Capitolo 38: DALLA PARTE DEI VINCENTI

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Il giorno seguente al campus si respira un'aria quasi irreale. Gli studenti parlano solo e soltanto di quello che è successo alla centrale di polizia, arricchendo la vicenda di particolari più o meno coloriti. Quando Ashley e io entriamo a mensa abbiamo addosso gli occhi di tutti; sguardi sconosciuti, che si camuffano dietro una frangetta troppo lunga o un paio di occhiali da vista. Ci mettiamo in fila davanti al nastro e riempiamo il vassoio con il cibo che più ci piace. E' un sacco di tempo che non rimetto piede in questo posto e mi chiedo se farlo proprio oggi, sia stata la scelta giusta.

"Vedrai, tra una settimana torneremo nell'ombra più completa" constato, sedendomi al fianco della mia amica davanti a uno dei tavoli vuoti.

"Forse tu, io non c'ero neanche prima nell'ombra, ero una VIP!" mi fa linguaccia lei, poi torna subito seria, scrutando il piatto di carne e fagioli che le sta di fronte. "O forse un po' nell'ombra c'ero anche io, sai... in quella di Phoebe..."

Inforco le mie verdure e le mastico con lentezza. Una paio di matricole si siedono al tavolo di fianco al nostro, parlano piano, quasi sottovoce, ma riusciamo lo stesso a sentirle.

"All'alba hanno visto Phoebe venire a prendersi tutta la sua roba al dormitorio. Si dice che i genitori la spediscano da una cugina in Perù!" vocifera una delle due.

"In Perù?" sgrana gli occhi l'altra, "... e dimmi un po'... questo Perù è lontano dalla Florida?"

Ashley mi lancia un'occhiata di intesa. Il Perù è lontano, ma mai abbastanza quando si tratta di Phoebe Tonkin. E io non posso fare a meno di immaginarmi che presto un altro college si troverà a fare i conti con una ragazza dalle manie di grandezza.

"Ehilà!".

Ed Westwick posiziona il suo vassoio stracarico di roba sul nostro tavolo, facendosi spazio per sedersi sulla panca tra di noi. Ashley posa la forchetta, guardandomi terrorizzata.

"Che vuoi Ed?" prendo la parola.

"Ho saputo quello che è successo, accidenti, un gran bel tornado alla Jacksonville!" dice, cominciando a mangiare.

"Già" annuisco, "ma perché non vai a cercarti un altro tavolo? Io e Ashley stavamo parlando e poi non gradiamo pranzare con te..." rispondo a brutto muso. Essere risoluta, mi dico, è ciò che ci vuole. Ferma, decisa e risoluta.

"Non mi va di mangiare da solo" fa lui con la bocca piena.

"Ma non sei da solo, ci sono un centinaio di studenti in questa sala, che motivo c'è di sedersi proprio qui?".

Ed fa spallucce, portandosi un altro boccone alle labbra. Ashley allontana di qualche centimetro il suo vassoio da quello dell'ex fidanzato. I suoi occhi sono fissi dentro al piatto e le sue guance sono rosse come ciliege. Possibile che questo ragazzo debba farle ancora un simile effetto? Dopo tutto quello che le ha fatto! Stanca della situazione, mollo le posate sul tavolo e incrocio le braccia al petto.

"E va bene, se non mi dici il motivo per cui ti sei messo al nostro tavolo, giuro che chiamo il preside e gli dico che tu eri il braccio destro di Phoebe! Chissà che non ci scappi un'espulsione anche per te!".

Ed mi lancia un'occhiata di traverso, così brutta da far venire la pelle d'oca. "E cosa gli diresti, sentiamo!".

"Gli direi... gli direi che hai costretto una ragazza a spogliarsi e a tuffarsi nell'oceano per entrare a far parte dell'assurdo gruppo degli IN" gli ricordo l'avventura con America, "... poi gli direi che alle tue feste gira sempre alcol e erba in grandi quantità, e che..."

"Okay, okay" alza le mani. "Va bene, mi arrendo!".

"Dunque?". Lo sprono a parlare. Non può essersi messo vicino a noi senza un secondo fine.

ENDLESS - Anime Nere || Ian SomerhalderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora