora gli occhi socchiusi, sono soltanto le sue labbra a muoversi.

"Ashley, ehi, Ashley, sono qui..." mi avvicino ad accarezzarle i capelli.

"Ho...ho...mal di testa..." cerca di portare una mano alla fronte, ma non ci riesce. Le sue dita non hanno forza né coordinazione.

"Cosa hai preso, Ashley?"

Mugola qualcosa di incomprensibile.

"Hai preso delle pasticche?"

Lei annuisce e si inumidisce le labbra impastate.

"Perché lo hai fatto?" La scuoto, sperando che mi risponda, sperando che non crolli di nuovo in questo sonno assurdo e innaturale.

"Daren..." biascica lei, girandosi di fianco. "Me le ha date lui, le benzodiazepine sono il top dopo le strisce..."

"Ashley cosa dici?" la continuo a scuotere, "le strisce? Quali strisce?" La mia preoccupazione fa a cozzi con la sua totale assenza di risposta. Mi ritrovo in ginocchio al cospetto di una ragazza di nuovo in balia del sonno e di sostanze che vagano liberamente per il suo sangue. Non riesco a fermarmi, non riesco a smettere di agitare il suo corpo, con la speranza che si risvegli e torni ad essere una ragazza normale, una cheerleader che balla come una farfalla, una studentessa che non fa mai tardi a lezione, una donna che ama truccarsi e vestirsi di tutto punto.

"Svegliati, Ashley, svegliati!" grido, in preda alla disperazione.

Una mano si posa sulla mia spalla. E' quella di Ian, che è appena uscito dal bagno. "Ehi, Holland, coraggio vieni via da lì, lasciala riposare"

"Si è presa delle benzodiazepine!" afferro le scatole e le schiaccio contro il petto di Ian, "si è fatta delle strisce, capisci? Delle strisce! Daren l'ha trascinata con lui nel tunnel della droga. Lo ha fatto. Lo ha fatto davvero!"

La mia paura più grande è adesso realtà. Una realtà che non riesco a concepire, ad accettare. So cosa significa essere disperate, so cosa vuol dire credere di aver perso tutto. So cosa significa annebbiarsi la mente. L'ho fatto con l'alcol, e per uscirne non è stata facile.
Come farà Ashley? Come farà adesso?

Ian frena la mia frenesia, mantenendomi le braccia ferme lungo il corpo. "Calmati, per favore" mi sussurra vicino all'orecchio.

Il suo abbraccio e la sua voce riescono ad affievolire la mia foga. Smetto di agitarmi e permetto a Ian di cullarmi come una bambina. Chiudo gli occhi e respiro contro il suo collo.
Il profumo della sua pelle mi fa girare la testa, affievolendo la disperazione totale nella quale sono piombata.

"Ashley non merita questa fine" sussurro, tirando su con il naso. Alcune lacrime mi scivolano sulle guance, andando ad inzuppare la camicia di Ian.

"Questa non è la sua fine, la aiuteremo a risalire. Ti prometto che lo faremo. Stai tranquilla"

Mi stringo forte al corpo di Ian. Vorrei non allontanarmi più da lui. Vorrei vivere in simbiosi con la sua anima, camminare al suo fianco e respirare contro il suo petto. Vorrei che ci fosse sempre, proprio come adesso.
E vorrei che non desiderasse neanche per un minuto di voler tornare indietro. Ma sua moglie è un fantasma che aleggia ogni volta sulle nostre teste, sua figlia una presenza malinconica e il nostro amore soltanto una leggenda.

I baci di poco fa, i nostri sapori e i nostri respiri affannati sono sostituiti dalla cruda realtà. Ashley dorme, la camicia di Ian è macchiata di sangue rappreso e lacrime fresche.
Il pendolo è rimasto sul tavolo della stanza d'hotel. Da solo, con le viti fuori posto.

NOTE AUTRICE:
Buongiorno,
Spero che la storia vi continui a piacere, presto ci saranno dei sorprendenti colpi di scena, qualche risata, un pizzico di gelosia e un ritorno insidioso...
Grazie per i vostri commenti, le stelline e la vostra costante presenza. Prossimo aggiornamento nel fine settimana!

Un abbraccio
Serena

ENDLESS - Anime Nere || Ian SomerhalderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora