Capitolo 49: DUE ANIME CHE SI AMANO

1K 106 11
                                    

I primi raggi del sole illuminano il volto di Ian ancora dormiente. Guardo l'uomo che ho accanto, lo studio in ogni piccolo particolare. Ha la faccia schiacciata sul cuscino, i capelli scompigliati e le labbra socchiuse. Mi incanto a seguire l'accenno di barba che gli incornicia la mascella e il mento. Ho fatto l'amore con lui. Ho fatto l'amore con la perfezione, la mia perfezione. Ancora non ci credo.
Scendo dal letto, cercando di non fare rumore. La stanza alla luce del giorno è più bella di questa notte. Ogni cosa ha un suo spazio e un suo perché. La mobilia è lucida, il legno sembra quasi vivo. Vado in bagno. La Jacuzzi è vuota, le candele spente e ricoperte di cera.
La mia mente rivede i nostri corpi immersi, risente i nostri respiri e rivive quegli attimi come se non potesse più essere in grado di cancellarli. Mi lavo la faccia.
Sul ripiano del bagno ci sono saponette di ogni tipo, odore e forma. Le annuso, lasciandomi inebriare dai loro odori speziati.
Gli asciugamani portano il logo dell'hotel ed è estremamente piacevole lasciarsi accarezzare la faccia dalla loro spugna morbida.
Passo in rassegna i profumi sulla mensola vicino allo specchio e mi spruzzo una fragranza che sa di violetta. Tutto questo deve essere costato a Ian una fortuna, ma non voglio pensare ai soldi o farmi venire sensi di colpa in merito. E' stata la notte più bella della mia vita, è stato Ian a crearla, a dargli una forma e, tra le tante sorprese che poteva farmi, ha scelto quella della favola da principessa.
In punta di piedi torno in camera. La moquette è calda, ci camminerei sopra per ore.

"Sei già sveglia?" Ian si stira, mettendosi seduto sul letto.

"Sì, ho una fame da lupi" lo informo, balzando in ginocchio di fronte a lui.

"Dove sei stata? Ho aperto gli occhi e mi sono accorto che non c'eri, credevo che fossi fuggita via..." sbadiglia.

Le mie labbra si allungano in un sorriso. "Come potrei mai scappare da questa bellissima reggia e... da te?".

Lui mi guarda come se avesse di fronte la cosa più delicata e preziosa del mondo. Sento lo stomaco stringersi e questa volta non è colpa della fame.

"Sei stata bene ieri sera?" mi chiede.

"Sì" annuisco.

Ian mi circonda il collo con le braccia e mi accoglie contro il suo petto. Sento il suo cuore battere, sento il profumo della sua pelle misto a quello del bagnoschiuma. Sento l'odore del sesso, del nostro amore. Un sentimento che crescere e che mi sfa stringere ancora più forte al suo corpo. Le sue labbra mi sfiorano le tempie, la punta delle orecchie, facendomi il solletico. Il mio cuore scoppia di gioia, mentre il mio stomaco protesta.

"Meglio farci portare qualcosa da mettere sotto ai denti, che dici?" ride Ian, udendo il brontolio, poi si allunga verso la cornetta sul comodino e compone il numero della Reception.

Mentre lui ordina quella che sarà la colazione di un esercito, io penso che non ci sarà altra notte o altro mattino nel quale potrò essere così felice.
Poco dopo, un cameriere ci consegna un carrello carico di cibo. Ian indossa una vestaglia color porpora che ha trovato appesa all'armadio, è molto elegante, sembra quasi il protagonista di un libro di Stendhal. Anche io ho rubato dall'appendiabiti una veste da camera, è corta e si lega in vita con un cinturino.
Seduti sul divanetto dell'anticamera ci rimpinziamo come se fossimo approdati su un'isola deserta, senza toccare cibo da giorni. Assaggiamo i pancake, le confetture e il burro di arachidi.

"Dovrò ringraziare tua sorella quando tornerà dal viaggio di nozze, la scelta di questo hotel è davvero azzeccata!" dice Ian, mordendo la sua fetta di pane tostato.

"Mia sorella?" esclamo, posando la tazza di caffè sul carrello. "Credevo che avessi scelto tu questo posto!".

Lui si morde le labbra. "Infatti. L'idea della sorpresa è stata mia e anche i soldi per l'affitto di questa stanza... "

Lo guardo accigliata, fintamente arrabbiata.

"Okay, ammetto che Taylor mi ha dato una grossa mano" si arrende.

"Sei un imbroglione!" lo canzono, mollandogli una pacca sul braccio.

"Ho solo avuto bisogno di una piccola guida, lo sai che non sono pratico di New York e nemmeno di lussi simili... quel coso, quello con le bollicine che abbiamo fatto ieri sera, com'è che si chiama?".

"Idromassaggio".

"Ecco, quell'idromassaggio io non lo avevo mai visto prima" si giustifica.

"E quell'opera..."

"A time for us" dico.

"Ecco, io non l'avevo mai sentita, tua sorella mi ha solo dato dei consigli, perché volevo che la tua prima volta fosse speciale".

"E lo è stata" confesso.

Ian mi prende le mani nelle sue e si avvicina per baciarmi. La sua bocca sa di marmellata alla ciliegia. E' il sapore più dolce, più buono, più eccitante del mondo. Le nostre labbra si sfiorano dolcemente, facendo intrecciare i nostri respiri.

"Taylor sa tutto, non è vero?" mi domanda, scostandosi appena. I suoi occhi mi trafiggono l'anima da quanto sono belli e profondi.

Piego leggermente la testa. La mia fronte si appoggia alla sua. "Sì, mia sorella sa la verità" confesso. "Sa da dove vieni, sa del pendolo e di quello che ci lega, ma non dirà niente a nessuno, neanche a Robert, puoi stare tranquillo. Io mi fido di lei".

Ian mi prende la faccia tra le mani, schiacciandomi appena le guance. "E io mi fido di te".

Le nostre labbra si cercano di nuovo, e presto anche le nostre mani. Le vestaglie finiscono a terra, accanto al carrello e ai resti della nostra colazione. Il desiderio si impossessa di nuovo dei nostri corpi. Siamo due anime che cercano l'unità, la completezza. Due anime che si amano, di nuovo. E ancora più forte.
***

Ian indossa la camicia, con i bottoni ancora sganciati si alza, raggiunge il carrello e si versa dell'acqua. Resto stesa sul divanetto, il sapore della sua pelle appiccicato addosso e i battiti che cercano di ritrovare il loro ritmo naturale. Lo guardo imbambolata mentre fischietta, accendendo il televisore. E' bello. E' vero.
Mi fa scoppiare il cuore.
Lancio un rapido sguardo allo schermo e, improvvisamente, il mio respiro si ferma.

"Oh, Santo Cielo!". L'esclamazione di Ian mi penetra dentro la pelle, dritta, fino alle ossa.

"Alza il volume!" lo incalzo, balzando in piedi per poter vedere meglio.

Immagini di Jacksonville passano a raffica; la spiaggia, il molo, tetti scoperchiati e auto distrutte. La cronista parla di un tornado.
Un furioso tornado imprevisto.

"Dobbiamo chiamare subito Ashley!" corro in camera, alla ricerca del mio telefonino. Rovisto dentro alla borsa, ma non lo trovo. Tremo tutta e mi guardo intorno come se non capissi più chi sono e dove mi trovi. Alla fine scovo il cellulare tra le lenzuola sfatte. Con l'indice scorro fino al contatto della mia amica e attendo che mi risponda. Ian mi viene vicino e ci guardiamo con gli occhi della paura.

La televisione continua a parlare di danni e feriti. E se fosse successo qualcosa ai nostri amici?.

"Non risponde, Ashley non risponde!" mi dispero. Ho il cuore a mille e non so che fare.

Ian mi dice di stare calma. Respiro a pieni polmoni e ci provo. Provo a pensare positivo e rifaccio di nuovo il numero. Quando finalmente sento la voce della mia compagna, mi sembra di toccare il cielo con un dito.
Sta bene. Stanno tutti bene. L'università è stata risparmiata, ma la costa è un caos.

"Informiamo subito Jamie e Dakota" dice Ian, "dobbiamo rientrare!".

Ci vestiamo in fretta, recuperando i nostri abiti e tutti gli effetti personali. Prima di uscire dalla stanza mi soffermo ad ammirarla un'ultima volta. E' stata l'alcova d'amore più bella che potessi chiedere. E' stata la fuga che ogni donna desidera, ma adesso, purtroppo, si torna alla realtà.

ENDLESS - Anime Nere || Ian SomerhalderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora